Manhattan – Tex 697 (novembre 2018)

Scritto da Francesco Benati

25 Nov, 2018

Ci sono volute quasi tre settimane, ma ecco arrivare la recensione di Manhattan, il nuovo mensile di Tex edito dalla Sergio Bonelli Editore. Ai testi troviamo Mauro Boselli, curatore della serie, e ai disegni il suo fidato collaboratore Maurizio Dotti.

Le attenzioni del mondo del fumetto e dei fan texiani è stato preso, nelle ultime settimane, dalla pubblicazione della nuova serie Tex Willer, recensita su queste pagine, ambientata ai tempi in cui il futuro ranger era un giovane fuorilegge inseguito dagli sceriffi e dai bounty killers di tutto il west. Questa cosa è senza dubbio buona e giusta, ma non si può dimenticare il fatto che a primeggiare su tutto e tutti è sempre la serie regolare che si avvia a spron battuto verso il numero 700 previsto per febbraio 2019.

 

Manhattan – Tex 697

Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli

Disegni: Maurizio Dotti

Copertina: Claudio Villa

Il mese scorso è iniziata una importantissima storia di ben quattro numeri, 440 pagine esatte, ambientata a New York che vede il ritorno di un vecchio nemico di Tex, il criminale Andrew Liddel, soprannominato il Maestro, comparso in due precedenti avventure pubblicate a metà degli anni ’80 e ’90, qui alleatosi con un altro nemico, Nick Castle, anche lui proveniente da una storia di Tex tutto sommato recente, El Supremo.

Riassunto: Tex e Carson vengono invitati ad assistere all’esecuzione di Andrew Liddel, ma si accorgono che qualcosa non va. Il Maestro è infatti riuscito a fuggire con l’aiuto di Nick Castle e si è rifugiato a New York. Qui, Buffalo Bill chiama Tex e Carson per mettere in piedi uno stratagemma per catturare il Maestro ed eliminarlo una volta per tutte.

Sinossi: continua la caccia di Tex e Carson contro il Maestro, ma gli ostacoli sono parecchi. In primo luogo, devono affrontare le resistenze del capo della polizia di New York, il quale, pur da uomo onesto, fatica a credere che l’ondata di delitti che ha colpito la città sia opera di un super criminale. Intanto, lo stesso Maestro è impegnato in una scalata al potere delle gang locali. Dopo gli irlandesi, è il turno dei cinesi che soccombono al suo potere. In mezzo a tutto questo, un vecchio amico di Tex: Pat Mac Ryan, anch’egli coinvolto nella faccenda.

 

Il bello delle storie lunghe di Tex è che possono permettersi di raccontare tutto, persino ciò che in teoria sarebbe superfluo alla narrazione. Si tratta di quelle dilatazioni, quelle ripetizioni, quell’attesa degli eventi che con gli anni si è andata un po’ persa per via del fatto che la maggior parte delle storie di Tex è ormai inserita nella rassicurante cornice dei due albi, al massimo tre. Negli ultimi venticinque anni sono stati giusto cinque, incluso questo, i casi di storie che hanno superato la lunghezza dei tre albi.
Però ai texiani le storie lunghe piacciono e piacciono anche a Mauro Boselli, il quale ha fortemente voluto questa avventura che gli consente di dare libero sfogo al proprio stile. Il buon vecchio Mauro ama le storie dall’intreccio complesso, ricche di personaggi, di avvenimenti e di capovolgimenti di fronte. Boselli, forte della lunghezza extra-large di questa storia, si concede il lusso di rallentare il ritmo, di permettere al lettore di calarsi pian piano nella narrazione e di assaporarne tutti i personaggi, la loro psicologia e le loro motivazioni.

Ovviamente, tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’apporto fondamentale di Maurizio Dotti.

Autentico velocista della Bonelli contemporanea, Dotti è uno di quei sani e vecchi disegnatori di una volta che non perdono molto tempo ad andare in giro per fiere a fare le rockstar con il codazzo di disegnatori al seguito, ma passa il tempo sul tavolo da disegno a produrre tavole su tavole. Basti pensare che durante la lavorazione di questa storia è riuscito a realizzare le 50 pagine della storia su Dinamite, sempre su testi di Boselli, uscita nel Tex Magazine di settembre, a disegnare le cartoline della serie Tex Nuova Ristampa e a fare le copertine della nuova serie Tex Willer di cui abbiamo già parlato.

Dallo stile insieme classico e moderno, dinamico e particolareggiato, Dotti è l’interprete ideale di questa nuova storia e non fa rimpiangere il compianto Guglielmo Letteri, storico disegnatore di Tex che ha dato il volto ad Andrew Liddel nelle sue precedenti apparizioni. Il lavoro di Dotti è talmente ottimo che, paradossalmente, non va neanche analizzato più di tanto. La fisionomia dei personaggi è praticamente perfetta, la ricostruzione della New York di fine Ottocento, pur con qualche inevitabile libertà interpretativa, minuziosa.

Un ottimo secondo capitolo, dunque, che spiana la strada al prossimo e che fa accrescere ancora di più la voglia di andare avanti per conoscere il continuo della storia.

E se volete ripercorrere gli ultimi numeri, ecco qua i link alle recensioni:

 

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