Finalmente pare confermata l’uscita del sesto episodio de Il Confine – L’inverno che non se ne va – e quindi finalmente possiamo con tranquillità senza paura di spoiler presentare la nostra recensione del quinto volume. Come al solito questa ricca sezione del nostro blog FumettiAvventura è strutturata in due parti: la classica recensione di commento su sceneggiatura, disegni, copertina e impianto generale dell’opera e una seconda parte piena zeppa di spoiler e supposizioni su tutti gli indizi presenti nel volume. Vi avviseremo del salto soprattutto se non avete letto ancora questo numero (o nessun numero di questa intrigante e curatissima serie della linea Audace) e siete semplicemente curiosi di sapere se vale la pena recuperare questo o altri albi (ve lo dico già: vale la pena se amate il thriller, i misteri, l’orrore e le storie cupe dal sapore lovecraftiano che sanno però ancora raccontarci di persone e relazioni! … lasciatemelo dire: ad oggi l’unica pecca è la irregolarità delle uscite, visto che dobbiamo aspettare 5 mesi per leggere il successivo albo!)
Pronti? Varchiamo Il Confine.
Episodio 5 Quella notte di dicembre
Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Masi e Mauro Uzzeo
Layout: Federico Rossi Edrighi
Disegni: Francesca Ciriegia e Alessandro Giordano
Colori: Alessia Pastorello
Copertina: LRNZ
Lettering: Marina Sanfelice
Interviste negli extra: Marco Nucci
The story so far
Cosa sappiamo finora? Un pullman di 11 ragazzi della IV B del Liceo Manzoni insieme ad una professoressa e all’autista sono scomparsi nel nulla con il loro pulmino in mezzo alle Alpi tra Italia e Francia; l’autista è stato rintracciato nudo in mezzo ai boschi, completamente stralunato e fuori di sé e anche il pulmino è stato rinvenuto in una posizione impossibile in una scarpata della montagna. Anche la professoressa è riemersa dal nulla nella neve mentre in contemporanea Antoine Jacob ha ritrovato 12 scheletri dopo aver vissuto una stranissima esperienza paranormale oltre il tempo e lo spazio nei pressi di uno sperduto romitorio di montagna.
Jacob e Laura Denti sono i due esperti chiamati dalla polizia per sbrogliare il mistero. Si tratta di una coppia ben assortita. Entrambi hanno una certa aurea misteriosa e in qualche modo maledetta e mostrano di saper ragionare fuori dagli schemi, capacità che è sicuramente fondamentale in questa storia! Ma per saperne di più leggetevi i miei altri articoli!
La montagna è piena di misteri e qualcuno li vuole custodire (o ne ha il compito). Quali misteri nasconde il vecchissimo e ricchissimo Aurelio che dalla sua cupa magione controlla la montagna e non vuole che niente si cambi mai (come gli è stato insegnato fin da quasi 100 anni prima dai famigliari)? Che cosa conoscono gli abitanti del paese (tutti gli anziani sanno qualcosa!)?
Sinossi del quinto episodio
Il focus di Mauro Uzzeo e Giovanni Masi si sposta (come già anticipato dal titolo e dalla copertina splendida di LRNZ) in un altro flashback dopo quello del terzo numero. Certo non torniamo indietro di 100 anni ma solo di un mese o poco più e andiamo a scoprire i ragazzi che tutti stanno cercando.
Il capitolo 13 affidato a Francesca Ciriegia è una summa in 20 pagine delle sit-com adolescenziali di taglio realistico. Una Dawson creek in salsa moderna piena zeppa di pulsioni sessuali pronte ad esplodere con meccanismi di complicità e antagonismo quasi esasperati per come lo sanno essere le relazioni tra i ragazzi.
Ma ovviamente anche in questo capitolo riesce ad entrare quell’aurea di mistero e di dramma imminente che percorre finora tutta la serie. E poi non perdiamo di vista la storia principale e soprattutto non perdiamo di vista il gioco degli indizi che in ogni capitolo vengono seminati dalla coppia di sceneggiatori. E il mistero ha un nome per me tra i ragazzi: Pierre, il più bello, scaltro e anche quello che ‘sa’ qualcosa che noi lettori non conosciamo affatto; e poi il mistero ha un luogo che conosciamo già: il romitorio dove tempo e spazio si perdono…
Nel capitolo finale (il 14 e il 15 sono affidati a Alessandro Giordano) torniamo al presente e abbiamo la nostra sana razione di Antoine e Laura fino ad un ultimo flashback nelle tavole finali.
La sceneggiatura
Che dire? Io rimango entusiasta del ritmo della narrazione, del cambio di genere che scompagina le carte, del indizi e dei depistaggi. In questo numero il plus è dato dal focus sul racconto adolescenziale dove ci vengono raccontati i lati più oscuri e crudeli delle relazioni tra i giovani (ecco forse questo è l’unico appunto: ci sono tanti giovani che sanno essere schietti, sinceri, creativi e costruttivi… ma a volte non fanno notizia come quelli più maledetti).
