Oltre il Confine – Episodio 2 Sotto l’arco spezzato (febbraio 2020)

Scritto da Paolo M.G. Maino

4 Mag, 2020

È uscito da qualche tempo il numero 3 della nuova serie da libreria Il Confine e quindi pur in tempi di rarefatti acquisti, ci sentiamo più liberi di pubblicare la nostra recensione del secondo episodio Sotto l’arco spezzato nella sezione Oltre il confine.

Caratteristica di questa sezione del blog dedicata al progetto multimediale è quella di unire due elementi e di soddisfare quindi due bisogni: una recensione nel senso tradizionale del termine che guarda al volume a 360° e una analisi piena di spoiler che vuole giocare con gli indizi presenti nell’albo in questione nel tentativo di capire i molteplici segreti del mondo de Il Confine. È un gioco e ci piace condividerlo con voi (e sentire, se vorrete, quello che ne pensate voi). Le due sezioni saranno ben distinte per consentire anche la lettura della sola recensione… ma attenzione che l’occhio casca! Poi non lamentatevi!

Pronti? Varchiamo Il Confine.

LRNZ

Episodio 2 Sotto l’arco spezzato

Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Masi e Mauro Uzzeo

Layout: Federico Rossi Edrighi

Disegni: Bruno Canucciari

Colori: Alessia Pastorello

Copertina: LRNZ

Lettering: Marina Sanfelice

Interviste negli extra: Marco Nucci

The story so far

Cosa sappiamo finora? Un pullman di 11 ragazzi della IV B del Liceo Manzoni insieme ad una professoressa e all’autista sono scomparsi nel nulla con il loro pulmino in mezzo alle Alpi tra Italia e Francia. Dopo un mese dall’accaduto la polizia nazionale e internazionale brancola nel buio e si affida a due investigatori sui generis Laura Denti e Antoine Jacob. La prima ha un passato travagliato ma evidentemente un curriculum di tutto rispetto per simili emergenze, il secondo conosce tutto delle montagne e ha un legame ‘empatico’ con esse. Sono dei modelli di uomini dallo spiccato pensiero laterale e hanno il profilo adatto per affrontare la situazione, ma non hanno a loro vantaggi caratteri particolarmente morbidi. Laura Denti è sanguigna, spigolosa, senza fronzoli; Antoine Jacob è un solitario, poco incline a perdere tempo nel consesso degli uomini e invece proteso a cercare l’armonia (o la disarmonia) nell’equilibrio naturale.

Nel primo episodio in mezzo a ricerche sulle montagne tra valanghe e smottamenti avviene uno strano fenomeno di deja-vù collettivo durante un terremoto e contemporaneamente (ma non so se si possono usare avverbi di questo tipo per Il Confine) un giovane ragazzo, Marco, figlio del proprietario dell’albergo dove è ospitata Laura Denti, muore sbattendo la testa mentre sta cavalcando. 

C’è un collegamento tra i due fatti? Chi sa? Quello che sappiamo è che il pulmino viene ritrovato in posizione impossibile lungo il corso di torrente: dei ragazzi e della professoressa nessuna traccia, ma invece Laura e Antoine ritrovano l’autista: nudo, con la barba lunghissima e delirante.

Il pulmino è pieno poi di strani simboli.

Antoine Jacob

Sinossi del secondo episodio

Nel secondo volume la narrazione procede in modo più lineare: Laura e Antoine riprendono in mano gli indizi. Luogo del ritrovamento, i diari dei ragazzi, le foto dei ragazzi e cercano di interagire con Valerio Curzi, l’autista che in mezzo ai suoi deliri consegna a Antoine (un investigatore davvero poco convenzionale) l’indizio su un luogo tra i monti che il francese pare riconoscere.

E così le strade si biforcano: Jacob prova a recarsi in quel sito, mentre Laura Denti accompagna il commissario di polizia per una assemblea con i genitori della classe IVB (e dei ragazzi della classe scomparsa scopriamo tante cose in più anche attraverso il ricordo in flashback di Aurora, l’unica ragazza sopravvissuta… semplicemente perché malata il giorno della partenza). Che cosa accade poi, ve lo lasciamo scoprire da soli se non avete ancora letto.

La sceneggiatura si conferma su livelli davvero alti, certo come giustamente ha osservato Mauro Uzzeo la lentezza della pubblicazione per l’emergenza COVID-19 rischia di far perdere il filo di una vicenda che richiede una certa frequentazione, ma per ora il clima alla Twin Peaks fa la sua bella figura e restiamo in attesa di quegli spunti lovecraftiani che sembrano sottesi al racconto che era presente nell’art portfolio e che hanno portato a progettare un gioco di ruolo sul modello del Richiamo di Cthulhu

Sul fronte disegni, dopo la prova iniziale di Giuseppe Palumbo, le matite e le chine sono affidate al bravo Bruno Cannucciari che continua a tenere davvero alti gli standard della serie (due numeri non sono già la norma, è vero, ma il redazionale di approfondimento a cura di Marco Nucci con il making of mostra una cura davvero maniacale in tutti i particolari ed è uno spunto di riflessione sul ‘fare i fumetti’ davvero interessante). Le deliranti pagine finali (queste sì, direi dal sapore lovecraftiano) sono un pezzo di bravura da ammirare. Cannucciari per altro mostra un lato poco noto delle sue capacità artistica, visto che finora lo abbiamo conosciuto per il suoi disegni di tratto umoristico per Lupo Alberto. Abbiamo scoperto un artista a 360° come ce ne sono tanti nella nostra tradizione italiana (pensate a Celoni, Mastantuono, Sommacal…).

Come è da ammirare la copertina di LRNZ che di fatto anticipa proprio questa sequenza: Antoine Jacob è sospeso tra vari piani di realtà.

