Mistero sul monte Naatani – Zagor 648 (luglio 2019)

Scritto da Francesco Benati

19 Lug, 2019

Da qualche giorno è presente in edicola Mistero sul monte Naatani, il nuovo Zagor mensile edito dalla Sergio Bonelli Editore. Ai testi dell’albo, il primo capitolo di una tripla che ci farà compagnia per tutta l’estate, troviamo il curatore Moreno Burattini, autentico mattatore di questa annata zagoriana, mentre ai disegni troviamo l’ormai collaudatissimo duo composto dai romagnoli Gianni Sedioli e Marco Verni.

A volte ritornano! Se c’è un’occasione per uscirsene con questa frase fatta, peraltro ripresa anche da un albo di Zagor uscito alcuni anni fa, è proprio con l’albo in questione.

 

 

Mistero sul monte Naatani – Zagor 648

Soggetto e sceneggiatura: Moreno Burattini

Disegni: Gianni Sedioli e Marco Verni

Copertina: Alessandro Piccinelli

Con la lunga saga del 2015 iniziata, idealmente, con il numero 600 Il giorno dell’invasione di Jacopo Rauch e Gallieno Ferri, era ritornato Hellingen, storica nemesi di Zagor che mancava sulle pagine del nostro eroe da quasi vent’anni. Il finale di quella storia, però, aveva lasciato spiazzato più di un lettore, visto che un successivo ritorno dello scienziato pazzo era stato praticamente annunciato nelle ultime pagine di quella storia.

E infatti, a ben quattro anni di distanza, ecco giungere in edicola il secondo tempo di questa storia tripla. Il discorso che vale è lo stesso della precedente storia dei figli di Cromm: si tratta di una moderna continuity che procede più o meno sottotraccia di albo in albo.

Sinossi: dopo gli eventi della storia precedente, scopriamo che esiste una setta di seguaci di Hellingen, i quali stanno studiando un modo per riportare il geniale scienziato nella realtà attuale, dato che quest’ultimo, o meglio il suo clone, era stato intrappolato in un mondo alternativo dal demone Wendigo. Fra questi c’è Quaritch, allievo di Hellingen e fedele discepolo del maestro. Nel frattempo, Zagor viene convocato da Tonka per alcuni misteriosi fatti che stanno accadendo sul monte Naatani.

 

 

Che ne penso di questo primo albo? Eh, insomma… Non è affatto male, anzi, è piuttosto bello salvo un paio di scivoloni del tutto personali di cui parlerò dopo, il problema è che c’è troppa roba.

Troppa per tre soli albi: una simile quantità di carne al fuoco starebbe comodamente su una storia di quattro numeri minimo, mentre così il rischio, a mio avviso, è che la soluzione si svolga ad una velocità elevatissima senza permettere al lettore di gustarsela pienamente.

Queste sono delle considerazioni del tutto arbitrarie e anche un po’ pretenziose visto che, fino a prova contraria, non sappiamo come Burattini proseguirà la storia.

Per il resto, l’albo parte benissimo con un prologo molto inquietante e preso di peso dalla saga di 007, con tanto di setta segretissima. Non mancano, come per ogni storia di Hellingen, le più folli invenzioni partorite dalla mente dello scienziato pazzo.

 

Ecco, uno degli scivoloni cui accennavo in precedenza è proprio una scena ad alto tasso tecnologico con protagonista Zagor che si improvvisa, ehm, Shinji Ikari di Neon Genesis Evangelion e si fa possedere da un grosso robot!

Io di solito non ho pregiudiziali di questo tipo, ma questa scena mi è sembrata troppo persino per Zagor, del quale comunque amo i risvolti fantastici e fantascientifici.

L’altro aspetto negativo riguarda la ricomparsa di un bambino particolarmente saccente a dispetto della giovane età (e del fatto che dovrebbe parlare solo il dialetto indiano, ma tant’è) che speravo davvero di non rivedere mai più.

A parte questi due aspetti, l’albo scivola via che è un piacere e ci lascia addosso una voglia matta di leggere il seguito.

 

Applausi per i disegni della coppia composta da Gianni Sedioli, matite e Marco Verni, chine. Il duo è straordinariamente vicino allo stile del compianto maestro Gallieno Ferri e non lo fa rimpiangere neppure per una vignetta.

Una storia così, con Hellingen come nemico, non poteva essere affidata a nessun altro se non a loro, i veri discepoli del maestro.

Pur senza avere uno stile particolarmente appariscente, anche se alcune splash page risultano riuscitissime [n.d.r. vedi quella qui sopra postata dal preview del sito Bonelli], i due disegnatori romagnoli sono i campioni della leggibilità e della chiarezza narrativa e hanno conferito un apprezzatissimo tocco vintage alla storia.

Un bel primo albo, degna apertura del nuovo ritorno del più acerrimo nemico di Zagor. Aspettiamo trepidanti il seguito.

 

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