Vi presentiamo in anteprima la recensione de La fonte della giovinezza, il nuovo Tex alla francese, cioè un albo cartonato di grande formato che presenta una storia inedita e completa del ranger in camicia gialla più famoso del mondo. Al soggetto e alla sceneggiatura troviamo Giorgio Giusfredi e ai disegni il veterano Fabio Civitelli.
Il soggetto è già esplicitato dal titolo: Tex Willer e i suoi pards sono sulle tracce di un gruppo di individui poco raccomandabili intenzionati a trovare la famosa fonte della giovinezza che rende chiunque immortale ed eternamente giovane. Con loro ci sono Dorian, un giovane rampollo intenzionato a scoprire la fonte e la giovanissima Sitsi, figlia adottiva dei Navajo Nakai e Shumavi.
Se questi due nomi vi suonano famigliari, sappiate che non siete fuori strada. Nakai e Shumavi sono stati protagonisti di tre storie di Zagor pubblicate tra gli anni ’90 e ’00. La prima storia intitolata Le sette città di Cibola, senza dubbio quella maggiormente rimasta nel cuore dei lettori al punto da meritarsi una recentissima ristampa nella collana Le grandi storie Bonelli, vede il giovane Nakai essere prima avversario e poi alleato dello Spirito con la Scure nella ricerca delle sette città di Cibola fra gli antichi pueblos degli Anasazi. Shumavi, giovane figlia del saggio Hopi Masewi, viene rapita da Nakai, il quale poi se ne innamora e, in seguito al suo ravvedimento, la sposa.
Le due storie successive non aggiungono molto alla vicenda dei due Navajo, anche perché il vero colpo di scena avviene al termine della prima: Masewi consegna a Nakai le tavole dei Navajos dove viene profetizzato l’arrivo di un grande capo bianco che li avrebbe protetti dal male. Nella rubrica della posta di uno Zagor successivo Sergio Bonelli ammise che quello era un riferimento a Tex che lo sceneggiatore della storia, Mauro Boselli, aveva inserito.
All’epoca liquidato come omaggio, questo collegamento tra le due testate è diventato materia scottante dopo il primo incontro fra Zagor e Tex avvenuto a fine 2021 (e il seguito è imminente) ad opera di Boselli e di Alessandro Piccinelli, così lo sceneggiatore Giorgio Giusfredi non si è fatto sfuggire l’occasione di usarlo come chiave di volta per una nuova avventura.
Si rassicurino però gli antizagoriani più incalliti: in questa storia il protagonista è Tex, mentre Zagor è giusto evocato in una manciata di vignette e poco più. Insomma, se la storia di Zagor conteneva un omaggio a Tex, questa storia di Tex contiene un omaggio a Zagor, ovviamente più esplicito in seguito al loro incontro di un paio di anni fa.
Per il resto, Giusfredi, giunto qui al suo terzo cartonato, confeziona una vicenda che vede in azione un numero considerevole di personaggi, fra i quali figura il quartetto di pards al completo, e ognuno di loro ha un piccolo momento di gloria all’interno della vicenda. L’esiguo numero di pagine e il ritmo sincopato fanno sì che alcuni di questi personaggi facciano un po’ la figura delle guest star, ma nel complesso la loro complessa gestione da parte dell’autore lucchese è senza dubbio riuscita.
In fase di recensione de L’ultima missione, il primo cartonato firmato da Giusfredi, chi scrive se ne era uscito con l’affermazione che una delle tematiche che ruotavano attorno alle sue storie era la morte. A distanza di alcuni anni e con questo nuovo episodio sotto gli occhi possiamo tranquillamente confermarlo: la fonte della giovinezza incarna il sogno più recondito degli esseri umani, la vita eterna e la giovinezza, la vittoria sulla morte.
Su come viene sviscerato questo tema all’interno del volume lasciamo a voi lettori il piacere di scoprirlo.
Riguardo ai disegni di Civitelli, il maestro senese confeziona un prodotto di alto livello come di consueto. Il suo stile si è fatto più asciutto per ospitare il colore, esperienza già sperimentata su un paio di Color Tex, ma il risultato ottenuto è superiore alle aspettative, grazie anche ai colori di Laura Piazza, al suo esordio sui Tex alla francese.
Questo cartonato per Civitelli rappresenta l’ennesima conferma, ma, allo stesso tempo, l’assenza della gabbia bonelliana permette al disegnatore senese di sperimentare soluzioni fino ad allora inedite e, in tandem con Giusfredi, di sfruttare la libertà di impaginazione in modo da giocare con i ritmi di lettura e di composizione delle immagini.
In conclusione abbiamo fra le mani un buon cartonato nella media (alta) di questa collana di Tex che negli anni ha regalato dei piccoli gioielli da leggere e conservare.
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