Oltre il confine – Episodio 4 – Dodici scheletri (luglio 2020)

Scritto da Paolo M.G. Maino

3 Ott, 2020

Manca ormai pochissimo all’uscita del quinto episodio de Il Confine e quindi finalmente possiamo con un poi di libertà presentare la nostra recensione del quarto volume. Come al solito questa ricca sezione del nostro blog FumettiAvventura è strutturata in due parti: la classica recensione di commento su sceneggiatura, disegni, copertina e impianto generale dell’opera e una seconda parte piena zeppa di spoiler e supposizioni sulle things to come! Vi avviseremo del salto soprattutto se non avete letto ancora questo numero (o nessun numero di questa intrigante e curatissima serie della linea Audace) e siete semplicemente curiosi di sapere se vale la pena recuperare questo o altri albi (ve lo dico già: vale la pena se amate il thriller, i misteri, l’orrore e le storie cupe dal sapore lovecraftiano che sanno però ancora raccontarci di persone e relazioni!).

Pronti? Varchiamo Il Confine.

 

LRNZ

 

Oltre il confine – Episodio 4 Dodici scheletri 

 

Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Masi e Mauro Uzzeo

Layout: Federico Rossi Edrighi

Disegni: Silvia Califano

Colori: Adele Matera

Copertina: LRNZ

Lettering: Marina Sanfelice

Interviste negli extra: Marco Nucci

 

The story so far

Cosa sappiamo finora? Un pullman di 11 ragazzi della IV B del Liceo Manzoni insieme ad una professoressa e all’autista sono scomparsi nel nulla con il loro pulmino in mezzo alle Alpi tra Italia e Francia; l’autista è stato rintracciato nudo in mezzo ai boschi, completamente stralunato e fuori di sé e anche il pulmino è stato rinvenuto in una posizione impossibile in una scarpata della montagna. La polizia italiana e la gendarmerie francese guidate brancolano nel buio e si affidano a due esperti esterni dall’identità forte e accentuata: Laura Denti e Antoine Jacob. La prima ha sicuramente una storia di sofferenze alle spalle, mostra grandi competenze, sembra molto dura e sicura di sé, ma non pare nemmeno equilibratissima; il secondo è un solitario uomo dei boschi e delle montagne, filosofo a suo modo, amante della natura e dei suoi perpetui cicli vitali che si ripetono con precisione e progressione matematica (frattali?). Il loro lavorare insieme è certamente uno dei piatti forti della narrazione e ci sta dando molte soddisfazioni da lettori.

Il terzo episodio è servito a capire alcune cose (oddio… ‘capire’ è sempre un azzardo!): la montagna è piena di misteri e qualcuno li vuole custodire (o ne ha il compito). Si tratta del vecchissimo storpio, macilento e orbo da un occhio Aurelio che dalla sua cupa magione controlla la montagna e non vuole che niente si cambi mai (come gli è stato insegnato fin da quasi 100 anni prima dai famigliari come abbiamo visto nel lungo flashback del terzo episodio).

E la seconda cosa è che… sembra che il mistero sia risolto: 12 persone mancano all’appello e Antoine Jacob ha ritrovato 12 scheletri dopo aver vissuto una stranissima esperienza paranormale oltre il tempo e lo spazio nei pressi di uno sperduto romitorio di montagna. Ha passato il confine? Perché gli scheletri sono messi in una posizione a semicerchio (il confine?) e chi è o cosa è la figura dalle fiammelle rosse in testa apparsa a Antoine nella sua sconvolgente esperienza?

 

Silva Califano

 

Sinossi del quarto episodio

Il quarto episodio rimescola le carte e mostra la coralità del racconto.

Giudizio sintetico per dire che niente è mai come sembra (e questo è bene) anche se i segni non sono sicuramente messi a casaccio e per sottolineare che Il confine è una serie policentrica con tanti protagonisti (e questo mi piace) sul modello di Lost per intenderci (ma spero in un finale più soddisfacente se no mi sentiranno tuonare i cari Giovanni Masi e Mauro Uzzeo!!).

