…e alla fine arriva il numero 4! E Dall’abisso del rischio di abbandonare una serie o di relegarla quanto meno ad uno spazio marginale, sono passato finalmente alla trepidante attesa per il prossimo numero. Intendiamoci non è che i primi numeri non avessero convinto in nessun modo. Anzi, il primo mi era piaciuto, il secondo ripeteva un po’ i temi del primo ma entrambi offrivano disegni di alto livello uniti a colori ben funzionali alla narrazione e anche il terzo dopo qualche rilettura aveva sicuramente raggiunto per me la piena sufficienza, ma ancora non c’era stata l’occasione di essere conquistati dalla lettura e anche di provare dei sani momenti di cliffhanger.
Dall’abisso – Odessa n.4
Soggetto e sceneggiatura: Davide Rigamonti
Disegni: Riccardo Chiereghin
Colori: Federico Giretti
Copertina: Mariano De Biase
Certo Yakin Yurakin deve forse scrollarsi di dosso alcuni aspetti nathanneveriani (non che Nathan non ci piaccia, ma ritengo che un personaggio di fantascienza/fantasy in una stessa casa editrice debba essere libero da somiglianze strette con altri personaggi), ma sta acquistando uno spessore importante e spero in cuor mio che possa non fermarsi solo sui tormenti interiori di una certa solitudine dell’eroe predestinato.
Che cosa accade in questo numero 4? Senza spoiler particolari la trama ruota attorno ad una sfortunata missione di salvataggio che porta Yakin ad un doloroso e scomodo confronto con un vecchio marinaio depositario di antiche tradizioni e leggende ucraine del Mar Nero. Ma da quel confronto nascono un susseguirsi di scene di azione che davvero conquistano il lettore.
E questa volta forse senza più il problema di ripetere ai lettori qual è il contesto in cui ci troviamo, la strada impervia per arrivare al confronto contro i temibili e esiziali alieni Ignoti (sorta di divinità di lovecraftiana memoria) è collegata in modo scorrevole e naturale al nemico contro cui concretamente deve combattere Yakin (nemico che entra in scena recuperando quanto visto nel primo numero della serie).
Ridotto all’osso ‘spiegoni’ o similari (che intendiamoci non necessariamente sono negativi) la sceneggiatura di Davide Rigamonti si arricchisce di azione con alcune sequenze molto convincenti come ad esempio quella dello scontro con i Boruc/Sermoth da pagina 45 a pagina 60. Ma è anche apprezzabile come gli aspetti misteriosi che si affacciano alla narrazione (le ricerche di Tori con la complicità di Goraz) siano inseriti nella trama principale con giusta scelta di tempi e con l’effetto di creare attenzione nel lettore che apre lo sguardo sulla complessità della vicenda di Odessa.
Ad aiutare lo sviluppo della narrazione ci sono gli ottimi disegni dell’esordiente Riccardo Chiereghin, ennesima dimostrazione della capacità (e del fiuto) della Bonelli nel rintracciare nuovi artisti da lanciare nel mondo del fumetto. Uno stile personale, graffiante, ricco di dinamismo anche nel layout delle tavole ben poco convenzionali con la gabbia bonelli che viene scomposta e ricomposta in vario modo seguendo e aiutando lo svolgersi delle scene di azione e le inquadrature stesse.
Da citare anche il lavoro ai colori di Federico Giretti che con coraggio segue la strada fortemente espressionistica scelta per questa lunga miniserie.
Ora non ci resta che aspettare il numero 5 con una cruda copertina dedicata al personaggio che per ora mi ha meno convinto, ovvero Goraz. Mi aspetto di cambiare idea!
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