Il piombo e la carne – Deadwood Dick n. 4 (ottobre 2018)

Scritto da Paolo M.G. Maino

15 Ott, 2018

Si conclude la seconda storia di Nat Love, in arte Deadwood Dick, avventuriero e giustizierie dai modi sbrigativi e dal comportamento ben poco da eroe senza macchia, inventato da Joe R. Lansdale e trasportato nel media dei fumetti dalla Sergio Bonelli Editore. E si tratta di un investimento importante quello che la casa editrice milanese sta portando avanti con questa miniserie di sette episodi. Sono stati scelti tra i migliori sceneggiatori e disegnatori a dare vita a questa miniserie e per i numeri 3 e 4 il testimone è nelle mani di Maurizio Colombo e Pasquale Frisenda.

Il piombo e la carne – Deadwood Dick n. 4

 

Soggetto: Joe R. Lansdale

Sceneggiatura: Maurizio Colombo

Disegni: Pasquale Frisenda

Copertina: Corrado Mastantuono

Abbiamo lasciato Deadwood Dick alla fine del numero 3 a Hide and Horns, paese nel Texas non molto ben disposto verso gli uomini di colore nonché ricettacolo di brutture e perversioni anche e soprattutto nei sobborghi sporchi e maleodoranti abitati dalla comunità cinese. Motivo della visita a Hide and Horns è la volontà di seppellire Cramp, uno sfortunato compagno di strada (nero come Nat) incontrato nel deserto e ucciso da un gruppo di masnadieri.

Ce la farà a seppellire Cramp in un covo di razzisti peggiori di tutto il Ku Klux Klan messo insieme?

E in fin dei conti, tutta la vicenda si riduce a questa missione che Nat si è auto-imposto e a cui lega la sua naturale avversione verso ogni forma di prevaricazione o abuso verso chi è più debole… il tutto a modo suo, senza che ci sia mai il rispetto di un codice cavalleresco: Deadwood Dick spara per primo senza avvisare e soltanto dopo una rapida analisi psicologica per capire come fare più male al gruppo come nelle due magistralmente grottesche pagine 60 e 61: Nat se ne va da Hide and Horns guidando un carro e teme che qualcuno del paese possa provare un’ultima volta a fargli la pelle… basta uno sguardo cattiva e una pistola puntata a far sciogliere (letteralmente fin nell’intestino) l’ipotetico sbruffone di turno.

Scena madre del racconto è una sparatoria che coinvolge moltissimi personaggi e che dura la bellezza di 20 tavole che su un racconto di 60 è un buon terzo, a cui si aggiungono altre scene più veloci di sparatoria o di combattimenti o comunque con i personaggi con pistola in mano per arrivare a 28 pagine, ovvero quasi la metà delle pagine e direi che con questo la parte Il piombo del titolo è ben spiegata! E direi che anche il primo ruolo di Colombo è ben spiegato con questi dati: il fumetto si fa cinema di azione in una girandola vorticosa di cambi di situazione che ricorda la scena finale de Il mucchio selvaggio di Peckinpah o (e per me ancora di più) le lunghe sparatorie dei film coreani di John Woo come Hard Boiled 1 e 2 e The killer. È una scelta tutta da ascrivere alla sceneggiatura di Colombo!

 

Per chiudere il discorso sceneggiatura, Colombo si conferma a suo agio (anzi di più) nel mondo di Lansdale e pigia sull’acceleratore con un linguaggio tutt’altro che politicamente corretto e come è tipico della neonata linea Audace anche esplicito nei suoi riferimenti al sesso e ad una violenza fine a se stessa. Ed in mezzo alla bruttura risplende di più la poesia come nella delicata scena di pagina 54 (delicata non vuol dire che non sia piena di controcanto umoristico e scurrile!): leggere o ri-leggere per credere!
Passiamo al capitolo disegni: con una stampa migliore (ma a mio avviso non ancora perfetta se paragonata ad esempio a certi numeri di Magico Vento o anche al recente numero de Le Storie) l’arte di Pasquale Frisenda si offre ad altissimi livelli soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi, mai uno uguale ad un altro (come dimostra la bellissima pagina 62 costruita sulla bellezza di 35 volti differenti) e nelle frenetiche scene di azione nella notte di Hide and Horns.

 

Insomma dopo la prima storia introduttiva raccontata da Masiero e Mastantuono, le avventura di Deadwood Dick proseguono ad altissimi livelli e ci portano ora ad un trittico finale di numeri ad opera di Boselli e Andreucci!

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