Gli occhi del destino – Zagor Darkwood Novels n.1 (giugno 2020)

Scritto da Francesco Benati

9 Giu, 2020

Da un paio di settimane è in edicola Gli occhi del destino, il primo numero della nuova miniserie di sei numeri dedicata a Zagor, l’eroe di Darkwood creato da Guido Nolitta, alias Sergio Bonelli, e Gallieno Ferri nel lontano 1961. La nuova collana ha l’evocativo ed altisonante titolo di Darkwood Novels e vedrà all’opera una serie di disegnatori ospiti che non si sono mai, o quasi, cimentati con il personaggio. Il primo numero è scritto dal curatore Moreno Burattini, sceneggiatore anche degli episodi successivi, e disegnato dalla prestigiosa guest star Giovanni Freghieri, già visto all’opera sullo Spirito con la Scure l’anno scorso nel penultimo numero della miniserie Zagor: Le origini.

Michele Rubini

 

Gli occhi del destino – Zagor Darkwood Novels n.1

Soggetto e Sceneggiatura: Moreno Burattini

Disegni: Giovanni Freghieri

Copertina: Michele Rubini

 

Partiamo proprio da Le origini

Il successo di quella miniserie, anch’essa in sei numeri, ha spinto la Sergio Bonelli Editore a mettere in cantiere una seconda collana che si differenziasse dalla precedente. D’altronde, il fantasma della quasi contemporanea serie Tex Willer, in cui Tex è un giovane fuorilegge solitario, aleggiava troppo su un’eventuale prosecuzione delle storie di Zagor. Perciò, si è optato per qualcosa di totalmente diverso.

Innanzitutto si ripropone la formula della miniserie, a mio avviso ottima per lo spirito della collana, nello stesso formato di Tex Willer, ma con un’impostazione diversa: le Darkwood Novels si pongono l’obiettivo di indagare l’aspetto più umano e introspettivo di Zagor, quello che più faticosamente emerge da quelle storie fatte di avventure rocambolesche e fantasmagorici avversari. Se proprio volessimo sintetizzare, potremmo dire che l’approccio di questa nuova serie è più vicino al Ken Parker di Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo.

Naturalmente tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e il mare sono questi sei albi che ci terranno compagnia fino all’autunno.

Giovanni Freghieri

La storia

 

Il racconto si apre a Philadelphia nel 1860, un’epoca di circa venti o venticinque anni successiva a quella di Zagor, eroe di cui si sono perse le tracce e il giornalista Hodgson vuole scrivere dei romanzi su di lui. Dopo aver appreso tutto sulle sue imprese più eroiche, decide di scoprire qualcosa di più sull’uomo, qualcosa che solo le persone che lo hanno conosciuto più nell’intimo possono conoscere. Si imbatte quindi in un misterioso personaggio che afferma di conoscere molto bene Zagor e che, anzi, Zagor stesso è stato fondamentale nella sua vita. 

Sollecitato da Hodgson, il misterioso personaggio racconta di una storia che ha visto protagonista Zagor molto tempo prima.

La bella Kendra è una donna in fuga ricercata da un gruppo di individui senza scrupoli e Zagor è sulle sue tracce per conto dello sceriffo. La donna, però, convince lo Spirito con la Scure di essere poco più che una vittima delle circostanze e cerca il suo aiuto. Zagor accetta e fra i due nasce una storia breve, ma ricca di passione.

Difficile sintetizzare ulteriormente questo racconto, per quanto breve, evitando di incappare in incauti spoiler. Altrettanto difficile è cercare di analizzarlo senza rivelare troppo, soprattutto riguardo al finale, ma ci proverò.

Cominciamo con il dire che tra gli obiettivi di questa miniserie c’è anche quello di accaparrarsi dei potenziali nuovi lettori, oltre che rivolgersi agli storici, quindi si avverte la necessità di scorporare il commento tarandolo su tre tipi di acquirenti: il neofita, quello che non legge Zagor da una vita e quello che lo legge da prima ancora che uscisse.

