Terzo numero dell’Old Boy nella nuova versione curata da Franco Busatta e terza lettura che va a segno in modo positivo. Per ora la formula sembra funzionare e davvero ha rivitalizzato una serie (i Maxi old boy) che sembrava un po’ trascinarci. Da questo punto di vista il lavoro di sistematizzazione delle testate dedicate a Dylan Dog sta mostrando il suo perché. E al netto di gusti e opinioni vari Roberto Recchioni ha indirizzato le scelte perché ci fosse una identità di ogni testata e perché di fatto il lettore fosse libero anche di scegliere. Certo se scegli tutto è sicuramente meglio per i conti della SBE, ma se anche si crea una fidelilzzazione mirata se questa è sufficiente a far stare in piedi la serie, credo che vada benissimo lo stesso.
E cosi abbiamo il DYD post apocalisse e per ora caratterizzato da una certa microserialità interna (DYD666, ora Mana Cerace…) che si presenta in edicola con le copertine pittoriche di Gigi Cavenago; il DYD del Pianeta dei Morti di Alessandro Bilotta con le copertine di Marazzo; questo Old Boy baciato dalle copertine dei Cestaro; il DYD di Tiziano Sclavi nei Racconti di Domani da libreria; il Color sperimentale e in qualche modo esplicitamente autoriale; e infine il Magazine corredato dai vari articoli di approfondimento sull’annata horror. A voi la scelta! Io sto seguendo l’Old Boy e il Magazine, qualche volta lo speciale di Bilotta (lettura fissa della nostra Chiara Cvetaeva) e saltuariamente il Color.
Dylan Dog Old Boy n.3 (ottobre 2020)
Copertina: Raul e Gianluca Cestaro
L’isola del male
Soggetto, sceneggiatura e disegni: Gigi Simeoni
Il nemico geniale
Soggetto e sceneggiatura: Giancarlo Marzano
Disegni: Giulio Camagni
Perché mi sta piacendo l’Old Boy? Guardate… è strano perché non mi è ancora così chiaro, ma siccome come FumettiAvventura per ora non abbiamo ancora un lettore/recensore di DYD e visto che Francesco Benati ha inaugurato la recensione saltuaria e a-periodica dell’Old Boy… allora mi cimento anch’io nel presentarvi questo terzo numero (non perché il secondo non mi sia piaciuto, anzi! Lo abbiamo anche inserito nella nostra TopFA di agosto!). Forse spiegare che cosa funziona in questo numero, mi aiuterà a capire cosa mi piace di questo balenotterino bimestrale.
La prima storia L’isola del male è un assolo di Gigi Simeoni che si occupa di soggetto, sceneggiatura e disegni. L’isola del male del titolo è in realtà un paradiso di serenità e buona creanza. Tutti gli abitanti dell’isola si rispettano e hanno fiducia l’uno dell’altro, ma nelle notti di Halloween si scatena nel cimitero del paese un male indicibile che sembra ridare vita ai morti (Groucho, pistola! Capito, no?).
Il tema classico e dylaniassimo degli zombie è riproposto da Simeoni con freschezza grazie soprattutto a due elementi: un Groucho usato come spalla costante ma coinvolto nell’azione, e poi i personaggi di contorno dell’isola che con la consueta carica espressiva di Simeoni sono credibili e vivaci. Il tratto del disegno piega spesso sul ‘fumettistico’ (in sintesi intendo un tratto che è meno realistico rispetto a quello de Gli occhi e il buio o de La corsa del lupo) e la cosa è piacevole perché dà un tono generale di leggerezza alla storia che si chiude anche con una nota di positività che ho davvero apprezzato.
La seconda storia (Il nemico geniale) è di tutt’altro genere e ruota attorno ad un tema che anche in questo caso è già stato percorso svariate volte: il doppelgänger malvagio. Giancarlo Marzano crea una storia thriller che gioca di fatto su tre personaggi. La vittima, il doppio cattivo e la sorella della vittima. Dylan deve risolvere la vicenda di fatto senza particolari aiuti, anche se Marzano inserisce una vecchia conoscenza dell’Old Boy, Liam, protagonista eponimo di Liam il bugiardo, DYD n.264, numero scritto proprio da Marzano. E qui mi permetto una parentesi, considero sempre molto efficaci questi ritorni che creano una sorta di continuità interna ‘marzaniana’: si tratta di un segno importante di uno spazio che lo sceneggiatore si crea all’interno dell’ampio orizzonte di una serie di così lunga durata come Dylan Dog.
Ma torniamo allo seconda storia di questo numero. Marzano crea un cattivo fatto apposta per generare fastidio nel lettore, ma nello stesso tempo risulta difficile empatizzare totalmente con la vittima. L’effetto è quello di una sospensione in cui Dylan si muove circospetto apparentemente sempre un passo indietro alla soluzione del mistero.
Davvero curati i disegni di Giulio Camagni, scelto correttamente come partner grafico di una storia che ha toni claustrofobici e intimi. Il tratto nervoso e spesso di Camagni (che tanto ha dato alla bellissima serie di Napoleone) sa scolpire delle figure che si muovono in spazi reali ma anche universali e questa è sicuramente una delle cifre narrative di tanto fumetto dylandogghiano.
Insomma questo terzo numero mi è piaciuto. Perché è Old Boy? Non lo so, ma penso che mi sia piaciuto perché Simeoni e Marzano/Camagni avevano da raccontare delle storie a fumetti in cui hanno creduto e poi il curatore Franco Busatta ha confezionato il tutto, accostando le due storie e creando un mix che ha funzionato. Basta per ora? Credo di sì.
Alla prossima recensione, ma intanto seguiteci anche nel gruppo facebook, L’avventura a fumetti da A(dam) a Z(agor), sulla pagina Facebook FumettiAvventura – Le recensioni, sul canale YouTube FumettiAvventuraTV e iscrivetevi alla nostra newsletter per contenuti quindicinali esclusivi!
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