Siccome siamo in zona ‘no spoiler’ non voglio dire quali sono i fattori che si ribaltano (cosa che faccio qui sotto) e quali sono le nuove strade che si aprono. Ma invece voglio sostanziarvi con dati oggettivi la coralità dell’episodio.

5 pagine per Laura, Antoine con io commissario Augusto (raccordo con episodio 3);

4 pagine per Aurelio e il figlio

4 pagine per le tre vecchiette in chiesa

6 pagine nei boschi per Antoine, Laura, Augusto e poliziotti

1 pagina (perfetta) per un personaggio ‘x’ che scompagina quello che vediamo nella doppia pagina precedente – fine capitolo 10;

5 pagine per Laura e Antoine (in Francia)

4 pagine per Claudia e la dottoressa Gnoli, mamme di Benedetta e Aurora

2 pagine per il papà di Pierre

2 pagine per sindaco e figlio di Aurelio

2 pagine per Laura e Antoine

5 pagine per Laura – fine capitolo 11;

3 pagine per Ivan e commissario Augusto

6 pagine a scuola (vari ragazzi, preside, commissario)

2 pagine per il papà di Marco e personaggio ‘x’

2 pagine per i due commissari Augusto/Auguste

5 pagine per Laura, Antoine, commissario Augusto

2 pagine finali per Antoine e autista – fine capitolo 12 e episodio 4.

In sintesi in 30 pagine abbiamo o Laura o Antoine o i due insieme, ma le altre 30 sono un alternarsi di tanti personaggi che hanno la loro identità e compiono azioni che avranno conseguenze importanti o svelano particolari angoscianti o misteriosi (come potrete capire nel nostro Andiamo oltre qui sotto).

Poche 60 pagine per questo alternarsi? Non credo. Anzi direi che la partitura suonata da Masi e Uzzeo è calibrata per lo spazio scelto e la lettura non è di breve durata soprattutto se implica una rilettura o comunque un lavoro di attenta analisi dei particolari. Se devo sottolineare qualcosa che torna di meno è legata alle tempistiche di uscita dei volumi che sono state purtroppo rallentate dall’emergenza Covid e quindi il ritmo bimestrale ce lo siamo sognati.

Passiamo al fronte dei disegni. Silvia Califano entra nel gruppo degli autori de Il Confine e lo fa con una prova senza sbavatura: grande espressività dei volti (sua caratteristica da sempre), scene d’azione da gustarsi e … soprattutto una Laura Denti interpretata con una intensità rara. Del resto la stessa Califano nei curati redazionali (sempre ottimo il lavoro di Marco Nucci) dichiara di aver sentito subito il personaggio. E direi che si vede.

Rotundo, Canucciari, Ambrosini e Califano: 4 firme con 4 stili differenti e ben riconoscibili e nello stesso unitarietà della narrazione per il lavoro di layout di Federico Rossi Edrighi e per la ‘bibbia grafica’ di riferimento. Libertà espressiva e rigore narrativo. Per ora una connection che funziona.

Una connection valorizzata dai colori di Adele Matera (sulla tavolozza di Mammucari)  e dalla copertina di LRNZ, piena di indizi e con la funzione evocativa di certe sigle di serie TV (avete presente ad esempio la prima stagione di True Detective?).

Ma ora spazio agli spoiler…

 

Silvia Califano

 

Andiamo oltre… (zona spoiler! Sappiatelo!!!)