Ora bando agli indugi e alla paura da spoiler e entriamo nella nostra sezione di ipotesi in libertà!

 

Ma prima di entrare in zona spoiler… se non lo avete ancora fatto… procuratevi il volume! Potete farlo dal sito Feltrinelli. Cliccate qui!

 

Andiamo oltre… (zona spoiler! Sappiatelo!!!)

Commento ora alcune vignette e passaggi indicando la pagina:

p.2 eh sì il ripasso del numero precedente è interessante perché ci indica alcune scene considerate importanti (o almeno lo credo) dagli autori e tra queste scene c’è quella di p.25 del primo volume alla cava: un battibecco tra due lavoratori in cui si ricorda di un certo Sandro dal destino poco chiaro ma sicuramente segnato da una brutta morte. Che cosa è successo in realtà? Chi è la vedova? In particolare direi che quello con la barba e brizzolati è uno dei genitori che vediamo poi all’assemblea indetta dal commissario alle pp. 48-53 e penso che anche il secondo sia uno dei padri dei ragazzi, ma su questo ho meno certezze;

p.7 sul suo diario e dal suo luogo di eremitaggio Antoine Jacob scrive «da un momento all’altro avrebbero bussato a quella porta e Antoine sarebbe dovuto tornare in Italia tra le persone» e quindi nella vignetta successiva abbiamo il classico TOC TOC di chi bussa. È un sensitivo? O solo quello che Edgar Allan Poe definirebbe un perfetto ‘analista’? Ah.. il libro che sta leggendo L’uomo che ride di Victor Hugo è una storia di sofferenza e di discriminazione dal tragico finale…

p.9 la nostra attenzione qui va tuta sull’sms che riceve il non particolarmente simpatico giornalista Maurizio Anniballi, spina nel fianco della polizia e di Laura Denti in particolare. Chi si nasconde dietro al +39 171 9900533 e perché è così importante sapere «con chi scopava la professoressa»?

p.13 altra frase chiave di Antoine (che del resto si merita la copertina di LRNZ): «Annoiato dalla gente, presi a studiare i monti e posso dire di conoscerli così bene da prevederne i comportamenti… la sparizione di questi ragazzi, invece, è qualcosa che non comprendo. È connessa ai monti ma non so ancora in che modo. Sono a vostra disposizione finché non lo avrò capito.» Il grassetto è mio, perché è la parola che più mi ha colpito. Comportamenti dei monti? Cosa intende?

p.19-24 innanzitutto mi ha colpito la sintassi delle tavole: perché Uzzeo e Masi passano dal delirante Valerio Curzi, l’autista del pulmino, al misterioso anziano Aurelio? Le reazioni di Curzi sono evidentemente connesse a questo ricco uomo in carrozzella rinchiuso nel suo palazzo. 

p.23 prima abbiamo 4 vignette che ci parlano di intrighi sporchi di politica ed economia e che sono sintetizzati da quello che l’anziano Aurelio dice nella vignetta 3: «il ritrovamento di quel pulmino è un problema enorme. Mi sono spiegato? ENORME!». Il baloon si inserisce su foto della montagna e della cava. Abbastanza logico il collegamento, ma perché il pulmino? E soprattutto perché quando gli fa male l’occhio che ha perso ed è bendato (ma sarà davvero un occhio o è altro?) Aurelio dice «Buono… sta’ buono…». Non si dice ‘buono’ ad una parte del proprio corpo se fa male…

p.26 perché Antoine in vignetta 6 si appunta «Benedetta Conti. La prima tra loro.» Un dato di fatto. Perché?

p.27 e poi p.30 dato enorme e plateale: tutti i diari hanno uno scarabocchio di righe storte, sconclusionate a ghirigori alla pagina del 4/5 dicembre e poi in tutte c’è l’onnipresente simbolo che non si riesce a interpretare.

Bruno Cannucciari

pp.35-36 l’unico che sembra conoscere quel simbolo è l’autista che ne è terrorizzato a morte.

p.43 Anche Aurora, la ragazza che è rimasta a casa perché aveva la febbre, trova sul suo diario alla stesse pagine del 4 e 5 dicembre del diario di scuola simili linee tracciate e il simbolo misterioso (c’è un collegamento con il ricordo che ha avuto della notte all’aperto con i compagni attorno ad un falò?).

p.44 …e in modo ancora più inquietante, perché cancella in modo ossessivo quei disegni del 4 e 5 dicembre?

p.56 dopo il volto nella pietra della prima tavola del primo numero, Antoine si imbatte in un altro volto pietrificato. Che sarà mai?

p.58 Antoine si accorge che la montagna ‘è cambiata’, i sentieri non sono più gli stessi, là dove prima si scendeva ora si sale, svolte nuove si sono create nella montagna, nuovi sentieri si aprono e il commento è «Non è neanche sulla mappa. È meraviglioso». 

p.59-63  Ma a quel punto accade l’impossibile e come già nel racconto contenuto nell’art portfolio, le coordinate spazio-temporali si perdono dentro ad un suono incessante e continuo (NNNNNNNNNNNNNNNN) fino alla caduta in un vortice che altro non è che la forma delle rovine stesse, causata pare anche da una di quelle figure di fuoco già apparse nel primo volume.

p.64 Valerio Curzi è in contatto evidente con questa realtà oltre la sfera sensoriale perché, alla caduta di Antoine e del poliziotto che lo accompagna, urla nella sua stanza di ospedale di fronte al disegno che ha fatto sulla parete e che rappresenta quelle stesse rovine: un portale verso mondi sconosciuti?

Tante domande e tante ipotesi, come vedete! Questo è quello che ho visto io, ma ora sotto con i vostri suggerimenti! A tra non molto per il nostro approfondimento del numero 3!

 

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