Adam Wild Review – La carica degli elefanti (AW 2) e I diari segreti di Livingstone (AW 3)

Scritto da Paolo M.G. Maino

18 Ago, 2018

Per il percorso di revisione della storia editoriale di Adam Wild ripropongo in questo post quanto scritto nel gruppo Facebook L’avventura a fumetti da A(dam) a Z(agor) per i numeri 2 e 3 della serie. Perché due numeri? Perchè in realtà per il numero 2 non ero riuscito a contattare Darko Perovic e quindi il materiale è davvero poco… ma ci rifacciamo con la lunga riposta di Laci alle domande fatte per il numero 3.

La carica degli elefanti-Adam Wild 2

Soggetto e sceneggiatura: Gianfranco Manfredi
Disegni: Darko Perovic (AW 2) e Laci Valdimir Krstic (AW 3)
Copertina: Darko Perovic

 

 

Qui i nomi da dire per presentare questo notevole numero sono: Africa continentale, Frankie Frost, grandi animali.
Lasciata Zanzibar conosciamo la realtà della natura e della dura vita dell’Africa della savana. Un affresco che non ha nulla di dolce, ma ha la concretezza della polvere e del sole.
Frankie Frost si presenta come classico ‘rivale cattivo’ dell’eroe. Continui sono gli accostamenti sulle azioni dei due che di fatto quasi non si incontrano.
I grandi animali sono protagonisti forse nel modo più evidente in tutti i numeri con qui usciti. Bellissime le scene con Elefanti, coccodrilli, ippopotami, leoni e leopardi. E bellissimo l’arrivo finale con la carica degli elefanti di Amina, preannunciato dalla copertina stessa (e Amina sarà elemento molto ricorrente nelle copertine di Adam con una percentuale simile alla presenza di Java sulle copertine di Martin Mystère).
Straordinari i disegni di Darko Perovic.

 


I diari segreti di Livingstone – Adam Wild 3

 

 

Un altro passo nell’Africa sporca, dura e cruda in cui si muovono Adam Wild e il Conte Narciso. Spazi ampi e cuori meschini e chiusi. Gli spazi sono quelli della caccia alla zebra da addomesticare (stupendo il conte a ‘cavallo’ della zebra), i cuori meschini e senza scrupoli sono quelli degli occidentali Frost e Lady Winter (che qui compare per la prima volta e ci affascina già con il suo carisma) ma anche di tanti africani e arabi (su tutti Ashon e Diallo che ritornano in AW 4).
Perché leggerlo/rileggerlo?

1. La scena finale della caccia ai leoni (tragica e insensata e specchio – a mio parere – dell’incapacità di tanti occidentali a capire l’Africa)

2. La battaglia per la difesa di Ujiji con notevoli scene di azione

3. Il carattere di Adam si delinea ancora di più e poi conosciamo pezzi poco noti delle vicende di Livingstone.

Ora le domande:

Per Laci: come è stato l’approccio a Adam? Com’è lavorare su un personaggio nuovo che si contribuisce a creare? Cosa ricorda più volentieri di Adam Wild 3 e 4?

Laici: «Non inizio immediatamente a disegnare, piuttosto prima studio la sceneggiatura e i personaggi con cura. Compio un grande sforzo per la narrazione grafica, così da poter ri-raccontare la sceneggiatura al lettore (con la composizione-posizione delle vignette) nel modo più fedele possibile. È la storia che costituisce l’imperativo! Il cuore e la struttura della storia non devono essere deformate dal disegnatore con nessun tipo di approccio soggettivo. È necessario relazionarsi ai personaggi nel modo più profondo e oggettivo possibile. Volentieri uso ritratti di gente comune se si adattano ad un dato personaggio. Holmes non è l’argomento di cui stiamo parlando adesso ma è semplicemente impossibile per me non pensare al personaggio nel suo essere e questo è un buono modo chiaro per spiegare il mio approccio ai personaggi. Di fatto è stato abbastanza estenuante per tutti noi che stavano cercando il personaggio di Holmes [cioè come rappresentarlo credo]. Non si poteva usare Jeremy Brette a mio parere questo autore inglese era la miglior scelta per Sherlock Holmes mai fatta. Mi ricordo che il mio anziano padre e Brett si assomigliavano specialmente nel viso e nel portamento. Questa impressione la accolsi immediatamente e l’accettazione dei lettori fu decisamente positiva. Il personaggio di Adam era ben dato è definito. So che il mio Adam è parzialmente diverso dall’idea originale e così i personaggi di contorno (Lady Winter e il conte Narcisso…). Siamo ben consapevoli che Adam è un personaggio che combatte per i diritti umani ma è anche un po’ uno spiritoso dongiovanni il che mi ha influenzato nel dargli un pizzico di Clark Gable. Marcissi è un conte, dopo tutto, così un ritratto solo comico era per me poco adatto e così gli ho dato un pizzico di gravità.

Lady Winter… Mia moglie mi guarda nello stesso modo in cui guarda lei quando faccio qualcosa di sbagliato.
Non ho intenzione di forzare la mia posizione personale sui personaggi sugli altri, ma i personaggi sono scelti in modo incredibilmente efficace tanto quanto lo sono le conseguenze delle loro relazioni.
“I diari segreti di Livingstone”… Ho letto la sceneggiatura tutta di un fiato. La scena chiave in questo episodio è l’ultima vignetta di pagina 41 dove Adam, a riguardo della lettura dei diari segreti con Narcisso, semplicemente dice: “questo è lasciato all’Africa da risolverlo da sè”. E l’Africa non l’ha ancora risolto oggi, e neppure il resto del mondo e questo è il modo in cui Manfredi ammonisce di ciò in qualche modo.
L’episodio successivo si lega al precedente continuando la storia di Ashon e Diallo; e lì scende in una dura critica sull’umanità per la mancanza di solidarietà (empatia) verso gli ‘altri’»

 

 

Per Gianfranco Manfredi: quanto tempo (mesi, anni?) ci sono voluti per approfondire il contesto storico? È stato utile il lavoro su Volto Nascosto come introduzione a quel mondo?

Manfredi: «Anzitutto ringrazio per le domande e Laci per la bellissima risposta, della quale non riuscirò ad essere all’altezza. Non so dire quanto tempo ho impiegato per documentarmi, ma siccome ho fatto il ricercatore, prima di scrivere fumetti, se cerco una cosa so come trovarla e in fretta. Mi fa piacere che si sia notata la scena di Frank e Gertrude che si baciano tra i cadaveri dei cuccioli di leoni, perchè è stata una delle scene più eccessive che mi siano venute in mente , e di cui si trovano pochi precedenti, per crudezza esemplare. È un’immagine di sadismo assoluto, che come è stato detto giustamente, ha un suo significato simbolico di come ancora si considera l’Africa: un territorio di caccia spietata, eccitante per questo, al di là di ogni codice morale, politico e sociale. La caccia come orrore. Gelido, programmato, indiscusso. Stragista, di uomini e animali. Ancora oggi per noi, e dovremmo ammetterlo, le stragi che si compiono in Africa, sono meno importanti degli attentati da noi, anche se quelle sono stragi di popoli e pure di animali ormai a rischio sopravvivenza. L’Africa ci fa ancora paura, al punto che preferiamo non sapere. Ci vorrebbe un giorno della memoria anche per l’Africa».


 

Qui potete trovare i link agli altri articoli dell’Adam Wild Review:

 

E per tutto il resto venite a trovarci nel gruppo Facebook L’avventura a fumetti da A(dam) a Z(agor)!

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