Pare che non sia così lontana l’uscita del numero 11 e quindi ho deciso di riprendere in mano il mio percorso di recensione/analisi. Studiare i fumetti e le storie in generale è un mio hobby che nasce dai miei studi e da qualche attività che ho svolto con orizzonti accademici e quindi, pur sapendo che avrete la bontà di leggere in pochi fino in fondo…, beh fa parte del gioco di chi studia!
Inoltre le analisi-studio come queste hanno un altro vantaggio… con la giusta calma eccoci alla nostra consueta lettura e analisi di un altro numero di questa bella e avvincente serie da libreria dell’Audace Sergio Bonelli Editore.
Episodio 8 ritornOnrotir
Si tratta del numero 8 che si intitola ritornOnrotir un neologismo che indica un eterno ritorno ciclico come la linea continua che mai si interrompe proprio del numero 8.
Ad apparecchiare questo numero che di nuovo riapre le carte e ci rimette in mezzo al mistero sono gli ideatori della serie Mauro Uzzeo e Giovanni Masi e il disegnatore Bruno Canucciari (una scoperta della serie che ci regalerà molti altri bei fumetti!) coadiuvato ai colori da Alessia Pastorello. Come al solito prezioso il lavoro ai layout di Federico Rossi Edrighi e la supervisione ai colori di Emanuele Mammucari e infine il lettering (qui ancora più decisivo per tutte le prime pagine) di Marina Sanfelice.
Che cosa accade in questo 8 numero palindromo doppiamente?
Ritornano 6 ragazzi dopo una allucinata scena in mezzo al bosco con voci discordi e distorte che li accompagnano nel tempo e nello spazio. Si riaccende la speranza e ovviamente Laura Denti ha buon gioco a farsi riprendere dal commissario Augusto. Si tratta ora di trovare gli altri 5 e di capire che cosa è successo a tutti.
Ma quando apparentemente si chiarisce qualcosa… immediatamente qualcosa d’altro si complica: un’altra ragazza, Benedetta, è ritornata ma viene catturata da Pietro il pazzo che in altri episodi abbiamo visto ascoltare la montagna…
Che accadrà ora? Ne parlerò meglio in zona spoiler, ma aggiungo che si tratta di un albo molto corale con tanti personaggi tra cui il vecchissimo Aurelio, l’anziana Elvira con un intenso dialogo con sua figlia, e poi ci sono Glauco e Laura in una scena erotica che – vi assicuro – non si è mai vista in un albo Bonelli e poi ancora Antoine e i migranti sul confine Italia-Francia in un approfondimento geopolitico accennato ma mai banale (anche nel dialogo tra i due commissari da una parte all’altra delle Alpi…).
L’album è anche la consacrazione definitiva di Bruno Canucciari come autore chiave di questa bella serie. Uzzeo e Masi spingono sull’acceleratore e Canucciari risponde ‘presente’. La drammatizzazione nei dialoghi, la scena folle e onirica delle prime pagine; la bollente notte d’amore tra Glauco e Laura; la tesa corsa dei migranti clandestina. Se tutte queste scene ci restano impresse è sicuramente merito anche di Canucciari sostenuto plasticamente dai colori di Alessia Pastorello.
Ma vorrei spendere qualche parola sul lettering di Marina Sanfelice prima di passare in zona spoiler oltre il confine.
Spesso non ce ne rendiamo conto, ma il lettering svolge un ruolo chiave per una lettura calma e piacevole e qui il lavoro di Marina è davvero decisivo. Riguardate le prime tavole e le vignette mosse, sfocate… è un effetto di sfasatura temporale che è accompagnato e trasmesso proprio dal lavoro della Sanfelice. Complimenti!
Ed ora entriamo in zona spoiler! Pronti a superare il Confine?
Oltre il confine: ipotesi, idee, dubbi!
Prima del solito commento ad alcune pagine, parole e vignette, il vostro recensore preferito (cioè chi vi scrive) ha passato sotto il vaglio le voci che si sentono da pagina 5 a pagina 15 ad accompagnare il ritorno dei sei ragazzi (ritorno da dove per altro? e da quando?). E ho messo a fianco di ciascuna di queste voci, il volume in cui la potete ritrovare. Ad indicare ancora una volta come il male che si annida nella montagna fluttui e faccia fluttuare nello spazio e nel tempo (più nel tempo, ma non tutto è esplicitamente detto nel romitorio che pare essere il centro del fenomeno).
N.B. Le battute del numero 1 sono pronunciate dal commissario Augusto (anche in quello che Laura chiama deja-vù e dal delirante autista del pulmino che emerge dalla neve); quelle tratte dal numero 5 accadono mentre i ragazzi sono nei pressi di ‘roccia sballata’; ho anticipato poi una serie di battute che vengono pronunciate nel numero 9 ambientato poco prima della Prima Guerra Mondiale o durante la stessa ma in ogni caso prima del numero 3; infine le battute del numero 4 sono a loro volta voci che sente in ospedale l’autista del pulmino lì ricoverato).
Questo è quanto ho trovato. Non tutto, ma spero molto e spero possa essere utile. Le battute sono citate in ordine di volume con la pagina di riferimento.
