Adam Wild Review – Le notti di Mombasa (AW n.10)

Scritto da Paolo M.G. Maino

6 Feb, 2020

E la farsa diventa tragedia‘, così viene presentato l’albo nel preview Bonelli del mese precedente. Provo in questa revisione a rendere conto di questo giudizio, unica via – probabilmente – per capire un numero così unico finora tra quelli pubblicati.
Innanzitutto gli indizi: 1. la scelta di Sommacal come disegnatore non è casuale, il suo curriculum ce lo fa conoscere infatti come grande autore del fumetto umoristico o comico e quindi Manfredi volutamente lo sceglie per questo numero; 2. Il numero di ‘battute’ pronunciate da tanti personaggi nelle prime pagine è davvero molto alto (ne ho contate 26 nelle prime 40 pagine); 3. I personaggi che calcano la scena sono espressamente caricaturali (non parlo dei due attori solamente) ma anche del comandante Dundee o di Hart.

Le notti di Mombasa – Adam Wild n.10

Soggetto e sceneggiatura: Gianfranco Manfredi

Disegni: Giorgio Sommacal

Copertina: Darko Perovic

Insomma tutto fa pensare a uno spensierato intervallo prima della trasferta inglese (e prima del Kilimangiaro in AW. 11). Ma poi il tono cambia ed è Lady Winter a portare su altri binari la vicenda. Una vicenda che vede poi un duello/non duello (e ancora comico da tanti punti di vista); una morte di Eroe che poi non si rivela tale e una inaspettata morte (ma sarà così? C’è sempre il motto ‘corpo non vedo, morte non credo‘!) di un rivale; e c’è anche un significativo ulteriore passo avanti della relazione Adam/Amina.

La farsa diventa davvero tragedia o almeno dramma!

È un numero rischioso e tutt’altro che scontato grazie alla sceneggiatura di Gianfranco Manfredi e ai pennelli di Giorgio Sommacal. Da riscoprire anche nel suo essere capitolo secondo della relazione tra Adam, Amina e Gertrude dopo il primo momento di triangolo nel numero 9 disegnato da Massimo Cipriani.

Le domande a Giorgio Sommacal

FumettiAvventura: come è stato il tuo approccio a Adam?

Giorgio Sommacal: Difficoltoso. Per un disegnatore umoristico confrontarsi con il genere bonelliano è molto dura, bisogna fare attenzione soprattutto a non deformare troppo in senso grottesco, e non parlo solo del disegno ma anche del ripasso a china.

FumettiAvventura: Come hai re-interpretato il tuo gusto caricaturale in una serie dalla vocazione così realistica come Adam Wild?

Giorgio Sommacal: Mi sono limitato molto!

FumettiAvventura: La caratterizzazione del comandante Dundee (anche nel suo stato di uomo in carrozzina) è tutta una tua creazione?

Giorgio Sommacal: Ho seguito le indicazioni di Manfredi, ma ovviamente un personaggio massacrato di botte ha tutte le ragioni di avere il volto deformato. O no?

FumettiAvventura: Mombasa rivive nelle tue tavole e ci pare di muoverci in quella realtà: come è stato il lavoro di documentazione (cito come esempio di questa precisione le pagine 3,4,40,57,98)?

Giorgio Sommacal: Manfredi mi ha fornito una grossa documentazione fotografica, il resto l’ho cercato su Google. 🙂 Ma ci tengo a dire che mi sono “ispirato” a molti fumetti ambientati in Africa e invito tutti a scoprire una grossa citazione (copiatura di sana pianta) che ho fatto. 🙂

FumettiAvventura: infine e non meno importante: meglio Amina o Lady Winter?

Giorgio Sommacal: Amina, senza dubbio.

Le domande a Manfredi

FumettiAvventura:  hai corso un rischio scrivendo questo numero! Cosa hai voluto comunicare con una sceneggiatura che sta evidentemente su due binari difficili da tenere coesi come farsa e dramma?

Gianfranco Manfredi: Ho pensato che nell’avventura c’è sempre un risvolto umoristico, e dunque bisognava provarci. Il duo dei comici americani che prendono in giro i luoghi comuni sugli esploratori dà un tocco antiretorico all’intera serie.

FumettiAvventura (Alessandro Foggia): ho appena letto dopo mesi dall’uscita l’albo di cui stiamo parlando e non mi è chiaro il come abbia fatto Adam a sopravvivere ad un proiettile alla testa (o cosa era, se no?). Capisco che Adam è l’eroe e vorrei che la sua vita (anche quella editoriale) fosse lunghissima… ma mi piacerebbe avere, se è possibile, una spiegazione della scena in questione.

Gianfranco Manfredi: Sai che non mi ricordo neanche? Rileggerò, ma sarà stato il solito colpo di strIscio. Non c’è un eroe che non abbia preso almeno un colpo in testa. A Magico Vento, in testa, è rimasta persino la scheggia di un’esplosione. L’eroe deve essere vulnerabile. Per Achille era fatale il tallone. Ma perché era il piè veloce. Dunque veniva menomato nel piede. Se uno è sensibile e intelligente, ed è questa la sua qualità eroica, viene colpito in testa. È una metafora. Non frega a nessuno che sia realisticamente possibile. Gli eroi non vivono esistenze realistiche. Hanno tratti mitologici.

 

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