 

Lettore di fumetto casual che non ha mai letto Zagor

 

Potenzialmente il lettore che potrebbe uscire maggiormente soddisfatto dalla lettura del fumetto. Si troverà di fronte a un racconto senza dubbio avventuroso, ma in cui vengono trattate tematiche scottanti come lo stupro e la prostituzione che difficilmente troverebbero posto sul mensile classico. Farà la conoscenza di un’eroe valoroso che non è il classico marcantonio tutto d’un pezzo, che a volte si sbaglia e, udite udite, non è detto che vinca sempre. Questo potenziale lettore potrebbe anche essere invogliato a recuperare le storie principali della serie regolare per provare a capire chi potrebbe essere il misterioso personaggio che racconta la storia, personaggio mai menzionato e di cui non vediamo neppure il volto.

 

Lettore che leggeva Zagor da bambino/ragazzino negli anni ’70 e che lo prende per curiosità

 

A mio avviso la tipologia di lettore il cui giudizio potrebbe essere più ballerino. Alcuni, quelli che lo comprano per fare un salto indietro nel tempo, potrebbero non ritrovare il personaggio della loro infanzia (bubbole, perché Zagor più o meno è sempre lui), mentre altri potrebbero apprezzare questa svolta più adulta.

 

Lettore che ha la collezione completa di Zagor, si è costruito la scure con materiali di fortuna e di notte sogna di vivere a Darkwood

 

Senza dubbio alcuno il lettore più difficile da accontentare e la comunità dalla quale emergeranno i commenti più divisivi. Proporre allo zagoriano medio qualcosa che esca dalla tradizione è sempre un campo minato. In questo albo troveranno una storia di Zagor lunga 50 pagine (più prologo ed epilogo), dove l’eroe è più uno spettatore degli eventi e la sua figura non è centrale come nelle storie classiche (e dove, a un certo punto, fa pure la figura del fessacchiotto). Aggiungiamoci che i disegni di Freghieri, per quanto bellissimi, sono lontani dalla tradizione e abbiamo il quadro completo.

Però, cari lettori, sempre ammesso che vi ritroviate in una delle categorie sopra citate, a questo punto vi chiederete: sì, va bene, ma a te è piaciuto o no?

 

Il giudizio di Francesco

 

A me sì e io sono uno zagoriano di quelli duri e puri. Ci ho trovato uno Zagor leggermente diverso dal solito, ma sempre inserito nel solco della tradizione, ci ho trovato una storia in cui riecheggiano gli echi di Zagor racconta (non posso dire perché per timore degli spoiler), ci ho trovato dei disegni molto belli e il toto-personaggio misterioso ha contagiato anche me, ma di questo parleremo dopo.

Tra gli aspetti negativi, posso dire che la brevità del racconto ha inevitabilmente portato alla compressione di alcune scene. Se consideriamo che, sotto sotto, si tratta di una storia di spionaggio, il risultato finale è un po’ farraginoso e alcuni passaggi potrebbero risultare troppo arditi per il lettore più distratto.

Infine, se l’obiettivo era quello di raccontare uno Zagor più intimo e meno conosciuto, per ora direi che l’albo centra il bersaglio, ma nei cerchi più esterni. Vediamo se dal prossimo albo ci si avvicinerà sempre di più al centro.

Veniamo al toto-personaggio misterioso. Naturalmente è troppo presto per pronunciarci, ma una mia idea me la sono fatta: senza fare nomi, dico solo che, per me, il personaggio misterioso è una donna. Il motivo è che questo figuro si esprime sempre in maniera asessuata: non parla mai di se al maschile o al femminile, ma i suoi dialoghi sono costruiti in modo tale che non si capisca se sia uomo o donna. E anche Hodgson non fa cenno alla sua sessualità, aspetto che mi ha spinto a fare due più due. Riguardo a chi potrebbe essere questa donna, sempre che di donna si tratti, aspetto almeno un altro paio di albi prima di fare i nomi.

Menzione d’onore, poi, per la bellissima copertina di Michele Rubini, a suo tempo disegnatore dello staff di Zagor e che ora si dedica alle cover delle miniserie (sue anche quelle di Le origini) e a quelle dell’edizione americana del personaggio.

Per concludere, che si è fatta una certa, posso dire che si tratta di un buon primo albo che permette di osservare il nostro eroe sotto una luce leggermente diversa. Ideale punto di accesso per i neofiti, ma anche piacevole divagazione sul tema dei lettori più accaniti.

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