Commento ora alcune vignette e passaggi indicando la pagina:

p.13 il vecchio Aurelio alza la benda dell’occhio e mostra al figlio qualcosa di orribile e rivoltante. Il motivo per cui non si deve cambiare nulla ha un segno lì («A questo serve. A questo»)

p.15 l’inquietante scena del dialogo tra le tre vecchiette parte da dialoghi comuni e banali, ma ha una sterzata ben presto: «Hanno ritrovato l’autista.» «Soltanto lui?» «Così pare.». Non pare esserci eccessivo stupore. Anzi, c’è il tono dell’inevitabile e aggiungerei di qualcosa che si ripete da tempo.

p.16 il dialogo si sposta sulla questione di parlare o meno a Laura Denti perché è una donna che ha un peso nell’anima e potrebbe capire. Ma il dubbio è se sia troppo presto o forse troppo tardi… per cosa?

p.17 l’ampia vignetta che apre l’inquadratura è la sintesi di queste quattro pagine dedicate alle tre anziane: il dialogo torna banale… ma il contesto in cui si trovano mostra tutta la sua assurdità Il grande crocifisso è privo del corpo di Cristo (restano solo mani e piedi), il volto del santo nel mosaico pavimentale è stato strappato via. C’è un’altra religione a cui essere devoti sul Confine?

p.20 … e forse questa religione c’entra con i volti di Pietro attorno al romitorio che vediamo ancora ricoperti di neve (vignetta 6)

p.23 o che fanno capolino sulla scena agghiacciante della sala dove sono stati deposti (da chi e perché in quella forma? È una linea di confine per segnare un territorio? Per sigillare qualcosa?). Una linea che c’entra con la presenza che Antoine ha percepito «Noi non… eravamo soli…»

p.24 Riappare dalla neve, nuda e ricoperta di neve la professoressa dispersa (lo scopriamo dopo, ma lo capiamo subito)

p.27 Antoine ha di nuovo l’esperienza di trovarsi in una realtà liquida e mentre parla con Laura si ritrova per un istante nel bosco dove tutto sta cambiando: «Le montagne stanno cambiando» (p.28)

p.29 Antoine spiega a Laura che nella sua visita al romitorio ha visto una figura circondata da una aureola rossa in testa.

p.33 la mamma di Benedetta si rivolge così alla dottoressa Gnoli, mamma di Aurora: «È già successo il peggio che poteva accaderle [a Benedetta], ed è anche colpa tua». Perché ‘colpa tua’? Lo capiremo nel prossimo numero che avrà come focus i ragazzi?

p.35 il padre di Pierre riceve una telefonata (ma non sappiamo da chi) e ad un certo punto dice: «No, non l’ho ancora fatto e… non so se voglio». Anche qui, cosa? E soprattutto perché Pierre, uno dei ragazzi scomparsi, ha già disegnato la figura di un uomo con l’aureola rossa in testa? Dove l’ha vista? Nel bosco in montagna sicuramente… ma quando?

pp.42-43 la bellissima doppia tavola disegnata da Silvia Califano e splendidamente colorata da Adele Matera con tinte oniriche ci tuffa nel passato di Laura che vede il figlio David al volante di un auto: ricordo dell’incidente? E vede se stessa in un folle sdoppiamento.

p.47 oltre ai misteri horror, ci sono i misteri apparentemente più bassi e meschini che ruotano attorno a Ivan e al suo ‘lavoro’ da spacciatore

pp.54-55 forse il punto più inquietante del volume per me: il padre di Marco sente una voce che lo chiama. «Papà […] vieni, papà? Ti stiamo aspettando.]. E poi ritrova la professoressa nuda, tumefatta ed escoriata nella neve. Ma da dove viene quella voce? Perché dice ‘ti stiamo aspettando’ parlando al plurale?

pp.63-64 Antoine parla all’autista apparentemente incosciente nella sua stanza da letto in ospedale e gli dichiara di aver visto il ragazzo con l’aureola rossa in testa e poi aggiunge: «C’eri anche tu, vero? Tu… sai come si chiama…». E dopo che Antoine è uscito dalla stanza, una voce (ma è dell’autista) profetizza: «Lei ti muore tra le braccia. Tu non farai niente. Laura, povera Laura.»

la copertina difficile da interpretare (bellissima, l’ho già detto vero?), ma quei cinque punti sulla spalla nuda di Laura? Cosa significano? (E da notare che LRNZ li inserisce fin dal secondo bozzetto…).

Ed ora attendiamo a giorni l’uscita del numero 5 (8 ottobre 2020).

Alla prossima recensione!

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