Si conclude Deadwood Dick la prima miniserie della linea Audace, una nuova scommessa editoriale della Sergio Bonelli Editore, e si conclude con l’ultimo numero di una trilogia di albi firmata dalla coppia d’oro Mauro Boselli e Stefano Andreucci, un connubio che dalle pagine di Zagor a quelle di Dampyr, da Tex a Deadwood Dick ha sempre prodotto tavole e tavole avvincenti, appassionanti e divertenti. E come anticipato anche questa loro storia di Deadwood Dick non è per nulla da meno, anzi direi che aggiunge ancora qualcosa di più e di nuovo all’operato dei due autori di casa Bonelli.
Vento di morte – Deadwood Dick n.7
Soggetto: Joe R. Lansdale
Sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Stefano Andreucci
Copertina: Corrado Mastantuono
Chi si fosse svegliato ora dopo un lungo letargo e tornasse finalmente di fronte ad un’edicola che ben presenta i suoi fumetti (ce ne sono ancora, anche se non più come una volta, sigh!) potrebbe trovarsi di fronte a questo fumetto dal formato più grande del tradizionale ma più ridotto per numero di pagine (64 contro le 100 di un classico Bonelli) e in cui campeggia in bella vista in alto a sinistra la A della linea Audace qui accompagnata dalla dicitura ‘contenuti espliciti’. Ecco ci auguriamo che chi si trovasse in questa posizione possa comprare il settimo numero di Deadwood Dick per poi recuperare i sei precedenti e tenersi a casa così un fumetto davvero bello che ripropone per immagini e nuvole alcune storie che il dissacrante scrittore americano Joe R. Lansdale ha dedicato all’antieroe afroamericano Nat Love, alias Deadwood Dick.
Vento di morte chiude il trittico di storie pensato per questa miniserie, ma noi tutti di FumettiAvventura speriamo che presto o tardi l’esperimento si possa ripetere!
Per ora chiudiamo con questa recensione del numero 7 e con una considerazione generale sul perché ci è piaciuta questa mini.

Brevissima sinossi (o meglio introduzione all’albo): scampati all’assedio di Adobe Walls, Deadwood Dick, Black Hat Jack ritornano in mezzo alla prateria ventosa del Texas orientale in compagnia della bella Millie che per l’attacco degli indiani ha perso tutti i suoi legami famigliari. La copertina di Mastantuono ci anticipa già che non tutto filerà liscio e il nostro improbabile trio si troverà ad affrontare un nuovo terribile scontro con gli indiani dopo il quale la storia si avvierà verso la conclusione. Si salverà Nat Love? O meglio si salveranno i suoi compagni?
Le stupende tavole di Andreucci ci regalano emozioni per l’intensità delle azioni (magistrale la scena del colpo di fucile a cavallo di Dick), per la bellezza dei paesaggi sferzati dal vento di morte e per una rara intensità dei volti (Millie è davvero splendida, vera, sensuale e malinconica) sono da ammirare con calma (e forse bisognerà apprezzarle in pieno nella versione più grande da libreria…).
Boselli come già Masiero e Colombo si è evidentemente divertito nello scrivere questi tre albi e non ha lesinato né nella resa delle battute salaci e argute di Lansdale né nello spingere Andreucci a rappresentare tutta la carnalità e l’umanità dei personaggi di questa grottesca (ma anche così sincera) epopea western.

Tra i tanti motivi per cui sono stato davvero contento di questa serie a fumetti ne cito uno in particolare: il ritmo del racconto è spesso il contrario di quello che ci si aspetta e i tre episodi si chiudono tutti con un anticlimax che in questo settimo numero raggiunge la sua massima manifestazione. Pensate che a pagina 34 assistiamo al momento massimo di azione. Il colpo decisivo con cui Deadwood Dick volge a suo vantaggio una situazione difficilissima avviene di fatto a metà dell’albo e poi? Poi c’è la vita, c’è l’amore, c’è lo spazio di sogni e di gusti e c’è la malinconia dei ricordi ma anche la commozione per quello che resta e per quello che ha unito per sempre. Troppo, dite? Non credo. Lansdale racconta della realtà e della vita con la volontà di intrattenere e divertire ovviamente ma anche con il desiderio di rendere ragione e descrivere un’epica fatta di sangue, terra, sesso, amicizie, imprevisti, deviazioni, ferite e gioie.
Boselli e Andreucci in questi tre numeri, Colombo e Frisenda nei due precedenti e Masiero e Mastantuono in quelli iniziali hanno compiuto la non facile operazione di portare il mondo di Lansdale nel fumetto e lo hanno fatto in un modo che sono sicuro resterà nel tempo.
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