Tex: 70 anni di recensioni – 1969

Scritto da Francesco Benati

7 Giu, 2018

Nuovo capitolo di questo nostro viaggio alla riscoperta della grande saga di Tex Willer, il personaggio creato da Gian Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini nel 1948 e che quest’anno festeggia il settantesimo anniversario di presenza ininterrotta nelle edicole.
Per questa serie di recensioni anno per anno della saga del ranger prendiamo in considerazione la numerazione della Seconda Serie Gigante, il cui primo numero risale al 1958, quella più venduta e amata dai lettori e che prosegue ancora oggi e che per quasi cento numeri ha riproposto le storie di Tex uscite negli albi a striscia dal 1948 fino alla fine degli anni ’60.
Siamo arrivati al 1969, anno che non esito a definire fondamentale per la saga di Tex.
Si tratta dell’anno in cui la Golden Age del ranger esplode in tutta la sua potenza letteraria, pur senza raggiungere le vette degli anni immediatamente successivi.
Ad aprire le danze ci pensa Supertex, albo centenario tutto a colori, probabilmente il primo albo a colori di casa Bonelli, che presenta subito una situazione inedita. A differenza che del solito canovaccio in cui sono i vari comprimari a chiedere aiuto a Tex, qui accade praticamente il contrario. Costretto a fronteggiare Matias, terribile capo di guerra Apache, Tex chiama ad aiutarlo alcuni suoi amici: Jim Brandon, Gros-Jean e Pat Mac Ryan, oltre che i soliti pards. La storia in quanto tale è caruccia, anche se va detto che i centenari di Tex non hanno mai brillato particolarmente, tranne un paio di casi, però va anche detto che all’epoca gli albi centenari di fatto non esistevano e quindi GL Bonelli ha voluto fare una sorta di riunione di famiglia. A fare la differenza, però, è la bellissima colorazione ad acquerello che troneggia per tutto l’albo e che valorizza i disegni di Galep.
Svoltiamo l’angolo ed è subito un capolavoro della serie: Il Signore dell’Abisso è la storia che consacra l’abilità del maestro Guglielmo Letteri, ormai perfettamente calato nelle atmosfere della serie. Qui Letteri sfodera una delle sue prove migliori in perenne bilico tra il fantastico e il western puro, quella commistione di generi che è sempre stata nelle sue corde.

 

Indagando su un traffico di armi rubate, Tex e Carson scoprono che in Messico esiste una setta di discendenti Aztechi che stanno progettando di insorgere per riconquistare l’antica terra dei loro padri utilizzando armi letali ricavati da verdi pietre estratte dal misterioso signore dell’abisso. Con l’aiuto dei pards, delle loro fedeli colt e del Morisco, Tex e Carson riusciranno a ristabilire la pace e a impedire una sanguinosa ribellione.
Una storia, questa, entrata nell’immaginario dei lettori e che ha lanciato El Morisco nell’Olimpo dei pards texiani.
A un capolavoro ne segue un altro ed ecco. Quella che arriva ora non è una storia di Tex, bensì è la storia di Tex, forse l’unica che chiunque volesse prendere in mano il personaggio dovrebbe leggere obbligatoriamente: Il giuramento.
In sintesi: se siete dei texiani, siete obbligati a leggere almeno una volta questa storia.
Probabilmente uno dei punti più alti di GL Bonelli, un immenso capolavoro senza tempo che si avvale dei disegni di Galep.

 

 

Tex racconta al figlio Kit le drammatiche circostanze della morte della moglie Lylith (ricordiamo che inizialmente GL Bonelli liquidò la questione in due righe): in seguito alla diffusione di coperte infette da vaiolo presso la riserva Navajo, la morte colpì i villaggi delle tribù e fra le vittime vi fu anche Lylith e l’ira di Tex si levò alta nel cielo. I colpevoli sono Fred Brennan e Sam Teller, due nemici già affrontati da Tex durante la lunga saga de Il patto di sangue. Teller venne ucciso, mentre Brennan riuscì a fuggire. Ora Brennan è ritornato e Tex è intenzionato a chiudere definitivamente i conti con il passato.
La prosa potentissima di GL Bonelli la fa da padrone in questa storia che raggiunge il proprio apice nel terribile giuramento pronunciato da Aquila della Notte di fronte alla fredda tomba della moglie e nella vendetta messa in atto nei confronti di Brennan.
In quanto a Galep, semplicemente maestoso.

