Adam e Amina tornano a camminare insieme in una storia dalle tinte dure e spigolose (come il tratto di Tucic) dominata da amore, gelosia, leggi primordiali e primordi dell’uomo (scusate il bisticcio voluto).
Una storia non facile da leggere: dov’è il paradiso di cui parla il titolo? La copertina ci fa capire subito che il tradimento è dietro l’angolo e forse Adam(o) non è proprio destinato ad un calmo Eden. Si conclude in qualche modo la linea narrativa che riguarda l’anello mancante e aggiungiamo un altro pezzo importante nella nostra esplorazione dell’Africa: il cratere di Ngorongoro (‘profondo profondo’ come spiega Adam a Narcy che con pronta battuta risponde ‘capito capito’).
Una storia da rileggere anche per la secca presentazione di quella legge della natura a cui è giudicato Londo.
Fuori dal paradiso – Adam Wild n.7
Soggetto e sceneggiatura: Gianfranco Manfredi
Disegni: Zoran Tucic
Copertina: Darko Perovic
Ma Tucic con il suo segno decisamente espressionista ha fin dal principio mostrato il paradiso come un luogo pericoloso e infido, non solo nella feroce sequenza di Amina a caccia del rinoceronte (l’Amina più guerriera e selvaggia dell’intera serie, senza alcuna delicatezza femminile), ma persino nel modo di alterare le ombre, che non sono naturalistiche, ma a chiazze, come se lì persino le leggi della luce fossero sospese. Ho trovato questa interpretazione affascinante nella sua stranezza e anche se capivo che per i lettori bonelliani questo sarebbe stato un episodio così poco abituale da risultare difficile da digerire, mi è parso che nel contesto della serie ci stesse benissimo. Delle punte estreme ogni tanto ci vogliono. La storia in sé è invece molto semplice. Forse la più lineare tra quelle che ho scritto. E hai ragione: non c’è ironia, se non in senso drammatico. L’ironia drammatica sta nel fatto che i nostri eroi si sono recati in quel posto aspettandosi il paradiso e invece hanno trovato se non proprio l’inferno, una natura la cui legge fondamentale è la violenza . I Masai vivono in un recinto, cercano di scansare conflitti anche tra loro, non entrano in zone che sono territorio di caccia degli animali. Insomma, in quel luogo, si sono sottratti alle minacce della Via degli Schiavi, ma vivono in una sorta di esilio.
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