I disegni
Coraggio, intuizione, cura, passione. Così potrei definire le coordinate nella scelta dei disegnatori da parte del team de Il Confine. Autori affermati uniti a vere scoperte. Cura maniacale del lavoro grazie al prezioso contributo di Federico Rossi Edrighi con i suoi layout. Passione per un prodotto che va amato. Bravissima Francesca Ciriegia a darci la sua lettura del mondo dei ragazzi e ottimo Alessandro Giordano che si presta alle scene più visionarie del volume.
Ma veniamo alla zona SPOILER!!!
Copertina (splendida!!!): Irene è senza volto ed è lei la figura chiave. La vittima sacrificale di un rito il cui sacerdote officiatore è a mio avviso Pierre, l’unico dei ragazzi a sapere tutto (Aurora, quanto sa? E Luca? O Benedetta?). Sullo sfondo della copertina c’è il Confine, lo squarcio nella roccia.
pp16-17 Il dialogo tra Pierre e Aurora rompe il clima da sitcom adolescenziale. Pierre è evidentemente il capo di un progetto per cambiare la vita dei ragazzi e per andarsene da «questo schifo di paese. Per sempre». Frasi di rito, ma la prospettiva per Aurora pare poco convincente (e credo che questo sia il motivo per cui non è partita per la gita…).
p.19 per altro tutto il dialogo si chiude in un gioco di apertura panoramica ad allargarsi e a chiudersi che pone al centro nella terza vignetta (di cinque) la montagna con i suoi 4 squarci ben in evidenza.
p.29 questo è un colpo di genio. Vignetta centrale. Messaggio della prof. Daniela e nostra attenzione morbosa che va al messaggio e a quello che scopriremo della relazione tra Pierre e la avvenente docente… e invece il tema fondamentale è lo schermo dell’iPhone di Pierre che ha ben in vista il marchio de Il Confine. Lui decisamente sa e fa parte di qualcosa di più grande che unisce tanti adepti. E quel semicerchio superiore mi ricorda molto la disposizione dei dodici scheletri vista nei numeri 3 e 4.
p32 …e ancora Pierre che in mezzo all’amplesso vede il ragazzo con la fiamma in testa e dice solo «Ma cos…?!». Stupito… ma forse non sconvolto…
p.34 e sempre Pierre dialoga con misteriosi accompagnatori a cui scrive dopo aver fatto sesso con la prof. «Ho fatto. Dammi un passaggio che non so come rientrare.». Tutto parte del piano? Anche la professoressa doveva partire con i ragazzi?
p.35 Pierre ai due misteriosi uomini dice semplicemente «È tutto a posto per la festa du stasera. Facciamo quello che ci siamo detti… basta che poi sparisci dalla mia vita». ‘Sparisci’ e quindi il capo è solo uno dei due. E l’omicidio di Irene è programmato e studiato.
p.41 ‘Roccia sballata’ mostra i suoi effetti con il volto trasfigurato di Irene. Un volto cubista come quelli di tanti nella doppia pagina 42-43.
pp.42-43 personaggi che conosciamo appaiono improvvisamente (Aurelio da bambino, Antoine) e altri poco noti o nuovi (un monaco incappucciato, una donna degli anni ’10…) e davanti ad Antoine Irene viene uccisa. Da chi? Per me da Pierre. Ma la domanda è quando? e in quale mondo? Da quali mondo vengono le facce che si sovrappongono e fanno sballare i volti e i corpi dei ragazzi. Sono loro ma non sono più loro.
pp.51-52 Antoine e Laura hanno capito che l’elemento da scoprire è quello che il commissario chiama «folletto malvagio nascosto nel ventre della montagna». Ma come si fa a cercarlo?
p.57 La foto mandata a Laura da ‘numero sconosciuto’ riapre la partita sui numeri («morivano in 12 e ridevano in 13»): chi è il ragazzo dietro a – guarda caso – Pierre?
p.59 La mattina del 4 dicembre (dopo il festino chiuso con l’omicidio di Irene) Pierre si fa dare un passaggio da Ivan che poi arrabbiato lo pianta per strada. Pierre si accende una sigaretta… ma è una mia impressione o la luce sulla sua testa proiettata sull’albero ricorda la fiammella del ‘folletto malvagio’?
pp.60-64 Ultime inquietanti pagine: Pierre e Luca dicono di aver fatto quello che dovevano fare. Luca si augura che nessuno gli chieda altro, ma Pierre risponde «Altro cosa? Noi non abbiamo fatto niente, Luca. Questa storia è finita». Ed effettivamente l’omicidio non c’è stato (su questo piano di realtà?) tanto che una sconvolta Irene arriva in classe. Ma chi è morto allora? O meglio che Irene è morta allora? Un pezzo della sua anima tipo horcrux di Harry Potter? Mille domande… poche risposte, ma per ora la narrazione non pare avere buchi di trama. Ottimo!
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