Recensire Dragonero è impresa non da poco e chiede metodicità e piena padronanza della serie (non a caso il bravo Manuel Enrico sulle varie testate su cui lavora e da ultima Tom’s Hardware sta facendo un lavoro egregio proprio perché alla sua vivace penna si uniscono metodo e conoscenze). Da parte mia seguo la serie fantasy Bonelli da sempre e la stimo parecchio sia per il lavoro incessante di creazione di un mondo e di trame da parte di Luca Enoch e Stefano Vietti sia per il prezioso e precisissimo lavoro di editing di Luca Barbieri sia per un parco disegnatori davvero di altissimo livello. Sono un esperto? Non credo. E quindi come ho fatto altre volte senza pretendere di esaurire o spiegare vi offro degli appunti di viaggio che nascono dalla lettura di Attacco a Vàlhendàrt.
Attacco e Vàlhendàrt
Soggetto e sceneggiatura: Stefano Vietti
Disegni: Cristiano Cucina, Vincenzo Riccardi, Fabio Babich, Ludovica Ceregatti
Copertina: Gianluca Pagliarani
ahi.. ancora le storielle…
Ovviamente si scherza… e capisco la logica anche di queste scelte sia dal punto di vista narrativo sia dal punto di vista redazionale, ma mi resta sempre un parziale amaro in bocca quando leggo un albo in cui si alternano storie brevi. Una tantum funziona, ma negli ultimi 8 numeri è diventata una sorta di normalità (nn. 11, 14 e 18). Forse in questo caso la ‘crudeltà’ degli sceneggiatori è stata aumentata dal titolo che ci prometteva ‘botte da orbi’ e che si è purtroppo rivelato corretto ma non come ce lo aspettavamo (in sintesi Ian non attacca Vàlhendàrt). Ma questa è solo la mia vecchia abitudine da attempato lettore Bonelli che ama le storie lunghe che si sviluppano su 3 o 4 albi. Però devo anche spezzare una lancia (o forse un’ascia…) in favore di questo format. Per cosa?
I misteri della cornice
Eh sì l’introduzione del personaggio di Old Gmor non risponde soltanto ad esigenze metanarrative, anzi fin dalla sua prima comparsa nel proemio stesso della serie Dragonero il ribelle Vietti e Enoch (e Barbieri, ovviamente) ci hanno trasportato in un futuro dell’Erondàr che ha forti legami con il presente della ribellione e del post ribellione e che sicuramente aprirà la strada ad una nuova serie/miniserie spin-off. Dopo le piccole pesti di Dragonero Adventures, dopo la dura adolescenza di Senzanima, dovremo per forza conoscere di più della vecchiaia di Ian, Gmor, Myrva, Sera, Ecuba (o altra madre guardiana?) e direi anche della figlia di Ian se riguardiamo con attenzione p.8 del n.1 di questa serie nella serie. A dare continuità alla narrazione di Old Gmor contribuisce il disegno quasi da linea chiara di Cristiano Cucina.
La comparsa di Drev, il problema delle difese magiche che potrebbero cedere, l’oscura figura che abbiamo visto a pg.96 di DNRibelle n.14… insomma c’è tanto da scoprire e questo ci fa dormire sonni tranquilli (o forse ci stuzzica gli incubi? Vedremo!)!
Disegni sempre su!
D’altro canto la pillola per me un po’ amara delle storie brevi è addolcita dalle sempre ottime prove al disegno degli autori coinvolti. In questo caso spendo due parole per la giovane Ludovica Ceregatti a cui è affidata la storia di Ausofer nei sotterranei della capitale. Il chiaroscuro della disegnatrice è perfetto per questa storia cupa e ambientata nelle grotte. Ammirate e ri-ammirate le pp.88-89. Un manuale di scene di azione all’arma bianca. Complimenti anche e sempre meritati a Fabio Babich e Vincenzo Riccardi.
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