L’altro inferno – Samuel Stern n.10 (settembre 2020)

Scritto da Paolo M.G. Maino

6 Set, 2020

Con l’arrivo della cifra tonda Samuel Stern aggiunge alla sua pur breve storia editoriale un albo che rasenta la perfezione. Parlare di ‘capolavoro’ pare ormai davvero abusato, ma a noi di FumettiAvventura basta solo riconoscere che ci troviamo di fronte ad una storia senza sbavatura, che offre tanti piani di lettura e che poggia su disegni di alta fattura e dal tratto personale e sicuro.

Quindi cominciamo a fare i nostri complimenti a Massimiliano Filadoro che qui si prende onere ed onore di essere soggettista e sceneggiatore unico (e Gianmarco Fumasoli ci racconta nel suo ‘Bentornati’ iniziale quale è stata la genesi di questo numero) e alla brava Annapaola Martello capace di passare dalla Marvel di Capitan Marvel e Black Panther alla dimensione onirica e angosciante di questa claustrofobica storia del Rosso di casa Bugs Comics. E posso dirlo: è qui che si vede la grande artista, proprio nella capacità di variare la sua partitura musicale a seconda della commissione richiesta rimanendo comunque espressiva e personale!

 

 

L’altro inferno – Samuel Stern n.10 (settembre 2020)

Soggetto e sceneggiatura: Massimiliano Filadoro

Disegni: Annapaola Martello

Copertina: Valerio Piccioni, Maurizio Di Vincenzo, Emiliano Tanzillo

 

Raccontiamo l’incipit della vicenda senza eccedere in spoiler. Samuel riceve alla libreria uno strano biglietto scritto sulla pagina strappata di un libro intitolato L’altro inferno. Il messaggio recita semplicemente: «In un indovinello su uno specchio quale parola non si può usare?». Samuel ne è turbato e seguendo flebili ma in realtà abbastanza evidenti tracce decide di recarsi in una antica casa su una scogliera dove vive la famiglia Delgado che pare legata a doppio filo con lo strano libro.

L’altro inferno è uno specie di Necronomicon, una leggenda urbana dall’oscura e cupa fama. Ma per il libraio Samuel Stern il fascino per il libro perduto e maledetto non può essere vinto ed è inevitabile che scatti l’attrazione (che ovviamente rischia di essere fatale).

Fin qui quello che possiamo raccontare senza cadere in eccessivi spoiler. Ma resta la domanda chiave: di cosa parla questo numero 10 di Samuel Stern?

 

 

La stratificata sceneggiatura di Filadoro

 

Come vi dicevo ci sono tanti piani di lettura e la risposta che si può dare non può essere univoca. 

Innanzitutto è una storia tipicamente ‘sterniana’: c’è un demone da vincere. C’è quindi un mistero da svelare sul dove e sul chi. Dove si annida il demone e chi lo ha evocato. E la storia procede linearmente per arrivare a rispondere a questa domanda e lo fa in modo chiaro alla fine senza ‘se’ e senza ‘ma’. Questa chiarezza narrativa è un aspetto che mi piace di come è per ora impostato il fumetto di Fumasoli/Filadoro; si tratta di una scelta che in qualche modo supera alcune derive post-moderne per le quali una storia è bella sono resta in sospeso ed è ambigua… ma spesso più che ambigua rischia di essere fumosa o addirittura acefala (perché se non c’è una fine chiara quello che è mancato è il progetto di partenza).

Inoltre L’altro inferno è una storia che riflette sul tempo: perso, ritrovato, ripetuto. La lezione che dalla Recherche di Proust porta prosaicamente al giorno della marmotta rivissuto mille volte da Bill Murray nella bella commedia Ricomincio da capo (1993) è fatta propria da Filadoro e rivisitata nella trama angosciante e straniante di questo albo.

Terza chiave di lettura è per me un tema chiave della letteratura del 900 la ricerca dell’autore che è stata iconicamente resa celebre da Pirandello nel suo folgorante e al tempo della prima disturbante dramma teatrale Sei personaggi in cerca d’autore.

Gli attori di questo dramma che ad eccezione del prologo si muovono tutti nello scenario statico della casa sulla scogliera (posta simbolicamente at the end of the road) recitano delle battute e reiterano i loro gesti in modo grottesco. Pagina 33 che pubblico qui sotto è una efficace rappresentazione visiva del palcoscenico su cui si muovono i personaggi del dramma.

 

 

Ma cosa cercano questi personaggi? 

Solo Samuel può svelarlo e farcelo capire perché, pur entrando anche lui nel loop senza variazioni della vita nella casa, ha ancora in sé memoria dello scorrere della vita fuori dalla casa stessa.

L’Autore che è davvero la chiave della soluzione narrativa è anche simbolo del desiderio di libertà che si raggiunge nella catarsi finale e che percepiamo nel volto sereno di Samuel mentre si rimette il casco della moto.

Ho già detto troppo e forse ho anche sproloquiato, ma mi ha davvero colpito quello che la lettura di questo numero mi ha suscitato e quali strade nella mia memoria mi ha invitato a percorrere.

 

I disegni di Annapaola Martello

 

Ho fatto in premessa i miei complimenti a Annapaola Martello e qui li ribadisco sottolineando la freschezza del suo tratto che riesce a mostrarci tantissimi sentimenti e pensieri che agitano il nostro protagonista: sconcerto, passività, rabbia improvvisa, malattia, aridità del cuore, desiderio e libertà. La Martello è stata perfettamente scelta per accompagnare Samuel in questa sua prima avventura ‘a solo’ senza la presenza di Padre Duncan. Il volto di Samuel a pagina 96 mentre sta per ripartire con la sua moto (come sottolineato poco sopra) vale il prezzo del biglietto!

Ah… lo specchio… è vero che i confronti non vanno fatti… ma lo specchio (altro filo rosso essenziale della vicenda) che è simbolo contemporaneamente di identità e alterità (l’altro inferno, capite?) è protagonista di uno dei miei Dylan Dog preferiti: Attraverso lo specchio (guarda caso il numero 10… coincidenze? Riflessi? Chissà!) della coppia Sclavi/Casertano. Bene, L’altro inferno di Samuel Stern non sfigura a fianco di quel numero di DYD, anzi!!!

Alla prossima recensione!

 

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