Preannunciata da tempo è iniziata con I sussurri nel buio una storia doppia di Dampyr dedicata a Robert E. Howard, lo scrittore pulp che è noto soprattutto per le sue storie legate al ciclo di Conan, il Barbaro.
E ‘dedicata’ non è un termine casuale perché si tratta davvero di un omaggio quello che Mauro Boselli realizza con questa storia. Il co-creatore di Dampyr non ha mai nascosto la sua passione per i racconti di Howard (come per quelli di Lovecraft e Clark Ashton Smith e mille altri a dirla tutta) e grazie all’arte di un sempre ispirato Nicola Genzianella ci offre la sua particolare e personale lettura del personaggio Howard oltre che dello scrittore. ma andiamo con ordine.
I sussurri nel buio – Dampyr 246
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Nicola Genzianella
Copertina: Enea Riboldi
Non è la prima volta che scrittori della letteratura diventano protagonisti di storie dell’ammazzavampri di casa Bonelli (è successo recentemente proprio con Lovecraft e anche con Pessoa) e quindi non è una novità, ma qui percepiamo una partecipazione al racconto ancora più sentita: lo spazio che le avventure di Howard occupano nell’albo è davvero importante: 29 tavole su 94 a cui si aggiungono quelle dedicate a Lovecraft e ad un suo ricordo ricavato con l’ipnosi da Anyel (altre 33 tavole), ma soprattutto la seconda copertina ci ha confermato che nella copertina del prossimo numero (Il segreto di Robert Howard) non ci sarà nessun Dampyr e nessun comprimario fisso. Vediamo, invece, lo scrittore che stringe a sé Novalyne Price (l’unica donna della vita di Howard) mentre dietro di loro sorge l’inquietante sagoma di Nyarlathotep! Cose che succedono solo su Dampyr!
Dicevamo di quanto la sceneggiatura sia un omaggio a Howard (e in parte anche a Lovecraft) e lo è perché Boselli ci fa entrare nella pelle del personaggio, la sua vita diventa essa stessa romanzo e con una perfetta ringkomposition a Conan e alla bella Viola di Zingàra di spalle di fronte alla palude e ai suoi misteriosi abitante con cui si apre la lettura risponde Robert Howard di spalle in compagnia di Novalyne che urla (‘Per Crom!’) contro ai fantomatici ‘sussuratori nel buio’ dentro al campo orrorifico di spighe di grano (mi sia concessa una licenza etimologica: orrore deriva dal verbo latino horrèo che letteralmente indica le spighe di grano ritte in mezzo al campo e per traslato rappresentano i peli delle braccia che si rizzano per la paura… capite perché quelle sconfinate distese di grano della tarda estate nel midwest sono così inquietanti!).
Chi è il personaggio e chi è l’autore? C’è mai stata una divisione di questi piani per Howard? E c’è mai stata una divisione tra realtà e finzione per gli incubi di Lovecraft? La digressione centrale frutto dei poteri ipnotici dell’amesha Anyel pare togliere ogni dubbio: HPL ha realmente vissuto le sue peggiori paure e le ha semplicemente descritte sulla carta.
E Harlan? Harlan è come a volte accade testimone di quanto accaduto, una sorta di detective di cold cases pronto a rintracciare quel flebile filo che potrebbe portare ad un male ancestrale da estirpare o quantomeno da combattere sul suo piccolo piano dimensionale. Kurjak e Anyel sono due spalle perfette del nostro e anzi direi che l’uno con l’ironia e l’altro con i suoi poteri per ora hanno tolto ancora più spazio al Dampyr. Ma niente di cui soffrirne, perché la storia scorre e siamo sicuri che Harlan sia sul punto di scoprire qualcosa di importante per la sua lotta in difesa del bene.
Nicola Genzianella è ancora una volta impeccabile. Non c’è un suo albo che non sia piacevole da leggere, sempre al servizio della narrazione, mai sopra la righe eppure così esplicitamente personale nella sua interpretazione di Harlan e del suo mondo e con un gusto per il grottesco e per il deformato che fa il pari con la piacevolezza e la leggerezza delle sue figure femminile in grado di essere potenti e fragili allo stesso tempo.
Aspettiamo il prossimo episodio con curiosità e continuiamo degnamente le celebrazioni dei 20 anni di vita editoriale di Dampyr!
Alla prossima recensione!
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