L’annata del Ventennale di Dampyr, celebrata con un logo ad hoc e un leggero restyling della colorazione della testata, si apre con un numero con un classico tema dampyriano, ovvero la variazione del genere la casa infestata qui tradotta nell’hotel deluxe di origini ottocentesche infestato, ovvero l’Hotel Imperial nei Carpazi Nord-Orientali.
E se c’è un luogo infestato, chi chiamerai? I Ghost Hunters dell’Università di York, apparsi per la prima volta in D35 e qui riproposti in ranghi ridotti con la sensitiva Maud, la bella parapsicologa Nicole, il geniaccio dei computer Teddy e il fotografo Mark (e manca poco a leggere una storia della sua controparte umana: Marco Febbrari) accompagnato dal fido cane Thor.
Roxana – Dampyr n.238
Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio
Disegni: Giorgio Gualandris
Copertina: Enea Riboldi
Ad imbastire questa indagine nel passato e nel mistero sono Giovanni Di Gregorio che torna ai testi dopo D229 Kurjak il vampiro e Giorgio Gualandris che conferma e direi anzi migliora quanto fatto vedere al suo esordio in D218 La donna dalla bocca squarciata.
La struttura della trama di Di Gregorio parte di fatto da un depistaggio come già accaduto in D229 e come accade ai Ghost Hunters anche i lettori dopo le prime tavole sono portati su una storia diversa da quella che si aspettavano anche se la location in primis e le battute di Maud qualche dubbio lo potevano far venire quasi da subito.
Per il resto l’intervento di Halan, Tesla e Kurjak è da manuale della sceneggiatura e consente una sfida ad armi pari e quindi interessante e nei canoni classici di tante altre storie di Dampyr (non è un demerito questo, anzi nei personaggi seriali, come Tex insegna, è importante che alcuni meccanismi si ripetano con variazioni sul tema ovviamente, e del resto la cosa vale anche in musica… e per Star Trek se mi passate il saltare di palo in frasca!). L’ambientazione è ben curata e anche il flashback a inizio ‘900 rende credibile la vicenda. Due appunti in questa vicenda che narrativamente mi è piaciuta: la prevedibilità di chi è destinato a fare una brutta fine (e anche su questo le discese in pianeti sconosciuti degli equipaggi di Star Trek docent! Se scendevano il Capitano Kirk, Spock, il Dottor Mc Coy e un quarto… chi credete fosse destinato ad una prematura fine?), e il momento decisivo a p.91 del combattimento finale. Quella distrazione dell’antagonista di Harlan mi è sembrata poco motivata. E a voi?
Sul fronte disegni, come già anticipato, Gualandris fa davvero un’ottima prova. Un acquisto di sicuro valore per Dampyr per capacità di dettagli, per intensità delle scene di azione molto dinamiche e splatter, per varietà dei personaggi e nello stesso tempo per la rapidità con cui è entrato nella pelle dei nostri eroi pur già rendendo riconoscibile il suo tratto (che mi ricorda spesso il De Angelis dei suoi primi Nathan Never in particolare nelle suadenti figure femminili come Nicole e Roxana).
Dobbiamo in questo caso citare anche la stupenda copertina di Enea Riboldi che unisce i riferimenti alla Belle Époque (anche coraggiosi visto il velo sostanzialmente trasparente di Roxana) alla crudezza delle persone impalate in terzo piano (indizio già in copertina degli sviluppi della trama). Una copertina che apre questa annata così importante in modo ottimale!
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