Vi presentiamo la recensione della storia completa de I Lupi della Frontiera, la storia di Tex Willer uscita nei mesi di febbraio e marzo firmata da Pasquale Ruju e Fabio Valdambrini.
Come noto, da qualche mese abbiamo optato per un altro formato rispetto alla classica recensione mensile, ovvero di proporre soltanto la storia completa. Decisione resasi necessaria sia per alleggerire il carico al sottoscritto, sia per permettere ai lettori di avere una panoramica più ampia della storia raccontata. L’ammissione, per quanto dispiaccia, è che il formato a 64 pagine non consente di parlare dei singoli albi in maniera approfondita, con il risultato che nelle mie recensioni passate finivo col dire più o meno sempre le stesse cose.
I Lupi della Frontiera (febbraio – marzo 2020)
Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Fabio Valdambrini
Copertine: Maurizio Dotti
Pagine: 128
Sinossi: Tex è di nuovo nella terra natìa, il Texas, ma le cose non vanno per il verso giusto. Viene contattato da Reba, una ragazza orfana, allo scopo di recuperare il di lei fratello, Will, il quale ha abbandonato lei e la casa in cui vivevano per diventare un fuorilegge nella banda dei Lobos. Tex ha il cuore tenero e non resiste agli occhi di Reba, per cui cerca di infiltrarsi in mezzo al gruppo di criminali, capeggiati da Hernàn Cabrera, per riportare a casa il ragazzo. Sulle tracce del giovane fuorilegge, però, c’è anche l’implacabile cacciatore di taglie Raleigh McDougall.
Nelle classiche storie del Tex adulto, non è così raro che il ranger si finga un bandito per infiltrarsi nel covo dei nemici. Lo si è visto in varie storie classiche come Gilas o altre, più recenti, come El Supremo. Qui, però, abbiamo l’occasione storica di vederlo per la prima volta in assoluto nei panni dell’infiltrato. I primi, timidi tentativi vistisi negli episodi precedenti, in particolare Pinkerton Lady, non hanno dato i loro frutti, mentre qui per la prima volta il futuro ranger compie con successo un’infiltrazione in territorio nemico.
Dopo un esordio (perlomeno sulla serie giovane, visto che su quella classica è un apprezzatissimo veterano) non proprio brillante, Pasquale Ruju vince e convince grazie a un racconto che, pur nella sua relativa brevità, centra in pieno le atmosfere rocambolesche della neonata serie Bonelli.
Il grosso limite della storia precedente, infatti, risiedeva nel fatto che, pur avendo come protagonista il Tex ventenne titolare di questa collana, sembrava quasi di leggere una storia di quello adulto. Qui, invece, non ci si può sbagliare.
Pur essendo più calmo e riflessivo rispetto allo scatenato scavezzacollo perfettamente raccontato da Mauro Boselli con le prime, importantissime storie di questa serie, il giovane Tex Willer di Ruju possiede quell’irruenza giovanile che ha fatto capolino tante volte in questi lunghi mesi di pubblicazione.
Gli altri personaggi sono tutti abbastanza canonici, ma nell’insieme dell’opera tengono bene tutta la scena.
Il racconto mantiene un ritmo lento e misurato nella prima parte, mentre accelera bruscamente nella seconda parte, dove, di fatto, metà dell’albo è più o meno incentrato sull’azione. Ragione in più, appunto, per aver deciso di accorpare gli albi prima di fare la recensione. I dialoghi si mantengono in linea con gli standard di Ruju, quindi buoni.
Buona anche la prova di Fabio Valdambrini ai disegni.
Rispetto ai vari autori che lo hanno preceduto, Valdambrini ha uno stile più brutto, sporco e cattivo ed è bravissimo a mettere anima e corpo nei cattivi, i quali sin dall’aspetto risultano essere delle terribili carogne. Trattandosi di un albo ambientato nel Texas meridionale, quella di Valdambrini è stata sicuramente una scelta motivata e, soprattutto, che ha portato a casa dei bei risultati. La sua figura del giovane Tex Willer è ben caratterizzata, anche se in più occasioni appare con il broncio sul viso.
Un buon lavoro, nel complesso, che non eccede nella spettacolarità fine a se stessa, preferendo mantenere un approccio dimesso alla narrazione.
In conclusione, ci troviamo davanti ad una storia indubbiamente di buona fattura che mantiene alta la bandiera di Tex Willer.
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