La pattuglia sperduta è il primo albo di una storia doppia di Tex che si conclude nel mese di marzo. Soggetto e sceneggiatura di Pasquale Ruju e disegni di Alfonso Font, una coppia ormai affiatata che abbiamo ritrovato più volte sul mensile negli ultimi anni.
Dopo la quadrilogia ambientata nel Borneo con la Tigre Nera, ritroviamo Tex Willer e Kit Carson nei loro territori più consoni. Non il selvaggio West come verrebbe spontaneo pensare, ma gli spazi innevati del Canada, teatro di alcune delle più famose e amate storie del ranger in camicia gialla, il quale ha preso a fare qualche viaggio oltre confine sin dai primissimi numeri della serie. Fra gli esempi più classici abbiamo Il tranello e Sulle piste del nord, entrambe scritte da GL Bonelli per i disegni rispettivamente di Galep e Giovanni Ticci.
La pattuglia scomparsa – Tex n.760
Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Alfonso Font
Copertina: Claudio Villa
Tex e Carson sono sulla pista di alcuni trafficanti di pessimo alcol venduto agli indiani e che ha già causato vittime fra di loro. Il traffico è gestito dallo spietato Boucher, individuo senza scrupoli che non si fa problemi a massacrare persone innocenti pur di raggiungere i propri scopi. I due ranger catturano Big Frank, sottoposto di Boucher, e lo convincono a suon di pugni a condurli al covo del contrabbandiere. La vicenda di Tex e Carson procede parallela con quella di Louis Lagarde, giubba rossa supersiste di una pattuglia del titolo, che vaga per i vasti territori del nord con la sanità mentale sempre più debole e in preda alle allucinazioni.
Ruju, ormai lo sappiamo, affonda le proprie radici nel noir, sia letterario che cinematografico, e le sue miniserie pubblicate per Bonelli come Demian, Cassidy ed Hellnoir lo dimostrano ampiamente. Anche le sue storie su Tex, perlomeno una buona fetta, riflettono questo suo background culturale e le tematiche tipiche del genere vengono snocciolate con naturalezza. Anche in questo caso, Ruju non lesina i cliché e lo fa abilmente. Il personaggio di Lagarde, vittima di amnesia e in preda ad allucinazioni che gli ricordano, fra le altre cose, un passato probabilmente tragico che vedremo del tutto nel secondo albo, è quanto di più noir possa esserci, benché inserito in un contesto avventuroso come quello di Tex.
Per la terza volta in pochissimo tempo, Ruju porta a casa un personaggio a modo suo larger than life, ovvero lo spietato Boucher. Sono alcuni anni che Ruju propone al pubblico di Tex degli antagonisti sopra le righe e portatori, per non dire esecutori, della violenza più cieca: il primo è stato Wolfman, recentemente riproposto, poi abbiamo visto Artiglio d’Orso nella lunga storia ambientata a Vancouver e ora Boucher, anch’egli spietatissimo anche se in tono minore rispetto agli altri due sopracitati. Il rischio che Boucher si trasformi in una macchietta è molto alto (dopotutto si tratta solo di un mercante di pessimo liquore), ma di questo avremo modo di riparlare nel prossimo albo.
Sul piano dei disegni, Font è autore di una prova di ottimo livello che ha evidentemente sentito molto perché il suo classico stile sembra essere galvanizzato dall’ambientazione risultandone ringiovanito. Se in alcune sue prove più recenti si evidenziava un progressivo decadimento del segno, dovuto anche a comprensibili limiti d’età, qui lo ritroviamo in forma, capace di ottime scene ad effetto e con una sicurezza che non si riscontrava più da diverso tempo.
Siamo consapevoli che il suo stile personalissimo e inimitabile nel panorama fumettistico attuale possa risultare ostico per i lettori di Tex più tradizionalisti, tuttavia non possiamo non segnalare la bontà della sua prova all’insegna di una ritrovata giovinezza.
Questo, in definitiva, il contenuto del primo albo.
La seconda parte giunge in edicola in questi giorni e vediamo se confermerà o smentirà quanto visto finora.
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