Dopo l’esordio di Stefano Andreucci, un altro Stefano si affaccia nel team dei disegnatori di Dampyr, ovvero Stefano Casini da anni colonna portante di Nathan Never. Ma se per Andreucci si tratta del primo di una lunga serie di albi dell’ammazzavampiri di casa Bonelli, per Casini ci troviamo di fronte alla prima e per ora unica esperienza nella saga dampyriana. E si tratta anche di una storia sicuramente particolare perché qui l’orrore non ha nulla di horror letterario o cinematografico ma è proprio l’abisso del male a cui può scendere l’uomo di qualsiasi tempo e luogo (e il discorso finale della giovane Layla farà proprio esplicito riferimento ad Anna Frank e agli orrori nazisti come simbolo di un male assurdo che continua ad accadere). La volontà di portare ad un livello che travalica il particolare momento storico è confermato anche da una certa vaghezza con cui Boselli sceglie di indicare il luogo geografico dello scontro tra ribelli e truppe occupanti: siamo nel Caucaso (e questo è dichiarato), ma la città teatro delle azioni, ovvero Djovkhar, non si trova sulle cartine geografiche tradizionali ma è il nome in lingua Nakhce di Grozny, capitale della Cecenia.
Dicevo che l’horror nel senso fantasy e letterario del termine agisce qui da diversivo distraente, visto che gli Upyr (vampiri in lingua russa) per cui Harlan, Kurjak e Tesla si recano in Cecenia sono solo (si fa per dire) dei bambini o ragazzi scampati a pulizie etniche o rappresaglie che vivono ora nelle gallerie sotterranee di Djovkhar e che creano come macabro e astuto deterrente la diceria che ad agire nella regione siano dei veri e propri vampiri: assaltano di notte piccoli avamposti di soldati regolari e poi dissanguano i corpi dei militari uccisi.
Ultimo elemento da sottolineare in fase di introduzione è la comparsa per la prima volta del Medical Team del dottor Michel Dast e dell’infermiere finlandese Arno Lotsari, corrispondente di Caleb Lost dai vari luoghi del fronte in cui si trova ad agire. Sarà l’inizio di una lunga frequentazione (soprattutto per l’intraprendente Arno) con il trio di ammazzavampiri.
I ribelli – Dampyr 14
Data pubblicazione: maggio 2001
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Stefano Casini
Copertina: Enea Riboldi
Tavole: 94
Personaggi: Harlan, Tesla, Kurjak, Arno Lotsari, Michel Dast, Colonnello Petrov, Zabanov ‘il Leone’, Megan Ryan, Layla
Luogo: Caucaso (in uno stato non citato ma corrispondente alla Cecenia)
Tempo: Il presente (inizio anni 2000)
Trama: Nelle regioni del Caucaso teatro di guerre civili e regolamenti di conti dopo la dissoluzione dell’ex Unione Sovietica, un crudele e violento esercito di ‘regolari’ guidato dallo spietato colonnello Petrov tiene sotto il pugno di ferro con razzie e rappresaglie di ogni genere la minoranza etnica Nakhce e a farne le spese sono anche i più deboli come gli anziani, le donne e i bambini. Ed è proprio un gruppo di bambini orfani o comunque separati dai loro genitori a rifugiarsi nei sotterranei della città di Djovkhar e ad ideare un ingegnoso quanto macabro piano per sopravvivere e a loro modo supportare la causa dei ribelli: i ragazzi assaltano gruppetti di soldati sorprendendoli nottetempo e aggiungono agli omicidi il dissanguamento completo di qualcuno dei loro nemici per farsi passare per degli Upyr, ossia vampiri. Petrov intanto fa conoscenza con il dottor Michel Dast, responsabile del Medical Team e la sua bella assistente Megan Ryan da cui il colonnello è visibilmente attratto. Dast è un uomo deciso ma che sa anche ‘far buon viso a cattivo gioco’ con chi ha in mano il potere per poter così ottenere qualche possibilità di azione maggiore per sé e i suoi uomini. Durante l’incontro tra Petrov e Dast, la dottoressa Ryan conosce Layla, giovane ragazza nakche che vuole far arrivare alla stampa delle fotografie delle violenze perpetrate dalla squadra di Petrov. Per proteggerla Megan la fa entrare come infermiera nel Medical Team.
Harlan, Kurjak e Tesla entrano in azione chiamati da Arno Lotsari, anche lui infermiere del Medical Team, nonché corrispondente di Caleb Lost. Ed è un ingresso in azione abbastanza ritardato (‘solo’ a p.27 tanto che forse Sergio Bonelli direbbe: ”Ma dov’è Harlan? Dov’è il Dampyr a cui è dedicata la serie?”. Ma in altre occasioni sarà ancora più rimandato l’arrivo dei ‘nostri’!) ma perfettamente orchestrato: quando per la prima volta una vecchietta, davanti allo strazio dei soldati dissanguati che il colonnello Petrov ha voluto far vedere a Michel Dast, il dottore capo del Medical Team, dice che sono stati gli Upyr, finalmente nella tavola successiva nel buio della notte vediamo prima Tesla immobile che osserva dei camion avanzare (si tratta di una vignetta grande che occupa le posizioni 1-4) e poi la vediamo balzare con la sua consueta agilità per assaltare i camion in questione (posizione 5): ecco l’unica non-morta che davvero agirà in questo numero!
