4 Hoods
Ideazione: Roberto Recchioni
Soggetto, sceneggiatura e layout: Federico Rossi Edrighi
Disegni: Riccardo Torti (e altri)
Copertina: Roberto Recchioni e Cristiano Spadoni
4 Hoods è un fumetto fantasy che vede protagonisti 4 eroi incappucciati (i 4 Hoods del titolo) che si chiamano semplicemente Verde, Viola, Rosso e Barba. Sono avventurieri iscritti al Club dell’Avventura e vivono imprese tra il serio e il faceto che si ispirano ai classici archetipi delle avventure heroic fantasy: salvare principesse, sconfiggere mostri, combattere contro spettri e stregoni, saltare da una dimensione all’altra…
L’edizione si presenta nel formato spillato a colori di 64 pagine diviso in una storia principale (di fatto una saga che continua numero per numero) costituita da un fumetto di circa 40 pagine e in una storiella autoconclusiva affidata anche ad altri artisti (è il caso del pittorico Giulio Rincione nel numero due).
Il lettore di qualunque età che ama il fantasy e che apprezza anche un sano disincanto e gioco parodistico può trovare in 4 Hoods un divertimento spensierato: non c’è l’impegno e il dramma di tanti serial Bonelli, ma non è forse troppo come target rivolto ai ragazzini (se non bambini) come Dragonero Adventures. Diciamo che l’identikit di questo lettore lo pone in un’età tra i 30 e i 40 anni e comunque molto amante del mondo dorato e analogico degli anni ottanta (avete presente vero Stranger Things?). Ma un ragazzo tra i 10 e i 16 anni che parere potrebbe avere di 4Hoods? Innanzitutto dovrebbe poterlo trovare in edicola e poterlo comprare e quindi speriamo che questo possa ancora accadere e poi potrebbe gustare le immagini che davvero hanno un che di legato ai cartoni animati del momento (quelli occidentali innanzitutto non gli anime) e poi potrebbe essere invogliato a cogliere gli aspetti surreali e metafumettistici, ma non si tratta di un percorso semplice.
Infine belli gli articoli, ma mi resta la perplessità del pubblico a cui si rivolgono realmente: a quarantenni nostalgici (ma non in un’accezione di per sé negativa) o ai giovani che possono conoscere così fenomeni di costume alla base della cultura nerd? Forse ad entrambi! Ai posteri l’ardua sentenza!
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