Si parte! Adam insieme ad Amina e Narcy deve tornare in Inghilterra davanti alla Royal Geographical Society e quindi per qualche numero l’Africa scompare dalla scena, ma non in questo! Nella claustrofobica Vulcan del simpatico capitano Scratch il tema è quello classico in Adam Wild del difficile equilibrio tra uomo e animali. Adam vuole salvare gli animali costretti loro malgrado su una arca moderna che porta verso la cattività, ma per salvare sé stesso e i suoi amici deve anche ucciderne. Come al solito però gli animali più pericolosi e subdoli sono gli uomini (qui i pirati somali).
L’Arca – Adam Wild n.12
Soggetto e Sceneggiatura: Gianfranco Manfredi
Disegni: Paolo Raffelli
Copertina: Darko Perovic
Il fumetto scorre via veloce (merito anche delle tavole di Paolo Raffaelli) e ha il pregio di due lunghe scene di azione: bellissima la tempesta e incredibile e quasi da supereroe il modo con cui nella scena in questione Adam ‘vince’ il gorilla. Non a caso la lotta Adam/Gorilla è scelta anche per la copertina di Darko Perovic.
Ma oltre all’azione c’è spazio per scene secondarie di dialoghi tra Adam e Amina che ci anticipano uno dei temi dei successivi tre numeri (13-15): parafrasando una famosa canzone di Sting si tratta di ‘an African woman in London!‘. Amina lascia un ambiente dalle condizioni di vita difficili per la forza della natura per entrarne in un altro reso insidioso e ambiguo per le macchinazioni dell’uomo.
Le domande agli autori
FumettiAvventura: Per Manfredi, Adam sembra sempre sicuro di quello che fa anche in contesti che non sono necessariamente suoi (un mercantile cargo), e il suo desiderio di aiutare chi (uomini in primis ma anche animali ignari e resi ‘schiavi’) e in difficoltà è davvero una molla che lo fa scattare. Ci sarà una qualche storia in cui scopriremo da dove viene ad Adam questa inclinazione (o dovremo aspettare prima o poi un suo ritorno post n.26)? Perché hai scelto di raccontare un personaggio così netto dopo gli eroi più controversi di Volto Nascosto e Shangai Devil (a mio parere)?
Gianfranco Manfredi: Grazie per le domande. Del passato di Adam, della formazione del suo carattere, si parlerà nei numeri estivi [in AW 20 in particolare n.d.r.]. Per cui non anticipo. Perché ho scelto un personaggio diverso, anzi opposto a quello di Ugo Pastore? Perché mi piace cambiare. Ma questo non significa che Adam non nutra dei dubbii e negli episodi bellici affioreranno e li affronterà a modo suo. Credo che ogni personaggio debba avere la sua personalità, soprattutto se è un personaggio protagonista. Altrimenti se sono tutti varianti dello stesso modello, non c’è bisogno di scriverne tanti, basta scriverne uno.
FumettiAvventura: Per Raffaelli, Manfredi ti ha scelto per descrivere tanti animali diversi (gorilla, leoni, zebre, giraffe, cinghiali…): ti sei divertito a disegnarli? In questo numero il tuo chiaroscuro è perfetto per un ambiente scenico che compare e scompare tra lampi della tempesta e riflessi delle fiamme della sala macchine: innanzitutto complimenti! In secondo luogo quanto sono state dettagliate le indicazioni di sceneggiatura di Manfredi per le scene di azione (ricchissime appunto di chiaroscuri)?
Paolo Raffaelli: Allora… gli animali, non ne ho mai disegnati tanti e così diversi come nei tre numeri di AW, non so il perché di questa scelta di Gianfranco, ma evidentemente la sua esperienza lo ha ben consigliato, perché in effetti ho scoperto di avere una certa facilità e mi ci sono molto divertito. Alcune vignette con animali sono tra le migliori che abbia mai fatto! (non dimentichiamo anche iene e mosche!)
Per quanto riguarda le atmosfere cupe e claustrofobiche, beh… con quelle mi sono sempre trovato a mio agio, anche qui direi che è bravura di Manfredi che ha distribuito il lavoro e le cui descrizioni son sempre puntuali e sorrette da ampia documentazione, in effetti ho lavorato con grande scioltezza.
Alla prossima recensione!
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