Metti un giorno a Lucca Comics&Games…

Scritto da Paolo M.G. Maino

30 Ott, 2019

Dopo 30 anni che ho in mente di andare a Lucca, ma poi qualcosa ci si mette in mezzo… oggi ho finalmente realizzato questo piccolo obiettivo e ho potuto immergermi nell’esperienza di Lucca Comics&Games. Una giornata dalle 9 alle 18 passate tra il padiglione Napoleone e limitrofi, e la piazza coi padiglioni Panini e Sergio Bonelli Editore senza trascurare due incontri nella Chiesa di San Giovanni. Ho visto tutto sommato poco e capisco chi viene a Lucca per passarci più giorni. Solo per vedere i vari stand anche di Games e video games ci vogliono almeno tre giorni, se poi si vuole con calma provare qualche gioco, fermarsi per una dedica, fare la coda per un autografo allora sono necessari tutti i 5 giorni sapendo di non poter comunque essere presente dappertutto!

Ma per quel che mi riguarda è stata un’esperienza immersiva molto significativa…. L’ho già detto – vero?- ma credo che nessun altro termine come ‘immergersi’ sia adeguato… si varcano le mura di quella città già di per sé magica e così ricca di arte da essere come mi ha detto oggi un amico ‘un museo a cielo aperto’ e si entra in una realtà alternativa dove la creatività, l’immaginazione, il gioco costruttivo, la recitazione diventano le coordinate dell’agire di tutti quelli che si muovono in questo surreale scenario.

Ma veniamo ai ‘miei’ incontri.

Partiamo dall’area Indie Comics molto presente nel padiglione Napoleone. Ho avuto la possibilità di chiacchierare con Luca Franceschini, Luciano Costarelli e Giulia Galli che a Lucca hanno portato la loro simpatia, bravura e professionalità insieme agli ultimi numeri dei loro fumetti: Nix per lo sceneggiatore Franceschini, Planet of Dead per il disegnatore Costarelli e Puck per la disegnatrice Galli. È sempre una sorpresa piacevole trovare persone che per passione si dedicano con così tanta attenzione a produrre un oggetto che di per sé non è in grado di sostenerli economicamente e per cui spesso nella vita fanno anche altro, ma non possono/non vogliono lasciar stare una espressività importante del loro essere. E come loro, ovviamente tanti altri! Cito qui anche il lavoro di NPE di recupero dei classici, o Renoir Comics e il suo Don Camillo e ancora Bugs Comics di cui ho recuperato il numero zero di Samuel Stern (ne riparleremo).

Poi c’è il lato economicamente imponente di due pezzi grossi come Panini che ha portato Claremont (l’ho visto ed esiste!), Starlin e che ogni anno sforna il meglio della Marvel, le produzioni Panini (girava Cavazzano) e manga e anche Asterix con la sua nuova avventura (parleremo anche di questa).

Ed infine Sergio Bonelli Editore che per la tipologia di lettore d’avventura come sono io è il massimo e offre a Lucca da ormai 4 anni i suoi prodotti migliori in anteprima e mi riferisco in particolare ai libri come Il Confine, Sottosopra, Senzanima, K11… insieme alle variant e a tanti rilanci editoriali.

 

Due sono i rilanci a cui ho assistito da vicino: Dylan Dog e Dragonero.

Due percorsi così simili nelle dichiarazioni ma così diversi nella loro genesi e negli obiettivi.

Dragonero, che riparte da 1 con Dragonero il ribelle, è dentro la sua naturale evoluzione frutto dell’intesa e dell’incessante lavoro (spesso in ritiro all’eremo di montagna) di Stefano Vietti e Luca Enoch, supportati dal cura editoriale di Luca Barbieri. Ci sono alcuni lettori arrabbiati per la ripartenza della numerazione (forse per una sorta di religione nerd simile a quella del pianto rosso? Il motivo mi è oscuro), ma il tessuto narrativo del nuovo ciclo riparte da dove l’abbiamo lasciato e vuole giustamente catturare nuovi lettori. In bocca al lupo anche con il mio sostegno! La conferenza è anche un segno di grande amicizia tra lo staff di Dragonero e francamente l’unica nota stonata è lo YouTuber (di cui non ricordo il nome) che all’inizio dichiara di aver letto solo le Origini e il nuovo numero… mah! Bravo comunque Barbieri a coinvolgerlo cercando di dare senso alla sua presenza.

Dylan Dog riparte con il matrimonio (credo brevissimo) con Groucho e con un numero 400 che chiude il Dylan di Sclavi e apre quello di Recchioni. Recchioni e Masiero intervistati da Luca Valtorta di Repubblica rispondono bene e anzi Recchioni cerca di allontanare il focus dalla questione dei diritti civili a cui sembra alludere il matrimonio tra Dylan e Groucho (entrambi decisamente eterosessuali del resto) e vuole portare invece a riflettere sull’impianto narrativo (cosa che Masiero e Valtorta fanno di meno). Fa bene Recchioni a chiudere con il Dyd di Sclavi? Per me sì come intento (ma non leggo Dylan da tanto in modo stabile). Ha coraggio perché ovviamente si espone di più, ma ha anche il sostegno di Tiziano Sclavi stesso che ha seguito passo passo la cosa e ha anche riscritto le tavole finali del 399. Unica osservazione: rispetto a Dragonero, mi è sembrata di più una situazione da uomo solo al comando in cui l’ago può oscillare tra il comando e la solitudine. Ma è solo un’impressione.

Altro da Lucca? Sì, amici incontrati (su tutti Giacomo e Manuel che collaborano anche con FumettiAvventura e seppur fuggevolmente Adriano) e lavori di amici, acquistati letti piaciuti (mi riferisco al numero zero di Tesla and the Secret Lodge!).

Una bella esperienza e ora spero che altri (tra cui Francesco Benati e Andrea Cipollone) ci raccontino la loro Lucca dei prossimi giorni!

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