Torna a raccontarci una storia di Dampyr, il bravo Nicola Venanzetti che da dopo il numero 200 ha preso un discreto ritmo e sta sfornando una sceneggiatura all’anno (gli altri due albi a firma sua sono D203 La sorgente della vita e D213 Capodanno celtico a cui bisogna aggiungere la sceneggiatura anche di DM8.3 Il Klan dei dannati ovvero la terza storia del Maxi n.8 uscito nell’estate del 2016), accompagnato dalle matite e chine ricche di chiaroscuri di Fabrizio Longo (disegnatori dello Speciale 12 e di D217 Yossele il muto). E che la scelta di raccontare questa storia di Venanzetti sia caduta su Longo è sicuramente stata corretta dato il peso che le ombre e la fisicità rivestono in questo episodio in cui Longo, dopo averci descritto le pene e i mostri dell’inferno dantesco nello Speciale 12 e lo scontro titanico tra i due Golem in D217, si è trovato a visualizzare le orge sadomaso dell’Hellfire Club (dal ‘700 ad oggi) e i riti violenti della oscura (o meglio ‘nera’) dea contro cui devono lottare Harlan e soci.
Hellfire Club – Dampyr 226
Soggetto e sceneggiatura: Nicola Venanzetti
Disegni: Fabrizio Longo
Copertina: Enea Riboldi
La sinossi dell’albo (o almeno della parte iniziale per evitare eccessivi spoiler): nella contea del Kent in Inghilterra un ricco immobiliarista muore in circostanze misteriose apparentemente vittima di un gioco sadomaso finito in tragedia, ma le indagini di Simon Fane, detective di Scotland Yard amico di lunga data di Harlan e dotato di poteri percettivi straordinari (e soprattutto della non comune abilità di aprire porte nel multiverso), si accorge che si tratta di un omicidio legato a qualcosa di oscuro e cupo. Con l’arrivo di Harlan e Kurjak tale percezione si dettaglia e porta i tre ad indagare negli eredi del settecentesco e libertino Hellfire Club alla ricerca di adoratori di una misteriosa entità: la Dea Nera. Vicende del passato e del presente (come è tipico di una storia di Dampyr) si legano e si intersecano in uno scenario che oscilla tra la depravazione di ricchi e nobili in cerca di emozioni e tragressioni e la violenza e il sangue che la Dea Nera chiede per sé come segno di sottomissione (e ovviamente il tema della sottomissione è davvero un leitmotiv che lega le tavole dell’albo a partire dalla coraggiosa copertina di Enea Riboldi. Copertina che ancora una volta mi fa domandare se Dampyr non sia in realtà una serie ‘Audace’ travestita da serie regular…).
Venanzetti sa alternare le sezioni più dialogate a scene di azione e soprattutto a scene in cui vediamo prendere vita riti e orge. L’atmosfera generale è forse per me meno evocativa e misteriosa di quanto fatto nell’ottimo Capodanno celtico, ma l’autore marchigiano si conferma una solida realtà dello staff di scrittori di Dampyr. Venanzetti conosce la serie e è stato abile ad inserire nelle sue ultime tre storie personaggi ed elementi amati dai lettori di lunga data. In questo caso è il turno dell’ispettore dai poteri paranormali Simon Fane che ha fatto la sua prima comparsa nello storico DS2 (Dampyr Speciale 2) disegnato da Giovanni Freghieri (albo di una importante visita a Londra di Harlan, visita in cui al posto di Fane avrebbe dovuto incontrare un altro indagatore di casa Bonelli, ossia Dylan Dog, ma a quell’epoca la cosa venne bloccata e l’incontro si è realizzato solo poco più di un anno fa). La scelta di far interagire Harlan e Kurjak con Fane non è ovviamente casuale ed è strettamente legata agli elementi che il nostro caro ammazzavampiri dovrà raccogliere per arrivare allo scioglimento positivo della vicenda.
Personalmente la sceneggiatura di Venanzetti mi ha convinto con la sola eccezione della modalità forse un po’ troppo affrettata o scontata per cui interviene il fattore risolutivo. Ma qui non aggiungo altro per non cadere in inutili spoiler… se volete ne possiamo parlare nel gruppo Facebook L’avventura a fumetti da A(dam) a Z(agor)!
Sul fronte dei disegni, le tavole di Fabrizio Longo (che ho avuto la fortuna di vedere originali e in grande formato durante una breve visita in redazione) sono davvero molto curate e si mantengono sugli standard alti delle due precedenti prove del disegnatore. Come già detto, il soggetto pieno di scene oscure, di interni scarsamente illuminati, quando non di cunicoli di grotte è un ambiente naturale per i chiaroscuri di Longo. Aggiungo un’ulteriore lode al lavoro di riproduzione degli onirici e allucinati quadri di Johann Heinrich Füssli (ne potete vedere un esempio nella tavola di anticipazione qui sopra e pubblicata sul sito della Sergio Bonelli).
Ed ora aspettiamo l’esordio di un nuovo disegnatore per Dampyr, il trentino Simone Delladio, che ci porterà in una storia scritta da Gualtieri nel mondo d’avventura dei pirati, certo pirati vampiri, ma pur sempre pirati!
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