Dopo averci raccontato qualcosa del passato di Tesla in D9 Lamiah, con D11 Nemesis, scopriamo una parte della storia di Kurjak nelle terre dilaniate della ex-Jugoslavia. A raccontarcela troviamo ancora Maurizio Colombo ai testi e Giuliano Piccininno ai disegni nel suo esordio nella serie. Giuliano contribuirà negli anni a venire a disegnare molte storie di Harlan dando una sua interpretazione del trio che servirà da riferimento per tanti disegnatori a venire (penso in particolare ai tratti di Russo e Statella).
Si tratta di un’altra occasione importante per delineare i caratteri e le biografie del trio di ammazzavampiri da poco costituito e la scelta dichiarata è quella di raccontare di un passato che è da un lato pieno di ferite che hanno lasciato cicatrici nel cuore dell’ex-soldato, ma dall’altro è ricco di affetti, desideri, relazioni positive, amori, in una parola è pieno di vita in cui ci si può immedesimare e a cui il lettore può guardare con simpatia. E nelle ferite ognuno dei nostri eroi è segnato dalla perdita di qualcuno, dalla percezione di una assenza e così anche Kurjak vive e rivive il suo distacco dal primo amore giovanile. Ancora di più che in altre occasioni si conferma la natura corale della saga di Dampyr. Harlan che pure è essenziale non è di fatto il protagonista della vicenda, spazio che è occupato in questo caso da Kurjak.
Sul fronte dei ‘nemici’ inizia con questo numero la lunga storia legata alla Temsek, l’azienda della morte che lavora con armi chimiche, batteriologiche e su esperimenti disumani e oltre al lecito. Azienda dietro alla quale si muove un per ora anonimo figuro che altri non è che uno degli arcinemici (o forse proprio l’arcinemico per eccellenza) del Dampyr, ovvero Lord Marsden.
Nemesis – Dampyr n.11
Data pubblicazione: febbraio 2001
Soggetto e sceneggiatura: Maurizio Colombo
Disegni: Giuliano Piccininno
Copertina: Enea Riboldi
Tavole: 94
Personaggi: Harlan, Emil Kurjak, Tesla, Nadjia (la strega), Nemec, Rovic, Miklos Kurjak (papà di Emil), Mathias Kovash, Lord Marsden (per ora anonimo)
Luoghi: Traska (Ex-Jugoslavia)
Tempo: Il presente, il passato di Kurjak.
Trama: Nei territori serbi della ex-jugoslavia i segni della guerra sono ancora evidenti e la mancanza di ordine facilita lo sviluppo di tante attività illegali, tra cui quelle di una fabbrica della Temsek che si occupa sotto la supervisione scientifica del dottor Nemech, il dottor morte, di realizzare un gas mortale, il Nemesis che dà il titolo all’albo. Tra le cavie umane rapite e sistematicamente torturate e uccise c’è anche Nadja una ragazza dai poteri magici da strega a cui il giovane Emil Kurjak era legato prima di diventare soldato. La povera Nadja muore per l’emissione del gas Nemesis. Dopo il drammatico prologo, entrano in azione Harlan, Tesla e Kurjak in viaggio ‘in vacanza’ nei territori dell’infanzia di quest’ultimo, ma ovviamente non ci può essere ‘vacanza’ per gli eroi del fumetto (e tra l’altro la battuta sulla vacanza sarà una gag che si ripeterà spesso nella serie all’inizio di ogni nuovo viaggio per qualche località del mondo in cui ‘potrebbe’ esserci bisogno dell’intervento degli ammazzavampiri). Non appena entrati nella regione dell’infanzia di Kurjak, i tre hanno uno scontro violento con una banda di sbandati che sono in realtà legati ai Kovash la famiglia rivale dei Kurjak che ha stretto legami con la Temsek diventandone di fatto il braccio armato con il compito di rapire cavie per gli esperimenti del dottor Nemech.
