Pianeta di sangue – Dampyr 221 (agosto 2018)

Scritto da Paolo M.G. Maino

30 Lug, 2018

Come per il Color Zagor La giustizia di ‘Wandering’ Fitzy recensito dal nostro Francesco Benati, anche per il Dampyr di Agosto, Pianeta di sangue, anticipiamo di qualche giorno la recensione perché abbiamo avuto modo di partecipare alla presentazione in anteprima di giovedì 26 luglio presso il Bonelli Point di via Marghera a Milano, un luogo che per Milano e dintorni (ma sono dintorni ampi) sta diventando sempre più una bella occasione di incontri tra appassionati e autori.
L’occasione dell’incontro è stata la pressoché contemporanea uscita nelle edicole di due fumetti di due diverse testate sceneggiati dallo stesso autore: si tratta di quel Giorgio Giusfredi, redattore e braccio destro di Mauro Boselli in casa Bonelli, che dai fornelli (ottimo chef) ha seguito un’altra grande passione (la lettura e i fumetti) e ha trovato posto nella fabbrica di sogni italiana: la Sergio Bonelli Editore. E l’incontro è stato di fatto la ‘celebrazione’ di questo evento con tutta l’ironia e la simpatia umana che contraddistingue tante persone che lavorano per la casa editrice di via Buonarroti: i ‘maestri’ di Giusfredi – Boselli, Burattini e Colombo – hanno preso bonariamente in giro il giovane redattore e nello stesso tempo hanno fatto capire quanto Giusfredi abbia saputo imparare dai loro suggerimenti; i disegnatori dei due albi, Laurenti per Zagor e Fortunato per Dampyr, hanno raccontato il loro lavoro per la Bonelli e per questo albo in particolare in cui il confronto con lo sceneggiatore Giusfredi è stato davvero intenso, fraterno e ricco di spunti.

 

Pianeta di sangue – Dampyr 221

Soggetto e sceneggiatura: Giorgio Giusfredi

Disegni: Alessio Fortunato

Copertina: Enea Riboldi

Chiusa questa breve cronaca dell’incontro al Bonelli Point, è ora arrivato il momento di addentrarci nella recensione cercando di ridurre al minimo gli spoiler, ma almeno un elemento – se non si fosse già capito – va anticipato: il nemico di Harlan Draka è il maestro della notte Graf von Henzig.
Henzig è stato ideato proprio da Giusfredi che ce lo ha presentato per la prima volta grazie ai disegni di Cropera in Bloodywood (D203), la sua prima storia lunga di Dampyr a venire pubblicata. Ed è merito di Giusfredi se il cinefilo maestro della notte si è conquistato un ruolo importante tra i nemici di Harlan: Mauro Boselli avrebbe preferito chiudere la sua linea narrativa nell’arco di un solo numero, ma un pranzo a tre tra Boselli, Giusfredi e Colombo ha portato all’ideazione di una lunga sottotrama. Henzig è infatti apparso dopo Bloodywood anche in Horror Movie (dove ha attentato alla vita di Kurjak per arrivare a Harlan), in Danse Macabre (dove ha provato a fare lo stesso con Tesla), in Tutto per amore e ora in Pianeta di Sangue. Sarà la sua ultima comparsa? Lo scoprirete leggendo! 5 albi sono però già un numero molto importante che dà respiro e profondità a Henzig (le cui fattezze sono modellate su quelle dell’intrigante volto dell’attore Benedict Cumberbatch) e aggiungo che ce n’era bisogno. Troppo spesso maestri della notte passano come stelle cadenti nella saga di Dampyr, ma dopo la trilogia 200-202 con Marsden a leccarsi le ferite e dopo la morte di Nergal sconfitto in forma di Golem in Dampyr 217 c’è bisogno di maestri che diano del filo da torcere a Harlan e almeno fino a Pianeta di Sangue, Henzig rientra a pieno titolo in questa categoria (la bella Ah-Toy creata da Falco meritava per me maggiore fortuna, ad esempio…).

