Con Il marchio giallo di Carcosa prende consistenza e si dà avvio ad una sottotrama dall’origine lontana nel tempo. Si tratta della saga legata ai Grandi Antichi, sorta di mostruose e potentissime divinità del folle pantheon immaginato da Howard Philip Lovecraft, il cui primo seme è in D8 Dalle tenebre.
Ma la particolarità importante di questo numero risiede soprattutto nel fatto che da qui Mauro Boselli decide di affidare a Emil Kurjak un ruolo decisivo all’interno della saga. Il ‘buon soldatino’ che comincia a sentire su di sé il peso degli anni (rispetto a Tesla, sempre uguale a se stessa, e a Harlan, longevo per la sua natura dampyriana) riceve in questo episodio dentro di sé la Pallida Maschera, un parassita che ha il compito di aprire il ritorno del Re in giallo e tramite questi ai Grandi Antichi.
Siamo sempre dalle parti del ‘multiverso’ dampyriano per come Boselli lo ha immaginato e con una visione di lungo corso, il co-creatore di Dampyr inserisce qui lo starting point della lunga sequenza finale della saga lovecraftiana (che avrà il suo acme tra maggio e ottobre 2019). Ai disegni troviamo l’ottima mano di Marco Santucci che realizza qui la sua ultima prova per Bonelli (ci sono una storia di Tex e una di Dampyr pubblicate successivamente, ma disegnate in realtà in precedenza) prima di migrare definitivamente sui lidi americani della DC Comics. A mio modesto parere, si tratta di un numero particolarmente riuscito e in cui lo stile già fortemente supereroistico di Santucci si sposa bene con la trama di Boselli.
Il marchio giallo di Carcosa – Dampyr n.188
Data di pubblicazione: novembre 2015
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Marco Santucci
Copertina: Enea Riboldi
Tavole: 94
Personaggi: Harlan, Kurjak, Tesla, Anne, Angélique, Pierre, Rabten, Mulawa, Khaled, Eishet Zenumium, Ann Jurging
Luoghi: Praga, Parigi, New York, Carcosa (?)
Tempo: Il presente (?)
Trama: Un video proveniente dalla zona proibita di Chernobyl mostra l’improvviso arrivo di un uomo in condizioni di scarsa sanità psichica e che afferma solo di essere proveniente da Carcosa. Harlan e Caleb pensano che dietro questa apparizione ci sia una qualche faglia del multiverso che possa portare al mondo intermedio dei sogni della oscura città di Carcosa, «la terra dei soli gemelli e delle strane lune», la terra legata ai racconti folli di Chambers e Lovecraft, il luogo da cui i Grandi Antichi potrebbero tornare per dominare su ogni piano di realtà. In contemporanea a Parigi e New York strani eventi sembrano riconducibili ad un altro personaggio dei medesimi racconti, il Re in Giallo, Le Roi en Jaune, titolo di un dramma teatrale che nei racconti di Chambers ha il potere di far impazzire chi lo legge (o chi lo recita). Con una decisione che sarà foriera di importanti conseguenza Harlan si reca a Parigi da Anna e Angélique visto che è proprio quest’ultima che ha le visioni legate al Re in Giallo, mentre Kurjak vola a New York per indagare su una messa in scena teatrale del Re in Giallo. Harlan racconta a Angélique e al suo fidanzato Pierre i miti di Carcosa ma mentre sta parlando si trova catapultato in una visione molto realistica di Carcosa, così realistica da finire bagnato fradicio nel lago di Hali dove riesca di affogare ma viene salvato dalla mano di Pierre che lo riporta allo stato cosciente. Ormai è evidente che Carcosa esiste e probabilmente è lì che è finito Mathis, l’impresario del Grand Giugnol scomparso in D158. Kurjak a New York, intanto, ha scoperto che Grant, il regista dello spettacolo teatrale, ha ricevuto in modo anonimo la stampa del 1890 del primo atto ed è in attesa che il secondo sia «consegnato a mano… e soltanto tre giorni prima di andare in scena». E ovviamente è il secondo atto quello che nella tradizione letteraria fa impazzire. Harlan è preoccupato e mette in guardia l’amico («Sta’ in guardia, Emil!» «Accidenti! Quando mi chiami con il mio nome di battesimo, significa che la faccenda è seria! Ma non temere! Non diventerò più matto di quanto già non sia!» p.36). Ma il Dampyr ci ha visto giusto e Kurjak mentre è a cena in un locale di Chinatown si trova a mangiare con un elegante uomo di origini tibetane, Mgos Zhang Rabten, che ben presto, grazie una droga messa nel bicchiere, trasporta Emil nella città perduta di Yian, capitale del culto degli Dei Ulteriori dove si mostra come sacerdote della Confraternità silenziosa di Kuen-Yuin sul terzo pianeta di Sol.
