Con il presente articolo iniziamo sul blog FumettiAvventura un percorso di presentazione di giochi di ruolo o in scatola, in particolare quelli collegati a fumetti o alla letteratura in generale. Cominciamo, stimolati dalla notizia della collaborazione tra Raven Distribution e Sergio Bonelli Editore.
La notizia della collaborazione di Sergio Bonelli Editore con Raven Distribution, editore che pubblica per l’Italia il pluripremiato gioco della Chaosium Il richiamo di Cthulhu, ha spostato, una volta tanto, l’occhio non più sul fumetto bensì sul gioco di ruolo.
La nuova serie Bonelli, Il Confine, che è stata presentata a Lucca Comics and Games 2019 (e lanciata prima da un interessante art portfolio) si appresta pertanto a diventare una “ambientazione” per un gioco di ruolo. Per gli appassionati di GDR tutto questo può essere solo fonte di curiosità, anche per vedere come la storia e la tematica del fumetto riusciranno a fondersi con i temi disturbanti e particolari trattati da Il richiamo di Cthulhu; per i semplici appassionati di fumetti, invece, questa opportunità permetterà loro di aprire la mente ad un’altra espressione che è poi complementare alla manifestazione fumettistica lucense: il gioco.

In fondo, fumetti e giochi appartengono alla stessa forma di intrattenimento ludico e culturale. Come il fumetto può essere impegnato e permettere al lettore di elevare la propria cultura stimolando interessanti riflessioni, così il gioco di ruolo è l’elemento ludico che più si avvicina al fumetto per lo stimolo che induce il fruitore ad utilizzare al massimo la propria fantasia per poter ovviare agli inconvenienti o agli imprevisti che deve affrontare e che si palesano nell’arco del gioco.
L’uso di dadi, l’interazione tra giocatori, la figura del master onnisciente (cioè colui che conosce la storia e ne segue il dipanarsi gestendo gli eventi) e l’immedesimazione tra personaggio e giocatore sono tutti elementi essenziali per poter godere al meglio il gioco, ma la sensazione che se ne ha al termine di ogni “sessione” (“partita”, per i profani) è quella di essere partecipi attivi al divenire e alla creazione di un micro-mondo, come se ogni giocatore contribuisse con le sue azioni alla scrittura della storia e allo sviluppo degli eventi, cosa che aumenta il senso di partecipazione e che rende gli stessi giocatori parte attiva nel gioco come se loro fossero direttamente gli autori o gli scrittori.
Queste particolari similitudini tra fumetto e gioco di ruolo come forme di stimolo della fantasia, passiva nel primo caso poiché ci si trova di fronte ad un prodotto già finito, attiva nel secondo poiché ancora da plasmare, trovano quindi un diretto collegamento in questa inedita collaborazione. Ad onor del vero va detto che il rapporto tra Bonelli e i giochi di ruolo è un feeling di lunga data: risale ai primi anni novanta lo splendido, seppur acerbo dal punto di vista della giocabilità, gioco di ruolo di Dylan Dog, ormai introvabile e ambito dai collezionisti, mentre già qualcosa di più imponente si era mosso qualche anno fa, quando era stato dato alle stampe il GDR di Dragonero congiuntamente a quello de La guardia dei Topi. L’esperimento però non aveva ricevuto un grosso battage pubblicitario ed era tutto sommato passato in sordina, nonostante l’interessante sistema di gioco e la peculiare ambientazione, probabilmente la più stimolante dell’intero universo Bonelli.
Diverso però è il caso di questa collaborazione: Raven è una delle principali case editrici di giochi di ruolo nel panorama italiano e, probabilmente, dopo l’acquisizione dei diritti per la pubblicazione del gioco Il richiamo di Cthulhu, si appresta a diventare la più importante in Italia grazie anche a titoli come Lupo Solitario, Vampiri e Kult. Il gioco è ormai un classico; ha attraversato indenne tutti gli anni ’90 e i duemila e ormai si appresta, nella nuova edizione grafica e cartonata scelta con gran gusto estetico dalla concessionaria italiana, alla settima edizione.
L’ambientazione pesca a piene mani, come dice il titolo, ça va sans dire, dalle opere del solitario di Providence: Howard Phillips Lovecraft. Nell’ambientazione i giocatori si trovano a impersonare normali cittadini alle prese con orrori indicibili e con cultisti o sette segrete che complottano per risvegliare i Grandi Antichi di cui Cthulhu è solo uno dei principali membri di quel pantheon blasfemo che l’autore del New England aveva partorito nella sua fervida fantasia.
Ovviamente per fermare queste minacce bisogna immergersi nei misteri cupi della mitologia letteraria e pulp di Lovecraft, per fermare i folli piani dei malvagi di turno, carpendone i segreti. Questo però comporta il raggiungimento di un certo livello di percezione della realtà e, dato che la conoscenza ha un prezzo, man mano che i personaggi evolvono nel gioco, la sanità mentale, ovverosia la capacità dei giocatori di resistere alla tremenda verità che gli si mostra, tende a calare, fino a portare il PG (personaggio giocante) alla pazzia, estremo prezzo da pagare per la conoscenza del proibito, come (letterariamente) accade ai protagonisti del racconto “alle montagne della follia” o “il colore venuto dallo spazio” (di cui ne verrà resa una trasposizione cinematografica il prossimo anno con Nicholas Cage, e che Dio abbia pietà della nostra anima!!).

Ovviamente, in un’ambientazione come quella appena citata, le congiure, i misteri, il sovrannaturale ben si prestano ad essere portati in scena nel gioco; così come il periodo storico, i ruggenti anni ’20 con la deriva verso i totalitarismi nazista e comunista, permettono di esplorare e sondare l’animo umano ma non solo; per chi abbia solida cultura fumettistica niente vieta di poter trarre ispirazione dai fumetti del periodo e dalle loro ambientazioni; penso per esempio a Tin Tin o a Max Fridman; ma questo non toglie addirittura, come ho visto fare in alcune sessioni di gioco, la possibilità di riprendere e riadattare all’ambientazione figure, personaggi o eventi ripresi da fumetti di ambientazione più recente, ma dai quali traspira quell’orrore cosmico e quotidiano che ben si lega al mondo gotico che impregna ” il Richiamo di Cthulhu”, Dylan Dog in primis, almeno fintantoché non è diventato la pallida copia di se stesso.
Non è ancora possibile esprimere un giudizio sulla pubblicazione de “il confine” che verrà data alle stampe con la Raven; possiamo solamente attenderci che le premesse espresse da casa Bonelli, che prefigura una serie a fumetti di stampo lovecraftiano, possano trovare riscontro e con questo legarsi perfettamente all’ambientazione del gioco, in un connubio perfetto tra “comics” e “games”.
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