Continua il percorso di revisione della serie di avventura (e non solo) Adam Wild! Qui affrontiamo con anche domande agli autori il numero 4: L’anello mancante!
La strana storia doppia di Laci tocca qui un duplice tema: evoluzionismo e diversità. Di fatto il cuore del racconto è l’handicap e soprattutto il modo di guardare a chi è ‘diverso’. Il tutto in mezzo alla ricerca affascinante (ma anche dai forti accenti razziali e razzisti) dell’anello mancante, ovvero di una spiegazione dell’origine della specie homo.
L’anello mancante – Adam Wild n. 4
Soggetto e sceneggiatura: Gianfranco Manfredi
Disegni: Laci
Copertina: Darko Perovic
I chiaroscuri di Laci sono perfetti nel farci perdere tra le luci e ombre di uomini e realtà (riguardate le pagine 40-45). Ancora una volta Adam si fa conoscere come l’uomo che dialoga con chiunque se lo meriti (anche il ‘mostro’), ma mostra ben poca pietà verso chi è violento e meschino (pag.66), ma anche Narcy non è da meno (vedere pag. 69 dopo la bellissima battuta «Tu non vai da nessuna parte con la mia giacca addosso!»).
Poeticissimo il finale: per Adam non c’è differenza tra salvare un uomo singolo e salvare grandi numeri, non è un problema di quantità ma di simpatia umana profonda verso chi cerca la libertà.
Ed ora le domande agli autori!
Per Gianfranco Manfredi: Adam non sembra realmente interessato ai temi dell’evoluzionismo, anzi il punto per lui è il presente e la libertà dell’individuo. Che cosa ha voluto comunicare in mezzo ad un fumetto così ricco di avventura e di azione attraverso la scelta di far ruotare un intero numero attorno ad un segno così strano e misterioso della natura come è l’anello mancante (tra l’altro riuscendo a rinviare ancora il confronto tra Adam e Frankie Frost)?
Manfredi: «La ricerca dell’anello mancante è stata così dominante all’epoca che non potevo non parlarne, ma va detto che i veri scienziati già la consideravano nelle sue applicazioni, assurda. Per gli studiosi la ricerca degli anelli mancanti si faceva sui fossili non sugli esseri viventi e per Darwin nell’evoluzione delle specie viventi, i pesci venivano prima dei mammiferi. Dunque attribuirgli l’idea della discendenza dell’uomo dalla scimmia era una forzatura, perché per Darwin l’uomo e altre specie animali derivavano casomai dai pesci. L’anello mancante inteso come scimmia era insomma una popolarizzazione e semplificazione la cui applicazione, più che al contesto scientifico, era riservata ai circhi e alle fiere, dove degli infelici venivano truccati da uomo scimmia o da donna scimmia, per esibirli agli ignoranti. In questa storia ho inteso capovolgere il mito di Tarzan (bambino bianco allevato dalle scimmie) con un bimbo nero nato malformato , abbandonato dalla famiglia, e cresciuto con i gorilla. Si riparlerà nella serie dell’anello mancante in numeri di prossima pubblicazione che riprendono la figura di Farini, un grande uomo di spettacolo che esibiva presunti anelli mancanti , e che aveva effettuato anche delle esplorazioni in Africa, per altri e ben più misteriosi motivi» [n.d.r. Si trattava di una anticipazione importante della sezione della serie dedicata ad Odwina].
Per Laci: quali sono state le fonti di ispirazione visive per questo numero e in particolare per le scene nella giungla finali?
Laci: «Ho usato la mia immaginazione!». Risposta secca che mi è molto piaciuta!!
Qui potete trovare i link agli altri articoli dell’Adam Wild Review:
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