Il ritorno di Proteus – Tex 693 (luglio 2018)

Scritto da Francesco Benati

18 Lug, 2018

Da qualche giorno è uscito nelle edicole Il ritorno di Proteus, il nuovo albo di Tex scritto da Pasquale Ruju, finora il mattatore di questa prima metà dell’anno del settantennale del ranger e disegnato dall’esordiente Bruno Ramella. Esordiente per modo di dire, visto che Ramella, oltre ad essersi fatto abbondantemente le ossa sul Nick Raider di Claudio Nizzi, ha anche lavorato a lungo su Magico Vento di Gianfranco Manfredi e si è dedicato, tra le altre cose, anche alla miniserie Coney Island sempre di Manfredi.

 

 

Il ritorno di Proteus – Tex 693

Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju

Disegni: Bruno Ramella

Copertina: Claudio Villa

Proteus, alias Perry Drayton, è evaso dal carcere di Yuma ed è tornato per vendicarsi. Il vecchio zio, che per lui sognava una vita del tutto diversa, è il primo a fare le spese della sua voglia di vendetta. Per sfortuna del trasformista, sulle sue tracce ci sono due irriducibili mastini come Tex e Carson, i quali non hanno la minima intenzione di farsi sfuggire questo loro vecchio avversario.
Ok, lo ammetto: a me Proteus non mi è mai piaciuto.

 

 

Certo, le storie che lo hanno visto protagonista (tre in tutto, due di Bonelli e una di Claudio Nizzi) mi sono piaciute più o meno tutte, ma lui, in quanto personaggio, mi ha sempre detto poco. Non ho molta simpatia per questi fenomeni da baraccone che si travestono così abilmente da riuscire a ingannare chiunque e quindi non ero particolarmente entusiasta di questo nuovo ritorno.

Ritorno che, però, mi ha piacevolmente colpito sotto diversi aspetti: intanto è disegnato benissimo da Ramella e non fa rimpiangere il lavoro di Guglielmo Letteri, finora l’unico interprete di Proteus. E poi c’è la sceneggiatura di Pasquale Ruju, la quale si inserisce bene nel filone del genere.

Il Tex di Ruju è molto vicino al classico di GL Bonelli, pur presentando le inevitabili differenze dovute al divario d’età e cultura fra i due autori. Ruju viene da un mezzo capolavoro come Cuore Apache, peraltro recensito su queste pagine e quindi si trova nella non facile posizione di dover bissare una storia bellissima come quella sopra citata.

Per sapere se c’è riuscito ci toccherà aspettare il prossimo mese, per ora possiamo solo dire che la sceneggiatura scorre liscia come l’olio ed è imbottita del solido mestiere di Ruju, uno dei più attivi sceneggiatori bonelliani degli ultimi venticinque anni.

 

Molto bene quindi il lavoro di Ruju, con la speranza che la parte finale si concluda nella maniera più degna possibile.
Bene, anzi, benissimo anche Bruno Ramella, il quale è riuscito a centrare Tex sin dal primo colpo. Ci sono disegnatori che necessitano di anni prima di trovare la giusta misura con il ranger, mentre questo nuovo disegnatore, forte anche della notevole esperienza maturata, colpisce perfettamente il bersaglio. Il suo Tex ricorda alla lontana quello di altri autori che si sono cimentati con il ranger nel corso degli anni, in particolare lo spagnolo Victor De La Fuente, il quale però non ha mai lasciato una grande impronta nel cuore dei lettori.
Quello di Ramella, a giudicare dai commenti letti in giro, ha riscosso un apprezzamento pressoché unanime.

 

 

Aldilà della rappresentazione di Tex, Ramella dimostra un’ottima padronanza del genere western (nonostante gli anni di digiuno da Magico Vento) e la sua gestione delle scene è sempre ottima.

Un ottimo acquisto per Tex, insomma, con la speranza che Ramella rimanga dalle parti dell’Arizona ancora per molto tempo.

Questo primo albo che compone la doppia storia del ritorno di Proteus è senza dubbio buono, ricco di scene che rientrano nella più classica tradizione della lunga lotta fra Tex e il trasformista.

E per voi? Come è stata questa doppia di Tex? Parliamone nel gruppo facebook L’avventura a fumetti da A(dam) a Z(agor)!

E se volete ripercorrere gli ultimi numeri, ecco qua i link alle recensioni:

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