Tex, 70 anni di recensioni: 1959

Scritto da Francesco Benati

29 Gen, 2018

Eccoci tornati ad una nuova tappa di questo viaggio che ripercorre l’intera storia di Tex, il fumetto creato da Gian Luigi Bonelli e da Aurelio Galleppini nel 1948. I dettagli del progetto li trovate qui, per ora vi basti sapere che stiamo ripercorrendo, anno per anno, tutte le storie del ranger (la prima annata del Tex Gigante analizzata è stata il 1958).
Il 1959 si apre con l’albo Fuorilegge, dove si conclude la storia dei Blancos iniziata nell’albo precedente, mentre prende il via la prima vera storia lunga di Tex, quasi 160 pagine (tantissime per l’epoca), che si concluderà nell’albo successivo.
Tex ormai è un ranger e si trova a dover affrontare l’invasione dell’esercito messicano, invasione nata per riconquistare i territori persi durante la guerra del 1846-1848. Nonostante un iniziale vantaggio dei messicani, i rangers riescono a ottenere una prima vittoria, ma il conflitto è ben lontano dall’essere finito a causa delle macchinazioni di una coppia di spie: Steve Dickart e sua sorella Lily. La coppia usa la professione di artisti girovaghi come copertura per ottenere informazioni dai soldati e riferire quindi ai messicani le iniziative dell’esercito americano. Tex riesce a smascherarli, ma Steve Dickart trova il modo di accusare il ranger di omicidio. Messosi alle strette, Tex ridiventa un fuorilegge. Deciso a fuggire in Messico per rintracciare Dickart, Tex si allea con il guerrigliero Montales che aiuterà poi nella sua lotta per il Messico.
Siamo di fronte ad uno dei capisaldi della saga di Tex, una storia memorabile (per quanto non particolarmente bella) che si caratterizza per numerosi aspetti: è la prima storia in cui entra in scena Mefisto, la futura nemesi di Tex. Qui è Steve Dickart, nient’altro che un prestigiatore da strapazzo, peraltro nettamente messo in ombra dalla sorella Lily, ma nelle storie successive si sarebbe trasformato nel nemico numero uno del ranger. Inoltre, parliamo della storia in cui si fortifica il rapporto tra Tex e Kit Carson. Quest’ultimo, infatti, non crede per niente nella colpevolezza dell’amico e ritiene si debba fare l’impossibile per toglierlo dai guai. Abbiamo anche la prima apparizione di un altro personaggio importante per la saga di Tex, ovvero Montales, futuro governatore dello Stato di Chihuahua e alleato del ranger.
In questa storia è palese l’influenza del feuilleton ottocentesco: la storia si evolve in maniera confusa assecondando gli umori del momento di GL Bonelli (ricordiamo che all’epoca Tex era ancora settimanale e che gli editori puntavano maggiormente su Occhio Cupo), al punto che non è ben chiaro a che punto finisca. Io, per comodità, ritengo che Fuorilegge inglobi anche la prima parte de L’eroe del Messico, ma è una decisione del tutto arbitraria. Buono il lavoro di Aurelio Galleppini, coadiuvato da Mauro Uggeri.
La successiva La Banda del Rosso è una storia non particolarmente lunga e neppure molto esaltante: classica storia del proprietario terriero tenuto sotto torchio da un bandito, il Rosso del titolo, che verrà prontamente sgominato da Tex.
Una nota sola su questa storia: si tratta della prima storia in cui compaiono dei neri, i quali Barlano DuDDi Gosì, GaBiDo, Badrone? Prima che si gridi al razzismo va detto che questa storia è uscita nel 1949. Probabilmente GL Bonelli di neri non ne aveva mai visto uno dal vivo e gli unici che aveva visto erano quelli di film americani come Via col Vento e Il piccolo Lord, dove i neri sono doppiati in questo modo.