Harlan, Tesla e Kurjak entrano sulla scena facendo la conoscenza dei ribelli (erano loro i camion assaltati da Tesla, ma ovviamente senza che nessuno dei ‘buoni’ ci sia andato di mezzo) e del loro capo, Lyoma Zabanov ‘il Leone’ che indica nel petrolio il motivo della guerra («La nostra ricchezza… e insieme la nostra dannazione…» p.32). Lyoma li indirizza alla capitale della regione, Djovkahr, dove si vocifera dell’esistenza di un vampiro che uccide e dissangua i soldati dell’esercito regolare.
A questo punto i tre si dividono, mentre Kurjak e Tesla si dedicano a controllare nottetempo le strade di Djovkahr, Harlan incontra Arno e entra anche lui come aiutante nel Medical Team. Intanto Layla racconta a Megan la sua storia: il suo villaggio è stato razziato dalla squadra degli Speciali di Petrov, suo padre e suo fratello sono stati freddati barbaramente mentre i suoi due fratelli minori, Sherip e Malika, sono scappati ma non ha più alcuna notizia su di loro.
Kurjak e Tesla salvano un gruppo di persone facendo a loro volta strage di una squadra di Speciali e riunitisi a Harlan riescono a trovare il covo sotterraneo dei ragazzi ribelli tra cui si trovano anche il fratello e la sorella di Layla. Il gruppo di giovanissimi ribelli racconta le violenze subite e spiega a Harlan e ai suoi compagni la strategia di creare la paura per i vampiri.
L’indomani mattina, venuto a conoscenza della morte di parecchi suoi uomini (quelli uccisi da Kurjak e Tesla), il colonnello Petrov decide una rappresaglia dimostrativa: cattura, con l’accusa di essere dei traditori affiliati ai ribelli, Arno e Layla e costringe la bella Megan ad accettare un invito a cena in cambio della promessa di lasciare salva Layla.
È la goccia che fa traboccare il vaso: Harlan, Kurjak e Tesla decidono di intervenire e con uno spettacolare assalto notturno alle carrozze del treno usato come quartier generale da Petrov, i tre liberano Arno e Layla e eliminano la maggior parte degli uomini di Petrov. Lo stesso colonnello finisce la sua vita per mano (e canini) di Tesla che interviene prima il militare possa violentare Megan.
Layla, infine, si ricongiunge con i suoi fratelli e decide di rimanere nella sua terra per difendere i diritti di chi non ha voce. Così spiega a Megan dopo aver rifiutato la sua offerta di entrare nel Medical Team «Dovunque sarò, combatterò per il mio popolo!» e dopo averle detto di aver letto da piccola Il Diario di Anna Frank, l’albo si chiude sul grido che Layla alza tra i monti del Caucaso: «Quegli orrori si ripetono ancora in molti paesi del mondo… Perché il mondo preferisce non sapere? Perchè?…». Un drammatico grido che conferma l’intento dell’albo che oltre a far divertire con l’azione e la vittoria dei ‘buoni’ costringe il lettore a riflettere su un tema – quello del male che gli uomini fanno ad altri uomini – intrinsecamente legato alla serie Dampyr.
Pagine da ricordare: p.32 La già citata pagina in cui Lyoma Zabanov indica i fuochi dei pozzi di petrolio a valle che bruciano nella notte ha una carica espressiva davvero forte
p.86 L’ingresso di Tesla a salvare Megan dalle grinfie di Petrov è un capolavoro di dinamismo (in una vignetta di per sé tradizionale) e anticipa la sentenza di morte che la non-morta produce immediatamente dopo addentando alla gola il colonnello e suscitando la paura di Megan che poi Tesla provvede a tranquillizzare.
La copertina: La scelta di Riboldi questa volta cade sul rifare sostanzialmente una vignetta interna (la 1 di p.71) con la variante della posizione invertita tra Harlan e Kurjak. Il buon soldato torna in una copertina dopo D11 Nemesis a dimostrazione del ruolo importante rivestito nella serie dai due fidati compagni del Dampyr Kurjak e Tesla.
Cosa scopriamo su…
…Caleb Lost: Caleb non compare ma un dialogo tra Arno e Harlan è utilissimo a dare sfondo realistico alle missioni in giro per il mondo dei tre ammazzavampiri. Arno che sarebbe curioso di conoscere il suo misterioso corrispondente dice ad Harlan: «Dicono che sia un uomo di teatro. E deve essere anche molto ricco», e il Dampyr risponde: «Non saprei… ma da quando sto con Caleb Lost non ho avuto problemi di soldi, questo è certo!».
…Tesla: la strana non-morta dimostra di aver conservato molta umanità nel suo apparentemente freddo cuore. Di fronte a Michel Dast che alla fine della vicenda si fa carico di curare i ragazzini orfani e di aiutare la loro crescita ed educazione, Tesla sembra piangere e a Kurjak che la prende bonariamente in giro per questa sua debolezza ricordandole che non sapeva che i vampiri piangessero così risponde: «Infatti non possiamo!… ma c’è troppo fumo, in questo dannato accampamento!». Unica Tesla!
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