Panico a Teatro – Tex 698 (dicembre 2018)

Scritto da Francesco Benati

25 Dic, 2018

Da un paio di settimane è in edicola il nuovo Tex mensile intitolato Panico a teatro che rappresenta il terzo capitolo di una storia quadrupla che terminerà a gennaio. I testi sono del curatore Mauro Boselli e i disegni del fido collaboratore Maurizio Dotti.

Il bello delle storie lunghe è che ci mettono sempre un po’ a partire definitivamente, ma quando lo fanno è sempre una gran goduria, come in questo caso. Dopo un primo numero introduttivo e un secondo in cui si è posizionata la scacchiera e si sono disposte le pedine, con questo terzo episodio inizia finalmente la partita tra Tex e il suo avversario Andrew Liddel, detto il Maestro, uno scienziato folle e sfigurato con dei loschi progetti per la città di New York, insolito scenario in cui il ranger vive la sua prima avventura.

 

 

Panico a Teatro – Tex 698

Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli

Disegni: Maurizio Dotti

Copertina: Alessandro Piccinelli

Riassunto delle puntate precedenti: Tex e Carson sono chiamati ad assistere all’esecuzione del Maestro, ma Andrew Liddel riesce a fuggire grazie all’aiuto di Nick Castle, un giovane criminale affrontato da Tex in un’avventura precedente (El Supremo, sempre per i disegni di Maurizio Dotti). Giunti a New York, i due banditi iniziano la scalata al potere fra le gang cittadine, eliminandone i boss uno per uno. Tex e Carson vengono richiamati in città dal loro amico William F. Cody detto Buffalo Bill, il quale ha un piano per contrastare il Maestro. Nonostante una certa ostilità da parte dell’ispettore della polizia locale Byrnes, uomo tutto d’un pezzo che non crede all’ipotesi di un pazzo dinamitardo in giro per la città, i due ranger riescono a condurre le indagini. Nel frattempo, Nick Castle mette gli occhi su una vecchia conoscenza dei due pards: l’irlandese Pat Mac Ryan.

 

 

Sinossi di Panico a teatro: Tex riesce a stringere un accordo con una gang cinese per mettere le mani su Andrew Liddel, ma il piano non va a buon fine. Alla fine il Maestro rivela il proprio progetto criminoso: un ricatto di due milioni di dollari o i batteri del proprio corpo circoleranno per le acque della città causando la morte di centinaia di migliaia di persone. Tex e Carson, su proposta di Buffalo Bill, mettono in piedi un piano rischioso per catturare il Maestro: inscenare uno spettacolo a teatro e spingerlo ad uscire allo scoperto.
Partiamo da un dato di fatto: questa è una di quelle storie che merita di essere letta tutta quanta insieme e non spezzettata in quattro parti a distanza di un mese l’una dall’altra. Tanti sono i personaggi in gioco, tanto complesso è l’intreccio, tante sono le giravolte di alleanze e ribaltamenti di fronte per poterla apprezzare a pieno in una lettura a puntate.

Ciò non toglie che anche questo singolo albo si dimostra maledettamente valido sotto ogni punto di vista.

 

Lo sceneggiatore Mauro Boselli, con 440 pagine a disposizione, può dispiegare tutto il proprio arsenale stilistico mettendo nello stesso calderone un numero impressionante di personaggi e di avvenimenti e dilatando la narrazione per permettere al lettore di assaporarla come non accadeva da tempo. C’è tutto lo spazio anche per non raccontare niente, ma mostrare frammenti di vita quotidiana e i tradizionali battibecchi dei due pards, specialmente nelle scene esilaranti delle prove a teatro.

Ovviamente non contano il numero di pagine, praticamente tutti gli autori classici di Tex hanno scritto storie memorabili anche in meno di due albi, ma non si può negare il fatto che ai lettori piacciano in particolar modo le storie lunghe dai tre albi su, benché al giorno d’oggi siano molto difficili da realizzare perché la velocità dei disegnatori moderni non è per nulla paragonabile a quella dei loro colleghi degli anni ’70 e ’80.

 

Infatti è grazie alla rapida penna di Maurizio Dotti se questa storia è potuta entrare in lavorazione. Il buon Dotti, a dispetto di un tempo a disposizione abbastanza risicato per questa avventura extra-large, è riuscito a fare un ottimo lavoro.
Con il suo stile classico, unito ad inquadrature moderne, Dotti incarna appieno il Tex contemporaneo e ce ne fa desiderare ancora di più. Considerata la sua velocità, il Texone su quale dovrebbe essere già al lavoro vedrà la luce in tempi ragionevolmente brevi, forse addirittura nel 2021.

In sintesi, un altro ottimo albo per una storia che ha tutte le carte in regola per diventare un nuovo classico della serie. L’unico neo che mi sento di trovare è che a tre quarti della storia non è ancora chiaro il ruolo svolto dall’irlandese Pat Mac Ryan all’interno della vicenda. Sarebbe un peccato se Mauro Boselli l’avesse inserito giusto per il piacere di farlo, data la sua nota debolezza per il simpatico pugile con tanti muscoli e poco cervello, ma la speranza è che l’ultimo albo sveli la parte riservata a Pat.

 

Per ora, terzo pollice alzato consecutivo e speriamo che di poter fare poker a gennaio.

 

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