Decisamente migliore la successiva La tragica notte (che alcuni attaccano alla storia del Rosso, ma io, in questo caso, divido), prima storia che vede l’ingresso in scena dei cinesi, i quali, ovviamente, parlano con la L al posto della R. Vale lo stesso discorso fatto sopra. In questa storia, Tex si trova ad affrontare i trafficanti d’oppio, cosa che farà poi diverse volte nei decenni successivi. C’è il piccolo dettaglio che il commercio di oppio all’epoca era legalissimo in quasi tutti gli USA ad eccezione della sola California, ma vabbè, è un fumetto, figuriamoci.
Subito dopo entra in scena un classico immeritatissimo del ranger, ovvero Satania.
Stiamo parlando di una storia che è diventata celebre grazie al sapore mitico che hanno assunto i primi numeri della saga, ma l’avventura in quanto tale è davvero pochissima cosa. Tex e Carson, qui alla loro prima missione insieme dall’inizio alla fine, vengono spediti ad indagare su un gruppo di banditi che si ritiene siano capeggiati da una donna, Satania. L’aspetto più misterioso della vicenda, cioè l’identità di Satania, viene fatto intuire al lettore dopo due microsecondi. Alcuni ritengono che in fondo a GL Bonelli non interessasse molto il giallo e il mistero, ma che preferisse l’avventura. Io dico che se proponi un mistero, poi lo devi sviluppare bene; non che lo abbozzi e poi lo lasci cadere dopo due pagine, peste!
C’è poi la famosa scena dell’orango ammaestrato raffigurato come un gorilla. Io capisco il fatto che si tratti di una storia pionieristica, appartenente ai famosi tempi eroici del fumetto, però non è che dobbiamo farci piacere tutto per forza, ecco!
La storia non deve essere piaciuta molto neppure a Galep, perché l’ha tirata via.
Altra storia senza troppe pretese è la successiva Missione a Devil’s Hole, avventura che vede un insolito Tex travestito da musicista messicano per liberare Carson.
Ma è con la storia che si svolge tra Doppio Gioco e Il patto di sangue (che uscirà nel 1960, quindi facciamo una breve incursione nell’anno che verrà) che abbiamo una vera e propria pietra miliare della saga di Tex: un colpo di Stato sconvolge il Messico!
Montales è stato catturato e condotto in prigione e spetta a Tex andare a sud del Rio Grande per liberare l’amico.
In questa storia fa il suo ingresso una procace e avvenente fanciulla di nome Lupe Velasco (a essere fiscali, il cognome dovrebbe essere Velazco, ma fa lo stesso), la quale dimostra di non essere affatto la classica fanciulla inibita, anzi. Fin dalle prime pagine si mette in testa di sposare Tex, il quale risponde con un fumettistico gulp!, forse un caso unico nell’intera serie. Lupe non ci sta a recitare la parte della donzella da salvare e alla fine il personaggio emerge nonostante i tentativi di GL Bonelli di non oscurare Tex.
Il piano per liberare Montales è disseminato di ostacoli come la banda di El Fierro, messicano traditore, ma alla fine riesce, pur con qualche scena che sfonda la sospensione d’incredulità: una su tutte, Tex viene convinto a fingersi ambasciatore degli Stati Uniti per potersi introdurre nella fortezza di Tiburon e liberare Montales.
Complimenti a chi ha assunto il direttore della prigione!
Ligio alla regola che le donne non devono far parte del fumetto avventuroso e che nessuno può mettere in ombra Tex, GL Bonelli si sbarazza in fretta della bella Lupe, la quale viene piantata in asso da Tex in un modo non particolarmente cavalleresco. La bella messicana non si vedrà più per quasi settant’anni fino a quando non verrà ripescata da Mauro Boselli in una storia uscita nel 2017.
A risentirci con la prossima tappa di questo racconto dove entreremo in un anno fondamentale per Tex, quando usciranno i primi capolavori della serie.

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