Le colpe dei padri – Nathan Never 330 (novembre 2018)

Scritto da Manuel Enrico

25 Nov, 2018

Dopo un mese di attesa, finalmente possiamo conoscere il finale della storia iniziata lo scorso mese con Angelita, in cui abbiamo iniziato a scoprire il passato del burbero meccanico dell’Agenzia Alfa, Mendoza. Le colpe dei padri, l’albo di novembre di Nathan Never, chiude questo arco narrativo in due parti, mantenendo alto il contesto emotivo di questa storia ideata da Mirko Perniola e disegnata da Oskar.

 

 

Le colpe dei padri – Nathan Never 330

Soggetto e sceneggiatura: Mirko Perniola

Disegni: Oskar (Oscar Scalco)

Copertina: Sergio Giardo

Queste storie in cui Nathan rimane quasi al limite dell’attenzione dei lettori sono un aspetto più moderno della serie che apprezzo particolarmente. Dare rilievo ai personaggi che ruotano attorno alla vita dell’Agente Alfa è un modo avvincente e coeso con il canone di Nathan Never per dare ulteriore solidità e colore all’universo di Nathan. La serie porta il suo nome e come da tradizione ci si potrebbe aspettare di vederlo sempre al centro della scena, ma conoscere un personaggio e vedere come si relaziona con il mondo circostante è possibile anche vedendo in modo più nitido le sue frequentazioni, quelle persone che compongono il suo quotidiano e come la loro vita si intrecci alla sua.
Il rischio può essere quello di relegare troppo il personaggio principale della serie nelle retrovie, come accaduto in passato nella lunga disamina del rapporto tra Branko e May, ma con Angelita e Le colpe dei padri questo sentore di eccessivo distacco non è mai trasparito.

 

 

Il merito è dell’impostazione data alla trama a Perniola, che pur focalizzandosi sul passato di Mendoza ha tenuto sempre in prossimità Nathan, intrecciando al meglio la personale traversia e i rimpianti del meccanico dell’Alfa con una missione che si concilia con il soggetto principale dei due albi.
L’alternanza dei ricordi di Mendoza unita alla difficoltà di aiutare la nipote Angelita è una lettura emozionante, in cui il meccanico mostra un lato umano che non è mai emerso in modo così prorompente. L’immagine del giovane sottufficiale avventuroso rapito dalle possibilità di provare tecnologie sconosciute apparso nella saga Alfa non aveva lasciato trapelare quanto il passato di Mendoza fosse sofferto e i rimpianti che albergavano nel suo cuore.
A dare il via a questo viaggio nei rimpianti è la presenza di Angelita, una ragazza dal carattere forte ma che mostra ancora come certe ferite, legate ad una vita difficile di cui Mendoza ora si sente responsabile, abbiano avuto un ruolo non indifferente nelle sue scelte sbagliate. In Le colpe dei padri, Angelita passa da idealista ed innamorata a giovane donna spaventata, coinvolta infine in un gioco più grande di lei, e di cui emergono dettagli che non conosceva.

 

Perniola struttura questa ricchezza narrativa giungendo ad un culmine in cui la tensione esplode con una scena violenta in cui si assiste ad una morte particolarmente coinvolgente, presentata in modo vivido sia nei empi narrativi che nella visione grafica di Oskar.
Unica pecca, a parere totalmente personale, la gestione dell’influenza dello spagnolo nei dialoghi, specialmente per Angelita. Comprensibile il voler far emergere le radici della giovane, specialmente nei momenti di maggior stress per lei, e l’utilizzo della lingua madre come rifugio e conforto è un buono strumento, ma in alcuni punti della trama mi è sembrato lievemente forzato, non più uno strumento narrativo ma un’imposizione.
Tolto questo piccolo sentore di sforzo, Le colpe dei padri ha una sceneggiatura solida e sviluppata con un ritmo avvincente, conclusa con un finale struggente e che ci trasmette al meglio il valore morale di Mendoza e il peso dei suoi rimpianti. C’è una vena di amarezza in questa storia, un senso di occasioni perdute e di strade ma percorse che non saranno più percorribili, ma mitigata da una speranza di una nuova vita e nuovi legami affettivi. La figura di Angelita è un personaggio che spero di rivedere presto sulle pagine di Nathan Never, al fianco di suo zio.
Da apprezzare anche il modo in cui viene inserito il richiamo alla complessa figura di Elania, costretta ad affrontare un mondo di squali in cui deve scendere spesso a patti con poteri forti e pericolosi per garantire la sopravvivenza dell’Alfa, a costo di ferire i propri agenti.

 

 

Vedendo i disegni di Oskar e la cura con cui sono stati eseguiti dettagli come il Gunny, ho sentito la nostalgia di quella stupenda rubrica di fine albo che era Il mondo di Nathan Never. L’arrivo di nuove strumentazioni, specialmente se così importanti ai fini della storia. Oskar ha dato prova di esser più che a suo agio nella caratterizzazione emotiva dei personaggi e nella strutturazione dei punti di vista, trasmettendo il pathos del momento e tutta la carica adrenalinica delle scene più appassionanti.
L’immancabile copertina di Sergio Giardo accoglie il lettore. Spesso si esalta il lavoro di Giardo per il disegno, ma non da meno è la validità della colorazione delle tavole, che riesce a veicolare il carico emotivo dei racconti negli albi al meglio, quasi indirizzando le emozioni dei lettori in modo da apprezzare al meglio la lettura.

E dopo Le colpe dei padri, l’appuntamento è per il 19 dicembre con Codice Fantasma.

E voi cosa ne pensate? Venite a dircelo nel gruppo Facebook L’avventura a fumetti da A(dam) a Z(agor)! Per le altre recensioni della serie regolare di Nathan Never potete raggiungerle a questi link:

 

 

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