Mister No Story – Morte nel Sertão (n.4)

Scritto da Paolo M.G. Maino

20 Nov, 2020

Entra nel vivo la bellissima storia di Nolitta e Bignotti ambientata nel Sertão brasiliano e continuano anche le nostre pillole di riflessioni che abbiamo voluto chiamare Mister No Story e che si accompagnano all’uscita settimanale della riedizione cronologica a colori in ampio formato di SBE/Gazzetta dello Sport dei primi (almeno) 60 numeri della serie Mister No. Noi di FumettiAvventura siamo legati fin dal titolo a questo personaggio e ovviamente stiamo seguendo con gusto questa ristampa.

Non si tratta di vere e proprie recensioni, ma di spunti veloci e suggestioni.

 

 

Morte nel sertão – Mister No n.4 (settembre 1975)

Soggetto e sceneggiatura: Guido Nolitta

Disegni: Franco Bignotti

Copertina: Gallieno Ferri

 

In guerra, ma con riluttanza

Mister No è così. Si muove con un impeto che è sempre spinto nelle decisioni importanti da un forte senso della giustizia e della difesa dei più poveri, deboli e svantaggiati ma poi quando si trova in mezzo alla violenza, usa le armi (e lo fa con rara abilità) eppure poi, pur riuscendo a risolvere situazioni difficili, prova un rimorso che in poche occasioni avevamo visto fino a quella data (1975). L’unico paragone che mi viene in mente è Zagor racconta, altro capolavoro nolittiano. Mister No in questi primi numeri continua a ribadire che scappa dalla violenza ma poi ci ricade.

 

 

Il Sertão

Che scelta quella di Nolitta! Ci ha fatto vedere i colori dell’Amazzonia più profonda e la sonnolenta Manaus e dopo una manciata di numeri ci porta in uno scenario completamente diverso. Jerry Drake è un Ulisse moderno che ha in Manaus la sua Itaca, ma da quella agognata Itaca è spesso tenuto lontano volente o nolente. E poi al lettore medio di fumetti italiano degli anni 70 (e forse anche di oggi) Sergio Bonelli apre così le porte di una geografia reale che non ha nulla da invidiare a quella fantastica di Darkwood e dintorni. E ovviamente la geografia naturale diventa subito anche geografia umana e storia della politica per un racconto di Avventura che non dimentica i drammi della storia. E i Cangaceiros come dicevo già nella scorsa puntata di Mister No Story sono una storia già di per sé ricca di fascino.

 

Le teste parlanti di Bignot

Una chicca del fumetto d’altri tempi che il grande Bignotti ha continuato a riproporre su Mister No e che ho sempre trovato gradevole: la vignetta su sfondo bianco che presenta solo la testa di un personaggio che da narratore alla vicenda. È l’esito metafumettistico delle vecchie didascalie che si trasformano da ‘narratore esterno’ freddo e distaccato a ‘narratore interno’ alla vicenda. Non si fa più è vero anche se nel primo numero di Nathan Never (disegnato dal mitico Claudio Castellini) mi ricordo una tavola in cui il buon Nathan ‘recita’ le tre leggi della robotica: una trasposizione moderna (1991) di queste teste parlanti di Bignotti.

 

 

Ze’ Baiano

Mi sono sempre piaciuti questi personaggi mordi e fuggi, caratterizzati da Nolitta in poche azioni e battute per poi essere destinati a lasciare il fumetto dopo poche tavole. Sono pennellate di realismo che danno profonditi alla narrazione e agli obiettivi di una serie che sta muovendo i suoi primi (e sicuri) passi. Ho scritto tra parentesi ’sicuri’, ma lo ribadisco ora fuori dalla parentesi: Mister No nasce da Nolitta con un’idea più forte e chiara di quella da cui erano partiti i pionieristici Tex e Zagor.

 

 

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