Dal vol. 1
Siamo tutti ancora qua. p.15 e 28
Morivano in dodici, ridevano in tredici. p.62
Il confine. Non c’è più… p.62
Dal vol. 2
Sono il re del bosco… p.38
Dal vol. 4
Lei ti muore tra le braccia p.64
Tu non farai niente p.64
Laura… povera Laura. p.64
Dal vol. 5
Non state facendo arrabbiare… p.36
Tranquilla lo sappiamo … p.37
E fai bene… p.37
Roccia sballata p.37
Io non sono una signorina p.37
Io devo andare sul serio p.38
È una roba completamente… p.38
Forza giro portafortuna p.40
Benvenuta al confine p.40
Vuoi iniziare tu?… p.40
O-ok che devo fare? p.40
Bevi… ti aiuterà… p.40
E poi infili la testa lì dentro… p.40
Cazzo, Irene,… p.41
Ragazzi? Non capisco… p.41
Sorridi! p. 42
Basta, mi sento male… p.43
Dal vol. 9
Ho sanguinato, Vanni. Non mi succedeva da… da allora p.22
Domani? Non ti avrei mai lasciato tutta la notte… p.19
Lo so. Me lo ha detto… p.19
un tumore (>cancro) ti mangerà le ossa p.52
è lui il tuo amico (>ragazzo) che ti parlava nei boschi, vero? p.53
Morirai tra sei mesi,[Lino], quando chiameranno… p.52
Non ti lascerò prendere mio figlio! p.53
Aiutami p.60-61
Nessuno nessuno ti porterà via dalla montagna p.24
Maledetta strega p.49
Tu e la tua famiglia avete portato la sventura (<siete stati marchiati dalla sventura e l’avete portata)… p.49
Ed ora qualche ipotesi e indizio tra le pagine del racconto.
La copertina LRNZ fa il solito lavoro eccellente e lo dissemina anche di indizi. Benedetta la ragazza che per ora sembra avere un destino particolarmente segnato si presenta in almeno 10 sovrapposizioni e soprattutto in una di queste sulla mano sinistra alzata in segno di salute ha l’enigmatico segno de Il Confine che si nasconde nelle pieghe di tante immagini (la disposizione dei corpi dei 12 scheletri? La posizioni delle tre donne anziane nude nella chiesa sconsacrata?). E poi quello sguardo perso che troviamo anche poi nei volti dei ragazzi che sono parzialmente tornati.
p.8 ecco ancora quel misterioso uomo con la testa infuocata. Qui lo vediamo vestito con camicia bianca e pantaloni neri. Chi e? Qui ho davvero poche idee…
p. 15 è una delle mie tavole preferite. Benedetta è tra le ultime della fila nella vignetta in posizione 1-2, poi in 3 abbiamo un particolare delle impronte, che si moltiplicano in 4, poi sono tantissime e di nuovo c’è Benedetta ma questa volta da sola, e poi la stessa zona è priva di impronte. Tempo e Spazio non hanno senso quando i misteri della montagna si svegliano.
p. 25 l’inizio del capitolo 23 ci riporta nella stanza d’ospedale dove l’autista Valerio Curzi si è tolto la vita soffocandosi ingoiando la lingua che si è strappato a morsi. Ma il disegno sulla parete fatto con il suo stesso sangue è chiaro: è il romitorio della montagna in mezzo agli squarci della montagna stessa (squarci che dominano per altro nella doppia splash page di pp. 16-17)
p. 29 La battuta dell’anzianissimo Aurelio è da rileggere. Dopo aver offerto il suo ricco sostegno alle famiglie dei ragazzi afferma: «Non ringraziatemi, ma fate il possibile perché tutto questo non si ripeta più.» Quello che mi colpisce qui è che non si tratta di una frase pensata, ma di una affermazione esclamata a tutti… perché tutti sanno evidentemente cosa non deve essere fatto e che invece i ragazzi hanno in qualche modo sbagliato a fare (c’entra sicuramente Pierre, il più scaltro dei ragazzi).
p. 32 Qui l’indizio del volto di Eva, una delle migranti, non ci viene dalla lettura del fumetto, ma dei redazionali dove nella sceneggiatura di Masi e Uzzeo si evidenzia che la ragazza dal primo piano intenso disegnata da Cannucciari avrà un ruolo importante (e mi ricorda in parte il volto di pietra del volume 1… qualcosa del passato che si trasforma in un futuro e viceversa?).
p. 37 alla fine del dialogo tra Sveva e la mamma anziana Elvira, che conosce le tradizioni della montagna e che ha visto l’omonima di legno non bruciare a causa di una valanga, si ribadisce che nella montagna c’è qualcosa che non deve essere disturbato. Ma poi la frase più significativa è proprio l’ultima di Elvira: «Solo loro [i ragazzi] potranno raccontarcelo [che cosa è successo]. Quando saranno tornati davvero.». Quindi i ragazzi che sono tornati, non lo sono completamente. Una parte di loro, o un momento di loro nel tempo è ancora sulla montagna e va ritrovato.
p. 49 La mattina dopo la notte d’amore Glauco avvisa il misterioso suo contatto per riavere Marco e comunica che Laura è uscita e poi sorride. Sorride per il ricordo della notte d’amore o sorride perché sa/spera di rivedere Marco, morto nel primo volume? Per me è la seconda.
p. 54 Pietro il pazzo mostra il suo delirio di fronte a Benedetta. Si tratta di una scena importante che dura per le pagine 54-55 e poi 58-59 per chiudersi a 63-64. Rileggetele con calma, ma soprattutto guardate Benedetta. Non ha lo sguardo perso degli altri ragazzi. Lei è tornata. Lei sa, o sa di più degli altri e forse Aurelio che arriva a prenderla da Pietro il pazzo per curarla dopo che Pietro le ha spaccato in faccia una bottiglia, sa che Benedetta (la nostra ragazza in copertina) sa qualcosa di più.
p. 61 in un flashback che però è della realtà e non del narratore, Benedetta sembra scappare da Laura Denti che però è persa nei loop del romitorio e poi cade a terra e chiede «aiuto» con piena coscienza, ma alla persona sbagliata: Pietro il pazzo.
Ci rileggiamo a breve (o tra tanto? Ma siamo nel Confine e quindi chi lo sa?) con la recensione del numero 9.
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