Delirio, droga, djinn, cacce, giraffe e mosche: un cocktail inusuale per le storie di AdamWild sia rispetto alle prime 5 sia rispetto alle successive. Per questo il numero 6 è un numero controverso che ha suscitato e suscita varie reazioni. Qual è il legame con il resto della trama? È uno spin-off con poca continuity? Il varcare la strada del mistico e del visionario è una uscita dal seminato dalle caratteristiche principali di Adam Wild?
L’incubo della giraffa – Adam Wild n.6
Soggetto e sceneggiatura: Gianfranco Manfredi
Disegni: Paolo Raffaelli
Copertina: Darko Perovic
Ovviamente pongo tutte queste domande a Gianfranco Manfredi in primis, ma voglio provare a dire la mia su un numero che mi ha personalmente convinto molto per questi motivi:
1. Nei personaggi e nelle storie di Manfredi lo spazio della follia e del delirio è un’occasione importante per farci entrare nel personaggio principale: Ned Ellis ha bisogno di essere lo sciamano Magico Vento per trovare il suo vero sé e per ritrovare se stesso. Penso che sia così anche per Adam che aiuta anzi Herbert proprio a fare questo percorso, ma per farlo deve prima percorrerlo lui stesso;
2. Fahl è davvero un personaggio shakespeariano non solo per le citazioni ma anche per come vive o sua condizione di non-protagonista coinvolto nella vicenda, ma senza avere la forza o la coscienza di risolverla;
3. Forse qui si capisce ancora di più uno dei ruoli di Narcisio: come i compagni di Ulisse deve legare al palo Adam per consentirgli di resistere al canto della giraffa che potrebbe farlo impazzire. Adam usa consapevolmente di Narcy come ancora alla realtà nel suo viaggio delirante (ma non faceva spesso così Poe con Magico Vento?).
E poi i disegni: anche su questi grande discussione, ma il maestro Paolo Raffaeli è capace di usare perfettamente il suo chiaroscuro per descrivere una realtà poco chiara e nitida. Complimenti poi per le scene di caccia (che torneranno anche nella trasferta inglese).
Ora le domande:
Fumetti Avventura: «Per Manfredi, quelle sopra dette!»
Manfredi: «Rivelo. Quel numero l’avevo programmato per dopo, ma un numero che doveva uscire, e che non è ancora uscito, non era pronto. L’ho però anticipato volentieri perchè ne sono stato molto contento, per il lavoro di Paolo, anzitutto, e perchè la sua carica delirante smentiva tutte le stupidaggini che si stavano dicendo su Adam, considerato, senza leggerlo, come un esploratore revivalistico, di un tipo di avventura sorpassato. Questa è una storia sulla droga e in Bonelli di storie così, ne sono uscite pochissime. Nessuna che mettesse insieme i deliri della droga e la caccia. Tema di un capolavoro letterario : Il Signore delle Mosche. Il demonio della storia, si disperde in un volo di mosche».
FA: «Per Raffaeli: da dove nasce il tuo tratto così carico e espressivo? Come è stato il tuo approccio a questo numero di Adam Wild? Come è stato disegnare giraffe, iene è quella realtà così maestosa dell’Africa (bellissime le scene di pioggia degli inizi, tra l’altro)?»
Raffaelli: «Dei tre numeri di Adam Wild che ho disegnato questo che è uscito per primo è invece l’ultimo, come ha scritto Gianfranco fu infilato in corso d’opera per sostituirne un altro, io gli altri due li avevo già finiti e allora… mi ha molto divertito perché conoscevo già abbastanza bene il personaggio e poi era una storia staccata dalla continuity con cui mi sono preso anche qualche libertà nel tratteggiare i personaggi (il cappellaccio a larghe falde e i capelli molto lunghi di Adam, per esempio). Rendere inquietanti degli animali in fondo abbastanza buffi come le giraffe è stata una bella sfida, come anche le atmosfere allucinate del delirio da stupefacenti. Pochi personaggi molto caratterizzati e un clima che precipita di pagina in pagina fino all’esplosione finale. Si, mi sono proprio divertito!
Una piccola curiosità? Verso la fine della storia sono passato al disegno digitale con la Cintiq, potrebbe essere una piccola sfida vedere da dove, eheheh…» [la gara venne vinta da Alessandro Foggia che indovinò la pagina 76!].
0 commenti