Essere genitori. Un pomeriggio a Cartoomics

Scritto da Paolo M.G. Maino

13 Mar, 2019

No, non preoccupatevi non intendo trasformare il blog FumettiAvventura in uno di quegli spazi che raccolgono i vademecum del buon pedagogisti, ma vorrei solo provare a condividere con voi un breve e se vogliamo estemporanea riflessione sul rapporto padri e figli.

Ovviamente il tutto ‘a tema fumetti’ (o limitrofi)… e ci mancherebbe!

Da qualche anno porto i miei figli maggiori a Cartoomics con la scusa di fargli vedere un po’ il pazzo mondo di chi si dedica ai fumetti, di chi ne è un fanatico appassionato con l’aggiunta di tutti gli annessi e connessi della kermesse milanese a tema giochi in scatola o rolegame e con il sovrappiù scenico dei colorati e pittoreschi (e a volte serissimi) cosplayers.

Quest’anno complice un bel pass come blogger proprio per FumettiAvventura ho prima fatto un giro rapido nella calma del venerdì attorno all’orario del pranzo (…e nella calma mi sono portato a casa una bella tavola di Nicola Genzianella dalla storia lucchese di Dampyr! Wow!), e poi sono andato con tutta la famiglia (moglie e figli più piccoli compresi) sabato pomeriggio!

Un’impresa titanica? No, un pomeriggio insieme all’insegna del gioco, della creatività e della passione.

Ognuno dei miei figli ha avuto possibilità di divertirsi e di lasciarsi incuriosire da qualcosa in un osservare che li trasformava spesso in protagonisti. Abbiamo giocato insieme alla prima sessione di un gioco di ruolo a tema My little pony – Tails for equestria tradotto dai tipi di Need Games! e distribuito da Asmodee (sarà lanciato ufficialmente a Modena Play); ho accompagnato mio figlio maggiore alla scoperta (mia e sua) del vario mondo dei manga e alla fine si è scelto come acquisto di letture i primi due volumi di Death Note; intanto mia moglie con le figlie con zucchero filato alla mano sono andati alla ricerca di orecchini e collanine a tema magic e fantasy; poi è stato il turno della scoperta di un bel gioco da tavolo Flamme Rouge di Playagame: un boardgame con plancia che si crea di volta in volta e che riproduce la parte conclusiva di storiche classiche del ciclismo per un gioco di carte e logica matematica davvero avvincente.

Per altro per consentire a me e ai due figli maschi di giocare, la ragazza che ci ha spiegato il gioco (di un negozio di Torino di cui non ricordo il nome purtroppo!) ha tenuto impegnata la piccolina di due anni con un giochino di dinosauri molto allegro. Ah dimenticavo, anch’io ho potuto incontrare gli amici zagoriani e scambiare due chiacchiere prima con Adriano Barone e poi con Mauro Boselli e Maurizio Dotti. E dopo 5 ore e passa eravamo pronti a tornare a casa.

La parte di racconto è il cuore di quello che volevo dire con questo articolo ed ora un breve nota bene che da ragione della prima parte del titolo: Essere genitori.
È sicuramente la sfida più grande per un uomo e una donna che decidono di mettere su famiglia e che hanno anche il dono dei figli: essere genitori è un lavoro che non ha ferie e che non ha istruzioni per l’uso e che – aggiungo – non so fare bene.

Ma una cosa ho di nuovo notato in questo pomeriggio a Cartoomics: non nascondere le proprie passioni e lasciare spazio a che i figli coltivino le loro. Quali saranno? Probabilmente quelle che ci piacciono di meno, ma è essenziale che queste passioni ci siano e che si continuino ad alimentare e per farlo l’unica regola è continuare a coltivare le proprie e così il ritrovarmi dopo anni a visitare e vivere le convention di fumetti (chi ha 40 anni o poco più almeno non può non ricordarsi i mitici raduni al Quark Hotel in zona Romolo a Milano!) con tutte le novità e i cambiamenti intercorsi negli ultimi anni è stato un con-dividere reso ancora più nuovo dalle reazioni varie di moglie e figli.

Quindi, se proprio devo tirare le fila di questo discorso forse un po’ sconclusionato, W la creatività, W le passioni che apparentemente non fruttano ma che arricchiscono la vita e la fanno bella di incontri e sorprese.

Alla prossima convention e alle prossime letture!

 

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