È da giovedì 28 novembre ufficialmente iniziata l’avventura della serie a fumetti Il Confine, nuovo progetto dalle molteplici sfaccettature (è già stato un portfolio di 12 illustrazioni e primo capitolo di un romanzo in prosa e sarà a breve scenario di un gioco di ruolo sulla base del bestselling gameplaying Il Richiamo di Cthulhu) che nasce sotto il grande contenitore della sempre più interessante Linea Audace della Sergio Bonelli Editore creato dalle fervide menti di Giovanni Masi e Mauro Uzzeo.
Noi di FumettiAvventura abbiamo pensato di dedicare uno spazio che si potrà arricchire anche dei vostri contributi sia nei commenti nel blog sia nei post nel gruppo FB L’avventura a fumetti da A(dam) a Z(agor) o sulla pagina FB del nostro blog: si intitola Oltre Il confine e vuole riprendere nel titolo e nella forma analoghi programmi legati alle serie TV in cui si commenta l’ultimo episodio e si fanno ipotesi su quanto potrebbe accadere (per poi essere smentiti clamorosamente!). Quindi attenzione!!! Qui siamo in una recensione in cui gli spoiler saranno presenti, ma cercheremo di lasciare comunque una parte introduttiva spoiler free.
Pronti?
Passiamo insieme Il Confine!

Episodio 1 La Neve Rossa
Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Masi e Mauro Uzzeo
Layout: Federico Rossi Edrighi
Disegni: Giuseppe Palumbo
Colori: Adele Matera con la supervisione di Emiliano Mammucari
Copertina: LRNZ
Lettering: Marina Sanfelice
Interviste negli extra: Marco Nucci
Quando due anni fa a Lucca Comics è stata annunciata la serie Il Confine con una inquietante immagine di Carnevale subito è nata in me una grande curiosità che ha trovato una sua prima appagazione nell’art portfolio uscito a Lucca 2018, ma ora finalmente con l’uscita ufficiale del primo volume (La neve rossa) un gran numero di lettori può finalmente conoscere concretamente questo innovativo progetto. Proviamo a descrivere l’oggetto.
La serie Il Confine è destinata per ora solo al canale delle librerie e delle fumetterie con un curatissimo volume cartonato a colori 22×30 al costo di 16 euro per 80 pagine totali di cui 60 di fumetto e le restanti di interviste, approfondimenti e preview (bellissimo per altro il meccanismo del preview che ricorda esplicitamente il trailer del successivo episodio posto al termine di quello appena uscito di tante serie tv, quelle ovviamente non alla netflix in cui tutti gli episodi di una stagione escono contemporaneamente). Anche i redazionali sono un valore aggiunto con le loro fresche interviste (sempre puntuale in questo senso Marco Nucci) e con vari dietro le quinte tra cui i passaggi da sceneggiatura (Masi e Uzzeo) al layout (Edrighi), alla matita e alla china (Palumbo) prima dei colori definitivi (Matera): una delizia per chi ama il making of e sempre più una costante nei volumi da libreria della Bonelli (ma qui il livello di cura è francamente superiore a quanto sin qui visto e letto). Tra tutto quello che c’è di bello nei redazionali finali cito qui solo il lavoro di Layout di Edrighi per quanto sia stato pensato come unificante all’interno della tradizione Bonelli per cui ogni numero singolo è affidato a disegnatori diversi con tratti che possono anche variare in modo significativo (dopo Palumbo avremo Cannucciari nel secondo numero e Ambrosini nel terzo).
Prima di buttarci nella sezione di commento e di ipotesi (e da lì ricchi e obbligati spoiler) aggiungiamo qualcosa sulla sinossi, sulle atmosfere del fumetto e sui disegni.
In un paesino di montagna al confine (ma va?) tra Italia e Francia il pulmino di una scolaresca (uno scuolabus tutto giallo!) della quarta B del Liceo Manzoni in gita scompare nel nulla e le ricerche di polizia italiana e gendarmerie francese non hanno ancora dato alcun risultato. A muoversi principalmente alla ricerca e soprattutto alla lettura degli indizi ci sono Laura Denti e Antoine Jacob, consulenti della polizia che paiono già caratterizzati da metodi decisamente poco convenzionali e per questo risultano subito personaggi affascinanti nel loro essere tormentati, acuti e fuori dagli standard. Ma il titolo della serie non inganna e sicuramente tra i protagonisti della vicenda c’è anche lo spazio fisico e mentale (e probabilmente extra-fisico) de Il Confine, tema così legato ai racconti fantasy e horror che raccontano di ultra-extra-mondi a fianco della nostra normale realtà sensoriale (quella tradizione letteraria che ha probabilmente in Lovecraft il suo padre spirituale e vate ispiratore e – il riferimento lovecraftiano è sicuro vista anche la già citata ideazione di un gioco di ruolo legato al Richiamo di Cthulhu e che nascerà dall’accordo tra SBE e Raven) e nello stesso tema così di attualità nella nostra realtà liquida anche dal punto di vista sociale (e le prime due pagine sono proprio un esplicito riferimento al mondo dei migranti).
La narrazione scorre con buon ritmo nelle 60 pagine e ha il suo primo misterioso ed esplicito turning point proprio alla metà della narrazione (pag. 28 per l’esattezza)… ma su cosa sia questa svolta ne parliamo più sotto! Le strade aperte sono tante e sicuramente tante sono depistaggi che ci sviano come è giusto in una serie che cita sicuramente tra i tanti la mitica serie Twin Peaks di David Lynch (e capisco che l’amico Andrea Cipollone sia incuriosito da questa serie vista la sua passione per la serie cult).

