Con un salto di sette anni dall’uscita di Mister No, e questa volta sotto l’etichetta Dime Press, nell’aprile del 1982 raggiunge le edicole la prima avventura del Detective dell’Impossible, ovvero Martin Mystère.
Oggi giovedì 26 marzo potete scaricare dal sito Bonelli, il pdf gratuito de Gli uomini in nero all’interno della lodevole iniziativa Un Bonelli al giorno.
Noi di FumettiAvventura vi offriamo dal canto nostro, una recensione al giorno, semplicemente ripostando articoli già pubblicati (pochi casi in realtà come quelli per Tex e Zagor) o facendone ex novo come in questo caso.
Gli Uomini in Nero – Martin Mystère n.1
Soggetto e sceneggiatura: Alfredo Castelli
Disegni e copertina: Giancarlo Alessandrini
In realtà solo pochi mesi in occasione dell’uscita del primo numero della seconda serie della Nuove Avventura a colori di Martin Mystère abbiamo presentato una approfondita analisi filologica di quel numero (e potete rileggervela qui se volete) che altro non era che la versione reboot di quella prima avventura del 1982.
Ora però vogliano dedicarci solo a quella edizione (che in realtà ha subito nel corso degli anni tanti interventi correttori… ma non annoiamoci su questi temi in questa occasione).
Ho cominciato a leggere Martin Mystère dal numero 82 del gennaio 1989, ma proprio in quei mesi iniziava la collana Tutto Martin Mystère e ho così potuto recuperare subito quel primo numero.
Per me giovane studente del Liceo Classico e amante dell’archeologia (disciplina nella quale poi mi sono laureato anche), Martin Mystère ha rappresentato il mix ideale tra avventure in mille angoli del mondo e studi eruditi anche e soprattutto in campi del sapere poco consueti o non sempre percorsi dalla scienza ufficiale.
I punti di forza del primo numero
Quel primo numero ha poi tre elementi che il geniale Alfredo Castelli mette a dettare la strada fin dagli esordi: la relazione Martin / Java, gli Uomini in Nero e il terzo incomodo, ossia Maria Foteynos.
La figura di Martin (qui molto più James Bond o Indiana Jones che il Buon Vecchio Zio Marty come più volte ha dichiarato Castelli anche recentemente nella Collezione Storica a Colori pubblicata da Repubblica) si mostra proprio nella relazione con i primi due poli. Il suo legame con Java (che poi sarà oggetto di tanti avvincenti approfondimenti) rinnova il rapporto classico tra protagonista e spalla.
Java e Martin si comprendono perfettamente, ma noi lettori avremo sempre bisogno della ‘traduzione’ di Martin del linguaggio gutturale del neanderthaliano. Castelli crea così un elemento interno narrativo che possa consentire al protagonista di raccontare e spiegare quello che scopre e le sue supposizioni. Inoltre Java avrà sempre più spesso il compito di essere il personaggio di azione e sarà di un supporto decisivo per le imprese ‘fisiche’ del Detective dell’Impossibile (lo vediamo già qui nella scalata verso il monastero ortodosso alle Meteore).
Gli Uomini in Nero sono la vera nemesi del protagonista: le ragioni della forza di un potere che vuole controllare tutto e tutti contro l’anelito ad una libertà e ad una democrazia del pensiero e del sapere incarnata da Mystère.
La setta segreta di taglio massonica che si oppone in modo elitario contro una libera conoscenza incrocerà le strade del nostro protagonista tantissime volte e l’esito finale sarà spesso una sconfitta per il nostro come di fatto accade in questo numero per ben due volte (all’inizio e al termine della vicenda). Martin non smetterà mai di lottare contro questo ‘potere forte’, ma la lotta è spesso impari.
Infine Maria Foteynos: la classica Bond girl? Tutt’altro. Maria è l’elemento che scompagina le carte, che fa capire la complessità della realtà narrativa in cui si muove Martin. La fiducia riposta non è sempre sicura e Martin dovrà imparare a poco a poco a scegliere con oculatezza a chi dare il suo favore. Ma è un uomo come Mister No prima di lui… e sbaglierà spesso!
…ah si parla di Atlantide… ovviamente!!!
Il comparto grafico: i disegni del maestro Alessandrini
Ad affiancare Castelli troviamo le matite e le chine di Giancarlo Alessandrini che da quel primo numero sarà anche copertinista della serie, ruolo che a tutt’oggi non ha mai abbandonato.
Alessandrini caratterizza subito in modo chiaro Martin e Java (Diana è ancora invece in uno stadio primordiale e deve ancora essere affinata come personaggio sia dal punto di vista narrativo sia da quello grafico). Ogni autore che poi si avvicenderà (e soprattutto quelli che verranno anni dopo) dovranno fare i conti e fare riferimento proprio alle coordinate tracciate da Alessandrini.
Come Martin e Java, così anche la cura della rappresentazione degli ambienti sono un’altra costante importante della serie. Solo in questo numero passiamo dalla Grecia delle Meteore a Luxor in Egitto passando per New York e in particolare a Washington Mews n.3, dove c’è la casa di Martin (e quanto sia importante la casa per identificare il personaggio ce lo confermerà di lì a poco Dylan Dog con il suo appartamento a Craven Road n.7).
Un primo numero che lascia il segno e che oggi tutto potete leggere scaricando il pdf dal sito Bonelli.
0 commenti