In un crescendo di dramma, Rabten appone sul volto di Kurjak, incatenato al muro, la maschera della verità, ovvero il parassita della Pallida Morte (p.45). Kurjak si risveglia senza apparenti segni se non un generale stordimento ma guardandosi allo specchio per un attimo vede il riflesso della maschera. Harlan e Caleb decidono tramite Mulawa di mettersi in contatto con una persona particolarmente esperta dei mondi intermedi, ovvero Eisheth Zenumium, ma la succube sembra solo approfittarsi di Harlan che seduce facilmente e trascina in due giorni di piaceri sessuali facendogli solo perdere tempo e iniettando in lui un veleno amoroso («Quando avrò bisogno di te, tu correrai al mio capriccio come un cagnolino! Non ho mai avuto un Dampyr come schiavo d’amore… e sai che è tutto vero…» p.57). Intanto Angélique è scomparsa ed è finita nel mondo da incubo di Carcos dove ritrova Monsieur Mathis, già segnato da una trasformazione fisica simile a quella di Rendberg in D8. Ann Jurging, chiamata in causa da Harlan, conferma che Angélique è a Carcosa.
Kurjak senza far sapere più nulla di sé va alla prova generale dello spettacolo teatrale e di fronte al dramma della regina Cassilda dalla platea sale sul palco con il volto coperto dalla maschera: «Io porto la pallida maschera… vi rivelo la nuda verità.. ognuno di voi ha già sulla pelle il marchio ripugnante della perduta Carcosa…» (p.74). Tutti gli attori vengono svaniscono e scompaiono mentre Grant folle e delirante si trafigge con la spada del Principe Aldones. Tutte le strade ora convergono verso la presunta Carcosa o meglio verso il palazzo nei mondi intermedi dove è imprigionata Angélique. Mulawa porta lì anche Khaled, Harlan e Pierre e scopre che in realtà si tratta di una finzione creata da Mandhur che vuole vendicarsi di Harlan dopo le vicende di D168. Anche Rabten è stato ingannato e tutte le visione dei Grandi Antichi (tra cui Cthulhu) sono illusioni. Kurjak grazie alla Pallida Maschera si accorge della verità e assiste allo scontro tra Harlan che dà libero sfogo ai suoi poteri da maestro della notte perché come gli ricorda Mulawa nei mondi intermedi (come l’Alam-Al-Mithal creato da Mandhur) non ha vincoli di sorta. Mandhur non riesce a rendere suo schiavo il Dampyr e anzi è sconfitto durmente: a gioire per questo esito c’è anche Eisheth che ha tramato fin dall’inizio proprio per vendicarsi della schiavitù a cui era stata sottoposta proprio da Mandhur. Tutto sembra essere stato un tranello della succube Eisheth… ma gli esiti di questa avventura dureranno molto nella saga di Dampyr!
Pagine da ricordare:
p.45 Kurjak riceve la Pallida Maschera… alla fine dell’albo sembra tutto un sogno, ma ben presto i nostri eroi scopriranno che il rito del Maestro Rabten della Confraternita dei Kuen-Yuin è tutt’altro che illusorio.
p.57 La bella Eisheth ha concluso due giorni di amore con il Dampyr e lo ha reso suo schiavo e come gli dirà a p.98 dandogli un ultimo appassionato bacio: «Ma io ho trionfato dove Mandhur ha fallito! Ho reso mio schiavo il Dampyr!… Amami, Harlan Draka!». È l’inizio di una ‘relazione’ che avrà altre occasioni in altre avventure della saga dampyriana.
La copertina: Harlan è sulla riva del Lago Hali di fronte alle torri di Carcosa e alle sue due strane lune in un mondo crepuscolare. Immediatamente ci troviamo trasportati in una realtà ‘altra’ rispetto alla nostra e capiamo che filo conduttore dell’albo sarà il ‘multiverso’.
Cosa scopriamo su…
…il potere delle succubi: Eisheth rende schiavo di amore Harlan e d’ora in poi potrà servirsene per vari scopi. Sicuramente quello che scopriamo è che la capacità di resistenza di Harlan è in questo senso abbastanza relativa e se anche non arriverà mai ad essere totalmente dominato, altrettanto sicuramente potrà liberarsi facilmente in un parallelo che ci ricorda il rapporto tra Tesla e Samael. Un altro elemento è il tempo. Quando Harlan incontra Eisheth almeno un paio di giorni di intensa relazione amorosa passano senza che il Dampyr possa farci niente… ma siamo così sicuri che sia dispiaciuto di questo??? …Harlan unleashed: Quando Harlan si trova nei mondi intermedi, non ha vincoli che lo blocchino nei suoi poteri da Maestro della Notte e ovviamente la sua potenza senza freni è un avvenimento sempre entusiasmante da vedere e per Marco Santucci, ormai proiettato sul mercato fumettistico dei supereroi americani, è doppiamente gustoso rappresentare la scena.
0 commenti