Sul fronte dei disegni è ottima la prova di Giuseppe Palumbo che ci consegna una visualizzazione efficace e capace di risultare dettagliata dove serve ed evocativa quando è opportuno. Dove Palumbo è in gran spolvero è soprattutto nella rappresentazione delle espressioni del viso in particolare di Laura Denti che nel corso delle 60 pagine mostra già una importante varietà di atteggiamenti e reazioni. La sceneggiatura di Masi e Uzzeo e i layouts di Edrighi, del resto, lavorano di fino sulla ‘macchina da presa’ in un montaggio molto cinematografico o meglio ancora da serie tv. Sul fronte colori, la paletta cromatica pensata da Emiliano Mammucari è usata con garbo e espressività da Adele Matera, un’altra artista che mostra il livello sempre più alto dei coloristi assoldati in casa SBE. Altro elemento di sicurezza che completa il quadro della narrazione a fumetti è il lettering digitale di Marina Sanfelice sempre presente laddove si aprono nuove strade nelle produzioni della casa editrice milanese.
Chiudiamo con quello che viene per primo al colpo d’occhio, ovvero la copertina di LRNZ dedicata a Laura Denti e dal tono (come saranno anche le prossime e come già si era visto in tante immagini dell’Art Portfolio) fortemente surrealista. Laura appare in penombra con i suoi abiti pesanti, un ferro di cavallo infilato in un’asola del giaccone, le foto dei ragazzi, delle strane pillole rosse e nere che cadono come neve, la linea del confine (che ricorda il sangue e anche una sorta di filo spinato) dietro alla quale sempre coi colori rossi e neri (ma nessun riferimento calcistico) una figura poco definita e quasi ectoplasmatica.
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Andiamo oltre… (zona spoiler)
Da qui in poi, se non avete letto… leggete a vostro rischio e pericolo e per essere sicuro che ci riflettiate ancora un po’… metto l’ultima tavola in anteprima presa dal sito ufficiale della Bonelli.

Commento ora alcune vignette e passaggi indicando la pagina:
p.3 terza vignetta nel centro stesso della pagina: nel gruppo di migranti clandestini una vignetta è dedicata ad uno di questi migranti… solo che pare pietrificato e inglobato nella roccia… perché?
pp.4-5 per la prima volta quella figura circondata da una fiamma rosso fuoco che già è presente sullo sfondo della copertina compare avvistata dai clandestini per poi ricomparire nel sonno agitata di Laura Denti che in mezzo all’incubo dice «No.. per favore…» per poi svegliarsi di colpo e puntare la pistola contro quella figura (un ragazzo?) circondato dal fuoco (e la seconda preview poco sopra è p.6 immediatamente successiva). Laura Denti è tormentata ed ha già avuto a che fare (nel conscio o nell’inconscio?) con quella figura. Chi è? o chi sono? Ricordo che sono anche le prime immagini apparse del Confine nel 2017 (e che vi riportiamo qui sotto e che – per inciso – è parte dell’art portfolio).

p.22 alla conclusione del primo capitolo (ah.. non l’ho detto, ma le 60 pagine sono divise in tre capitoli da 20 pagine) e dopo una scossa di terremoto la neve rossa rileva un macabro spettacolo: un cavallo squartato grondante sangue. Da dove arriva in mezzo al ghiaccio? Anticipa la tragica morte del giovane Marco? Conferma l’idea di un confine che continua a spostarsi tra i mondi? Lo stesso confine da cui ritorna lo scuolabus a p.50?
p.27 tra gli alberi intravvediamo per la prima volta un uomo nudo, irsuto, dallo sguardo folle: è l’autista dello scuolabus che, delirante, Laura e Antoine incontrano nella tavola finale (p.62).
pp.28-29 inizia un Deja-vù per Laura che rivive la scena del terremoto. È come una sorta di soggettiva (dal punto di vista del sentimento): tutto vibra ed è sconvolto. Ma cos’è questo deja-vù? Una crepa tra i mondi? Un errore nel sistema alla matrix?
pp 30-31 facciamo conoscenza di Antoine Jacob che in una specie di serra incide un albero da cui fa scorrere la linfa. Poi l’enigmatico e scorbutico detective scrive su un suo personale taccuino alcune righe e disegna un frattale e in un angolo una sezione aurea che richiama il teorema di Fibonacci.
pp.40-41 i tatuaggi di Laura Denti sconvolta dal terremoto, dal deja-vù e da quello che ha vissuto sono un’altro indizio importante: sulla schiena una spada trapassa un cuore ed entrambi gli oggetti sono circondati da un filo spinato. Sulla pancia la donna ha il tatuaggio di un nome: David. Chi è costui?
pp.58-62 il terzo capitolo – quello della drammatica scoperta della morte di Marco – si conclude con l’inseguimento dell’uomo dei boschi (dal preview del secondo numero scopriamo che è Valerio Curzi) che da folle recita una filastrocca che parla di ragazzi senza faccia che ridevano… morivano in 12, ridevano in tredici… E il confine non c’è più! Un finale da cliffhanger come da puntata iniziale di una adrenalica serie tv.
C’è tanto materiale e ci sono tante tracce! Molte domande, poche risposte. Sicura per me è la questione di mondi folli che si toccano con il nostro come da archetipi lovecraftiani. Vedremo come si varcherà il confine!
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A risentirci tra un mesetto quando in una puntata speciale di Oltre Il Confine commenterò con voi l’art portfolio uscito a Lucca 2018!
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