 

Henzig incarna uno degli spiriti di Dampyr, il gusto per i riferimenti a contesti artistici e letterari ben precisi e che affondano nelle radici della cultura alta e pop: in questo caso il gusto per la storia del cinema e per il cinema horror in particolare (come già visto in Bloodywood e Horror movie). Inoltre Henzig ha un’altra delle caratteristiche che ho sempre apprezzato in tanti maestri della notte nel loro scontrarsi con Harlan: la noia. Quel supremo dei sentimenti (come direbbe Giacomo Leopardi) diventa nella millenaria esistenza dei maestri della notte un pungolo a cambiare, a trovare nuove strade, nuove zone di caccia e soprattutto a cercare di confrontarsi con la morte, presenza così costante ma anche così lontana nella vita degli arcivampiri inventati dal duo Boselli e Colombo. Queste due caratteristiche di Henzig si approfondiscono ulteriormente nel numero di Dampyr in uscita in questi giorni.

Un breve sinossi dell’albo: in Pianeta di sangue, compare come personaggio Georges Meliès, geniale e visionario antesignano del cinema di orrore e di fantasia del quale si immagina un perduto film – intitolato Pianeta di Sangue appunto – in grado di trasformare gli spettatori in assetati assassini. Lo spettacolo passa quindi dallo schermo alla platea. La pellicola scompare dopo una sola proiezione, ma Henzig è pronto ad utilizzarla di nuovo per intrappolare Harlan. Nel presente Harlan è in visita a Parigi con la giovane Ljuba ospiti da Anne, amica di vecchia data dell’ammazzavampiri che gestisce una libreria indipendente nella capitale della Francia. Dire di più sarebbe rovinare i tanti colpi di scena che Giusfredi riesce sapientemente ad inserire nella sua sceneggiatura ben bilanciata e orchestrata nelle canoniche 94 tavole. Aggiungiamo due altri elementi attorno a cui ruota la vicenda: Parigi e Ljuba. Parigi è ancora una volta teatro di una bellissima storia di Dampyr e dopo Praga si conferma seconda città magica con le sue atmosfere romantiche e con il suo splendore che si lega all’inizio del Novecento (proprio quando il cinema muoveva i suoi primi passi). Il rapporto con Ljuba si conferma punto debole e anche, ovviamente, centro di sentimenti contrastanti per Harlan. La giovane ragazza non è più Lisa, ma l’amore quasi da padre che il Dampyr prova per lei fa fatica a coniugarsi con la vita frenetica e piena di rischi di Harlan. Come si evolverà? È una sottotrama che ha ancora molto da dirci.

La storia di Giusfredi è in sintesi molto convincente, pienamente dampyriana, godbile nel suo essere autoconclusiva (come un bel film dell’orrore) e allo stesso tempo altro tassello importante della saga di Dampyr.
E veniamo ai disegni di Alessio Fortunato che qui si conferma autore di prim’ordine. La sua penna ‘bic’ (è sì non pennini né pantoni per le chine, ma una penna ‘bic’ che comporta miliardi di linee per tavola soprattutto per quelle piene di scuri) ricostruisce magicamente Parigi, riproduce le locandine originali di film degli inizi del Novecento, dà forma concreta all’immaginario di Giusfredi soprattutto per le scene violente e splatter del film maledetto Pianeta di Sangue. E poi i volti: bellissimi quelli di Henzig, di Meliès, di Lisa, di Anne, di… (no questa non posso dirla perché se no spoilero). Un curiosità: Fortunato si può fregiare del merito di aver partecipato alla copertina visto che la locandina del film maledetto è tratta da una sua vignetta e l’opera di Riboldi è stata in questo caso solo la bella figura di Harlan insanguinato e con il pugnale in mano.

Un fumetto da leggere e da rileggere in questa ricca estate Bonelli!

E voi che ne pensate di questa storia? Venite a trovarci nel gruppo Facebook L’Avventura a fumetti da A(dam) a Z(agor) per parlarne!
Se avete perso qualche recensione qui di seguito il link a tutte quelle presenti nel blog: 121214215216217218219220.
E vi ricordo anche il progetto del Dampyr index!

Tutte le immagini sono di proprietà della Sergio Bonelli Editore.

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