Lo so, è uscito a gennaio e ormai è già fuori il numero 4 e sta per uscire a giorni il numero 5, ma come sapete la distribuzione in fumetteria di questo prima serie in formato Manga da parte della Bonelli è spesso a singhiozzo e quando sono andato al Bonelli Point di Milano a metà febbraio purtroppo l’uscita del numero 4 era stata appena posticipata e quindi ho comprato solo il numero 3. Ma questo tutto sommato non credo vi importi molto! Parliamo del terzo tempo (di sei) di Attica, la miniserie ideata, scritta e disegnata da Giacomo Keison Bevilacqua.
Attica 03
Soggetto, sceneggiatura e disegni: Giacomo Keison Bevilacqua
Vediamo di cosa parla il terzo numero di Attica. Questa volta la vicenda principale si sposta da New York a Londra dove i tre ragazzi (Kat, Aiden e Cilla) arrivano su indicazione di Strom (S) per cercare il quarto elemento del quintetto destinato ad abbattere le mura di Attica: si tratta di Neto ossia la Guida.
E Neto non è altri che la versione dei Pokemon del mondo inventato da Bevilacqua per il suo Attica! O meglio un mix tra un Pokemon e la versione unpolitically correct di A Panda piace (si capiva, forse, dalla copertina???). Neto è un morpher creato ad Attica che si presenta con le fattezze di un cagnolino che appena può si dedica alle attività più licenziose (alcool, fumo, sesso…). Vive a casa di una famiglia ed è l’animaletto di compagnia dei due figli (maschio e femmina: due comprimari protagonisti di tanti momenti comici).
Come già successo per i primi due numeri, parte dell’episodio è proprio dedicato allo scoprire il passato del nuovo protagonista e soprattutto a conoscere il suo legame con gli altri tre. È la genesi di questo legame risiede sempre nei fatti violenti e confusi del colpo di stato che portò 15 anni prima il dittatore Ino (sempre più nazistoide) a prendere il potere.
Neto e Humbert entrano in azione!
Il passato di Neto è inoltre legato al personaggio che in questo numero ha il compito di essere l’antagonista: Humbert. Un travagliatissimo ‘cattivo’ al servizio di Ino caratterizzato da un potere mutante stupendo e simbolico: Humbert estrae armi magiche dalle sue stesse ferite che si provoca. Una sofferenza che si trasforma in arma e che rappresenta benissimo un personaggio che ha una biografia sul continuo crinale tra sottomissione a Ino e anelito di libertà.
Neto e Humbert sono due ‘pezzi da novanta’ dal punto di vista narrativo. Funzionano molto bene e sviluppano quello che per me è un tema su cui Bevilacqua lavora in questa serie: il rapporto tra adulti e ragazzi. Strom, Humbert, Ino, Neto, la nonna di Aiden rappresentano il mondo degli adulti pieno di contraddizioni e posizioni grigie, meno nitide… eppure il compito degli adulti di educare e di guidare (Neto infatti è La Guida) non è completamente abbandonato. C’è una passione per quei ragazzi che in qualche modo gli vengono consegnati e in fin dei conti anche Humbert non è così privo di sentimenti positivi verso i tre…e credo che la sua figura sarà sicuramente destinata a interessanti sviluppi.
Devo dire che sono proprio queste dinamiche relazionali a dare piacevole consistenza a questa serie, o meglio a dare profondità ad una storia che è già di per sé buona e che si basa sull’archetipo dello svelamento (e conseguente abbattimento) del male.
Dicevo che Neto e Humbert sono due ‘pezzi da novanta’ dal punto di vista narrativo e ora forse la cosa si capisce meglio: sono ulteriori personaggi in cui il lettore si può immedesimare o con cui può empatizzare.
Azione e comicità al servizio della narrazione
Ma non pensiate che quello che ho detto sia proposto con spiegoni o pipponi moralistici, tutt’altro. La ricetta base di Attica resta la stessa: azione spezzata da scene più da sit-com ricche di humour: così è stato nel primo numero e così era accaduto anche nel secondo. Insomma ci si diverte coi combattimenti quasi da supereroi, si è presi dalla trama piena di misteri che si svelano a poco a poco e poi si ride per tanta ironia di battute e di situazioni (stupenda qui la versione ‘cicciona’ dei tre ragazzi protagonisti e spassosi i dialoghi con il tassista e soprattutto coi due bambini che vivono nella casa in cui è ospitato Neto).
Sul fronte dei disegni, si conferma la pulizia del tratto di Bevilacqua sempre al servizio della narrazione ma anche in grado di deformare volti e corpi con taglio cartoonesco o meglio tipico di tanti manga.
In sintesi… se non avete ancora preso in considerazione questa serie, è arrivato il momento di farlo. Formato, narrazione, disegni sono briosi e freschi. E ora il vantaggio è che potete acquistare la saga quasi completa visto che, come già detto, a breve uscirà il numero 5. A risentirci per altre recensioni e in primis per quella di Attica 4 (quando riuscirò a passare a prenderlo!).
Ah.. ovviamente anche questa volta ho trovato il Panda… e voi?
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