Mezzo umano, mezzo vampiro, 100% italiano – Editoriale

Scritto da Paolo M.G. Maino

23 Apr, 2018

Il blog L’avventura a fumetti da A(dam) a Z(agor) [ormai noto come Fumetti Avventura!] prova a cimentarsi anche con un genere giornalista ben delineato: l’editoriale. Senza obblighi di periodicità fissa, ma solo con un obiettivo aprire una discussione che come al solito potrete anche continuare tra i post del nostro gruppo Facebook!

«Mezzo umano, mezzo vampiro, 100% italiano», questa è la traduzione dello slogan pubblicitario di una traduzione in portoghese di Dampyr (lo vedete nella foto qui sotto postata oggi 23 aprile sulla pagina ufficiale facebook di Dampyr).

E all’inizio è semplicemente scattato in me il pulsante del ‘like’ per la notizia di costume e anche perché come indicato nei commenti il titolo portoghese letto in italiano fa anche un po’ ridere.
Ma poi mi è sorta un’osservazione: ottima presentazione sintetica di Harlan Draka, un ibrido metà uomo e metà maestro della notte, ma per chiudere il messaggio pubblicitario che gioca sulle percentuali, l’ideatore dello slogan dichiara 100% italiano! Quindi 100% italiano è sinonimo di eccellente e quindi di degno di essere comprato e collezionato.
Arrivo quindi al cuore di questo editoriale: la nona arte (ma se ci pensiamo l’arte a 360°) ha una fetta importante della sua storia in Italia ed è segno di quello che gli antichi chiamavano genius loci, ovvero la naturale propensione per un certo tipo di attività e questa peculiarità per l’Italia risiede anche e soprattutto nella capacità di raccontare e di raccontare per immagini, del resto dalla patria che deve la sua lingua a Dante e Boccaccio (e sì anche a Petrarca che magari ci sta meno simpatico) cosa dovremmo aspettarci di diverso?
E allora ancora una volta nasce un corollario che ha due facce (come il mitologico Giano Bifronte): abbiamo un patrimonio e abbiamo ancora tanti eredi – piccoli e grandi – di questo patrimonio ed è proprio da lì che bisogna ripartire, ma ogni tradizione va mantenuta e fatta propria, smontata e ricreata, ma non abbandonata e calpestata ed è questo il cuore della battaglia culturale del nostro tempo (ma forse di ogni tempo).
Il fumetto italiano dai due grandi mattatori (Sergio Bonelli Editori e Panini Disney) e dai grandi nomi (Zerocalcare, Gipi o Leo Ortolani ad esempio) ai piccoli autori in cerca di visibilità con produzioni curate (penso solo per stare a quello che conosco da vicino a The Professor di Andrea Corbetta o a Darek di Massimo Pini e Andrea Modugno) o ai prodotti innovativi che nascono dal web e dai social (Aqualung di Paliaga e Carlomagno o Hangar 66 di Max Bertolini) dimostra una vivacità importante e una voglia di sperimentare che giustamente ci viene invidiata in altre parti del mondo.

Quindi amanti del fumetto, alziamo la testa e facciamo conoscere le cose belle che leggiamo e discutiamone insieme con il gusto e l’ironia che si possono percepire quando si va ad una fiera di fumetti (penso soprattutto a quegli eventi solo per fumetti durante i quali puoi perderti le mezz’ore a guardare l’artista di turno che fa uno schizzo oppure ti trovi ad esultare perché finalmente hai completato la collezione a cui tieni particolarmente)!

Insomma 100% italiano e orgoglioso di esserlo… almeno per la nona arte! 😉

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