Già un anno fa ci siamo occupati in questo blog del format dei Magazine Bonelli e avevamo buttato lì una modest proposal (Jonathan Swift ci scusi per lo scippo di questa espressione) su come avremmo voluto i magazine Bonelli. Ora a distanza di tempo torniamo sull’argomento avendo però aggiunto uno sforzo ulteriore: la lettura calma e non sfogliata di tutti i redazionali.
Premessa nell’ultimo anno ho comprato (sottolineo che le nostre recensioni nascono anche dalle nostre tasche!) i Magazine di Tex, Dragonero, Dylan Dog, Nathan Never e del Commissario Ricciardi e quindi di fatto non ho acquistato solamente quello dedicato a GL Bonelli (coi disegni di Battaglia) e ai suoi personaggi pre-Tex o oltre-Tex.
A proposito dei Magazine Bonelli (2° parte)
Tralasciamo il magazine dedicato al Commissario Ricciardi che è sui generis ovvero è fatto di fumetti (4 storie brevi) e articoli di approfondimento sul mondo e i personaggi creati da Maurizio De Giovanni e trasportati nella Nona Arte da sceneggiatori e disegnatori SBE. Si tratta, infatti, di un prodotto con una identità chiara e sbilanciato comunque sul lato fumetto. Se vogliamo non così differente da edizioni analoghe cartonate che dopo il fumetto presentano redazionali di making off o dietro le quinte. Possono piacere o meno, ma sono immediatamente percepiti come prodotti unitari.
Sugli altri Magazine, invece, pende da parte di molti (e anch’io spesso ho pensato e penso così) l’accusa di essere dei prodotti ibridi: fumetti (a volte considerati non soddisfacenti) e articoli che presentano l’annata del genere in questione (horror, fantascienza, fantasy, western) nel mondo del cinema, tv, libri, giochi, fumetti…
“Sono tutte informazioni che si trovano in rete!” “Andavano bene con i vecchi Almanacchi di anni 80 e 90 non nell’era di internet” “Sono notizie già vecchie e poco interessanti!”
Queste sono le tipiche critiche che vengono mosse a quegli articoli.
E sui fumetti? Spesso le storie breve sono criticate perché poco incisive o perché affidate a comprimari che diventano protagonisti (come Bloch per DYD o uno dei pard o Gros-Jean o Pat Mac Ryan per Tex o addirittura personaggi sconosciuti per Dragonero) o perché (e questa è la critica maggiore ovviamente) sono ristampe.
In sintesi perché comprare un albo di 192 pagine con circa 100 pagine di fumetto a ora € 7,50?
Ecco se facciamo il conto sui portafogli, direi che la questione resta ovviamente estremamente personale e si lega ai bilanci di ciascuno e quindi – aggiungo – è assolutamente comprensibile che si possa decidere di tagliare un acquisto soprattutto se non soddisfa (l’ho fatto tante volte, lo faccio regolarmente e lo farò ancora).
Volevo però ora tornare sulla questione fumetti e sulla questione articoli e partire proprio dalla pietra dello scandalo, ossia gli articoli.
I redazionali sono divisi in due categorie: ‘l’annata del genere x nei vari media’ e ‘i dossier’.
Ritorno alla mia premessa: ho letto tutti i redazionali del magazine di Dragonero 2019 e di Tex 2020. Qual è stata la mia esperienza di lettore? Innanzitutto ‘piacevole’ perché in particolare la sezione saggistica dei dossier affidata tra gli altri a Maurizio Colombo, Luca Barbieri e Graziano Frediani è davvero ben scritta con piglio fresco e ironico e nello stesso tempo con la capacità di mostrare la profondità delle ricerche effettuate (del resto sullo spessore culturale e sulle dote scrittorie dei tre ben poco c’è da dire: averne di penne così!).