Avuto la meglio sul gruppo, Harlan e co. sono preda di un’altra imboscata che invece si risolve per meglio perché a guidare l’imboscata c’è proprio Miklos Kurjak, il papà di Emil. Mentre sono fermi a Traska, il paese d’origine di Emil, due avvenimenti portano alla resa dei conti di fine albo: Emil vede in visione Nadja che in mezzo ad un ricordo del passato chiede all’uomo di vendicarne la morte; in contemporanea arriva in paese un ragazzo sfuggito alle barbare torture della Temsek che racconta di quanto subito in quella fabbrica della morte.
Sono le gocce che fanno traboccare il vaso e muovono all’azione immediata i nostri eroi. Mentre Tesla entra di nascosto in un camion che trasporta delle cavie umane e si prepara all’attacco dall’interno, Harlan, Kurjak e Miklos si organizzano per penetrare più convenzionalmente nella sede della Temsek.
Nello stesso momento giunge alla Temsek Lord Marsden (anche se non ne conosciamo ancora il nome) per controllare come procedono gli esperimenti.
Nella lotta finale ognuno svolge la sua parte: Tesla che non può essere intaccata dal gas Nemesis si presta come cavia, entra nella camera a tenuta stagna e poi penetra nella sala di regia sfondando con potenza il vetro che tiene i due ambienti separati. Qui uccide il vecchio Rovic, malvagio amministratore della fabbrica, mentre fuori Kurjak regola i conti con Mathias Kovash con l’aiuto anche di Nadja che appare a confondere Kovash.
Il dottor Nemech fugge in elicottero con Marsden ma diventa lo spuntino di quest’ultimo, arrabbiato per non poter godere di un banchetto di sangue maggiore. Il primo scontro con la Temsek è vinto ma è solo l’inizio di una lunga battaglia.
Pagine da ricordare:
p.15 in una vignetta che occupa le posizioni 1-4 vediamo il fuoristrada guidato da Kurjak passare in una landa desolata sferzata dal vento, ma è geniale e ironico il contrasto creato da Colombo che fa pronunciare questa battuta a Emil: «Bel paesaggio, eh?»;
p.33 il vecchio Miklos passa dal trovarsi un coltello puntato alla gola da Tesla (vignetta 4) ad essere abbracciato dal figlio Emil (vignetta 6) in un gioco ancora una volta di contrasti pieni di umorismo;
p.96 è la pagina in cui scopriamo la vera natura del misterioso visitatore della Temsek. Marsden a bordo dell’elicottero si getta con i suoi artigli su Nemech, ma prima gli spiega le sue ragioni: «Potete essermi utile in un solo modo, dottore… come cibo! Non ero venuto per comprare morte, ma per darla… poi quell’assalto imprevisto ha rovinato quella che doveva essere una cena tranquilla!» e a Nemech terrorizzato che dice «Io… non capisco!…» Marsden ribatte «Volete sapere perché ho scelto voi? Le vostre invenzioni di morte sono un pericolo per l’umanità! E io ho bisogno che il mio gregge viva e si moltiplichi!». Conosciamo quindi un’altra sfaccettatura dell’agire dei maestri della notte che hanno moralità e scopi non riconducibili all’agire umano.
La copertina: Nel contesto di una fabbrica al calare del sole, mentre Kurjak quasi di spalle scarica un fucile a ripetizione contro un nemico che si trova sullo sfondo, Harlan è chinato a terra e sorregge il corpo di una giovane donna che ha il braccio abbandonato in segno di morte (nella posizione tipica di tanta iconografia classica se si pensa a tante deposizioni dalla croce di Cristo o anche al *Marat assassinato* di Jacques-Louis David. Harlan lascia quindi l’azione a Kurjak per agire più a supporto.
Cosa scopriamo su…
…il rapporto Miklos/Kurjak: Miklos è un padre che regge il confronto con il figlio, credibile, vivace e ironico, nonché segno del legame con la propria terra. Per un girovago come è diventato Kurjak, Miklos costituisce un punto di stabilità. Bellissime oltre tutto (e tipiche di Colombo) le battute tra Miklos e Tesla. L’anziano prima si domanda quanto debba esser brutta la ragazza per stare tutta intabarrata senza lasciar vedere nulla del suo volto, poi di fronte alla sua bellezza decide al termine della vicenda di regalarle una potente crema solare! E Tesla risponde: «Grazie Miklos! È proprio quello che ci vuole!» [p.97].
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