 

Inferno a Robber City non sarà un capolavoro, ma è comunque una storia più che godibile, grazie anche alle trovate geniali di GL Bonelli e ai bei disegni di Erio Nicolò. Pur senza essere un virtuoso del disegno, Nicolò è perfetto per questo tipo di racconto e il suo Tex più umano e rilassato a me è sempre piaciuto molto.
Tex è impegnato a sgominare un terribile gruppo di banditi capeggiato da Johnny Lingo e per scovarli inventa un metodo semplice, ma geniale: fingersi uno di loro. Barba incolta e benda sugli occhi ed ecco che il nostro eroe è già pronto per buttarsi nuovamente nella mischia. Non manca poi il pizzico di umanità tipico del ranger nello stringere amicizia con Juan Ortega, bandito costretto a darsi al crimine per pura sopravvivenza.
Il gruppo di Lingo non è particolarmente minaccioso e a renderlo pericoloso è più il numero che la qualità dei singoli membri. Non a caso, il titolo Inferno a Robber City si riferisce proprio alla mattanza finale che vede i banditi cadere come birilli.
Massacro è un altro capolavoro texiano graziato dalla penna di Giovanni Ticci, qui alla sua seconda prova dopo Vendetta indiana.
La storia in realtà è l’adattamento fumettistico di un romanzo dello stesso GL Bonelli intitolato Il massacro di Goldena scritto nel 1951 proprio con Tex come protagonista. Il volume, esauritissimo per anni, è stato poi ristampato nel 2008 in occasione dei festeggiamenti per il 60ennale del ranger. Vediamo infatti un Tex molto simile a quello dei primissimi anni: molto più scavezzacollo e intrepito, ma anche un po’ più piccione rispetto a quello che sarebbe divenuto negli anni successivi.
Tex è impegnato a risolvere un traffico d’armi e finisce con lo scontrarsi con il burbero Fraser. Ciò che il ranger non sa è che Fraser è anche a capo del traffico su cui sta indagando. Giurando vendetta, Fraser scatena gli indiani in una terribile vendetta contro gli abitanti di Goldena, città che viene data alle fiamme e gli abitanti orrendamente massacrati, comprese donne e bambini.
Si tratta di una delle storie brevi (complessivamente dura appena un albo) di Tex che amo di più sia per i disegni di un Ticci ancora acerbo, ma già in fase di maturazione, sia per il maestoso finale che vede Fraser abbandonato da solo nel bosco, con una pallottola nella gamba, circondato dai lupi e con una sola arma a disposizione: una pistola con un colpo solo!
Credo si tratti del più bel finale mai letto in una storia di Tex e non mi sento affatto di esagerare.
A chiudere l’anno (eh sì, siamo entrati nel periodo delle storione di Tex, quelle che durano centinaia e centinaia di pagine) ci pensa Chinatown, un piccolo gioiello firmato Bonelli/Letteri. Antagonisti d’eccezione sono i cinesi (i quali, ovviamente, sono occhi a mandorla, cinesini e limoncini) riunitisi nella pericolosa setta del Drago Nero, misterioso mafioso cinese dall’insospettabile identità e dalla terribile fine. In un mix tra western, giallo (scusate il doppio senso) e thriller urbano, questa avvincente storia si può dividere in due parti: la prima, più cittadina e ricca di fascino, è ambientata a Texas City e vede Tex e i suoi pards impegnati contro i cinesi. Siccome il giro di affari sporchi non si conclude lì, i nostri galoppano fino in Messico per la parte finale, finale che che è un po’ più sotto tono rispetto al resto della vicenda, ma che comunque riesce a rendere giustizia ad una storia molto amata da tutti i lettori.
Un’annata di altissimo livello, insomma, sicuramente tra le migliori di questi 70 anni di vita editoriale del ranger.
A risentirci il prima possibile con il 1970!
Intanto se non lo avete ancora fatto potete leggere i resoconti delle annate precedenti:
19581959196019611962196319641965196619671968
E ovviamente raggiungeteci nel gruppo FacebookL’avventura a fumetti da A(dam) a Z(agor).

 

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