Pensiamo alla figura del bounty killer presentata da Luca Barbieri nel suo articolo Taglia forte = Caccia grossa che arriva con simpatia a parlarci anche di The Mandalorian dell’universo Star Wars, o all’approfondimento sulla figura dello stregone/mago di Maurizio Colombo nell’articolo Un incantesimo sulle labbra e la tenebra nel cuore o ancora a quello sull’ascesa e il declino dei personaggi forzuti alla ‘Maciste’ nei fumetti in Per un pugno di Pat di Graziano Frediani e infine all’acuto approfondimento di Gianmaria Contro sulla figura di un grande scrittore dalla grande immaginazione ovvero Theodore Seuss Geisel (quello del Grinch e di Ortone per citarne due).
Cose risapute? Direi molto parzialmente. Giudizi affrettati e superficiali? Niente affatto.
Aggiungo anche un parere sui redazionali di apertura che presentano ‘l’annata del genere’: tutte notizie non proprie fresche né così nuove se prese singolarmente… ma siamo tutti così esperti in tutti quei campi? Abbiamo tutti il tempo di leggere quei libri o fumetti, vedere quei film o serie TV, giocare a quei videogame? Io personalmente non ce l’ho, o magari ce l’ho molto parzialmente per film e libri e quei suggerimenti ragionati sono molto più funzionali per me perché so da chi vengono e non sono affatto imparziali. DA lì autonomamente posso procedere a recuperare quel libro o quel film oppure al contrario decidere di farmelo passare definitivamente sotto silenzio.
Quindi per me la sezione dossier risulta ampiamente soddisfacente e tutto sommato lo è anche quella sull’annata, anche se capirei la decisione di sostituirla con un altro dossier.
E sui fumetti del Magazine?
L’idea del comprimario che ha la sua avventura personale è antica in Bonelli: vi ricordate gli albetti di Groucho, Esse-Esse, Legs negli speciali estivi degli anni ’90? Bellissimi! Oppure avete presente gli spin-off interni nei fumetti della serie regolare di Dragonero? Un’altra scelta che mostra l’attenzione ai particolari e che rende conto di ambienti e sfondi di un grande mosaico al cui interno si possono nascondere tante altre storie o microstorie.
Inoltre la storia principale è legata per tema esplicitamente ad uno dei dossier (e a volte è così anche per la storia breve come accade nel Tex Magazine 2020).
Ah… non voglio qui dimenticarmi di un mio pallino, ovvero le due tavole di sit-com ironica surrealistica postmoderna Susy&Merz per i dialoghi di Giorgio Giusfredi e i disegni di Paolo Bacilieri. Guardatevi l’ultimo episodio sul Tex Magazine: Orizzonti western. Un concentrato in pillole del genere western che passa poi nel deserto di Tatooine per arrivare in quella che sembra una giostra allestita nel Parco Sempione a Milano.
Certo € 7,50 non è poco e la scelta va ponderata, ma se la fate… fatela fino in fondo e non date per scontato che ‘tanto in rete si trova tutto’, perché in realtà quella ricerca va fatta e non porta necessariamente a questi esiti una vostra googlata e soprattutto siete sicuri che il gusto della lettura sarebbe lo stesso? Scrivere un saggio per un pubblico vario non significa rinunciare ad essere acuti e divertenti.
C’è qualcosa che non mi convince?
Resta per me il vulnus del Magazine di Nathan Never che presenta solo una storia ristampata e non originale… e su questo ho molte perplessità… resta la mancanza di Susy&Merz nel Ricciardi Magazine e in quello dell’avventura… resta il dispiacere per il Magazine di Dampyr abbandonato dopo un solo numero… resta il desiderio per un Magazine del Giallo che potrebbe essere dedicato a Nick Raider (ci pensate?)…
E allora… forse non è il caso di comprare per me il Magazine di Nathan… ma poi cedo perché voglio leggere Susy&Merz… sigh… lo so… e allora con il prof. Merz chiudo facendo i miei complimenti alla bella e non svampita Merz: “Attagirl!”.
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