Il Sud-Est asiatico e in generale la cultura orientale sono molto amati da tanti sceneggiatori di Dampyr e in primis dal curatore della testata Mauro Boselli. Dalla epica doppia che ha portato per la prima volta Harlan in Giappone insieme al ronin Kenshin (Dampyr 77-78), parecchie volte Harlan e soci hanno avuto a che fare con contesti dell’estremo oriente, basti pensare che nell’ultimo anno di vita editoriale Harlan ha vissuto, grazie a Giovanni Eccher una intensa lotta tra Cambogia e Thailandia, si è recato in supporto di Kenshin in Giappone per il mistero della donna con la bocca squarciata (D216) orchestrato da Stefano Piani, e ha affrontato una temibile maestra della notte, Ah-Toy, nei quartieri di Chinatown (D215) di San Francisco.
La riscossa di Ah-Toy – Dampyr 220
Soggetto e sceneggiatura: Claudio Falco
Disegni: Vanessa Balerdo
Copertina: Enea Riboldi
Ed è proprio Ah-Toy a tornare nella storia ricca di azione di Dampyr 220 La riscossa di Ah-Toy. Claudio Falco, che ha creato la bella maestra della notte, dopo la sua fuga dalla California, la riporta in Oriente e precisamente a Kuala Lampur la capitale della Malesya. Qui Ah-Toy ricrea in breve tempo un impero criminale servendosi degli umani come burattini sacrificabili al suo capriccio e appoggiandosi su un gruppo di non-morti che agiscono da pirati grazie anche vari amuleti che contengono la materia di Ah-Toy stessa. Illusioni, nebbie, eliminazioni rapide e generalmente prive di tracce che possano far sospettare la presenza di Ah-Toy sono gli strumenti del terrore con cui la maestra della notte conquista posizioni tra le mafie orientali.
Ma per un fortuito caso una piccola traccia è scoperta da Jim Falluja che informa Harlan e soci. È il classico avvio di tante storie di Dampyr (e Claudio Falco dimostra di sapere usare con sicurezza lo stratagemma narrativo). Con l’intervento anche di T-Rex la lotta ad Ah-Toy si fa sempre più serrata e d’altra parte anche la maestra della notte vuole farsi trovare per attirare il Dampyr in una trappola mortale. Le ultime pagine (da p.65) sono di continua azione in omaggio quasi al cinema dal movimento continuo di tanti registi orientali alla John Woo.
Non aggiungo altro per non togliere il piacere della lettura.
Solo un breve accenno e un commento con spoiler (ben evidenziato): molto bella tutta la scena chiave nel mattatoio di Ah-Toy, come anche l’arrivo all’isola nascondiglio;
[spoiler:]
Ah-Toy che si è mostrata ricca di poteri importanti viene eliminata forse troppo presto (ma è vero che come ha commentato Falco in un post: morto un maestro della notte, se ne fa un altro!).
Vanessa Belardo è il secondo ottimo esordio nello staff dampyriano dopo quello di Giorgio Gualandris. Vanessa cura i dettagli dei luoghi con grande precisione e realismo, è ottima nelle scene di azione, è dimostra già una più che discreta famigliarità con Harlan, Kurjak e Tesla. Il suo punto di forza sono decisamente le rappresentazioni della figure femminile. Ah-Toy, già bella nei disegni di Luca Raimondi in Dampyr 215, diventa ancora più suadente e affascinante nelle sue movenze in questo numero. Il suo viso (che giganteggia anche nella copertina di Enea Riboldi) è uno tra i più belli tra i tanti personaggi che hanno attraversato la lunga storia editoriale di Dampyr finora. Insomma un esordio che ci fa ben sperare per la prossima sua storia (che sarà su testi di Piani).
E voi che ne pensate di questa storia? Venite a trovarci nel gruppo Facebook L’Avventura a fumetti da A(dam) a Z(agor) per parlarne!
E vi ricordo anche il progetto del Dampyr index!
Tutte le immagini sono di proprietà della Sergio Bonelli Editore.
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