Dopo aver parlato di
Dragonero Adventures e dei
Bonelli Kids, la terza tappa del nostro viaggio ci porta nel mondo fantasy dei 4 Hoods. Come per gli altri due fumetti, spieghiamo innanzitutto di cosa stiamo parlando.
4 Hoods
Ideazione: Roberto Recchioni
Soggetto, sceneggiatura e layout: Federico Rossi Edrighi
Disegni: Riccardo Torti (e altri)
Copertina: Roberto Recchioni e Cristiano Spadoni
4 Hoods è un fumetto fantasy che vede protagonisti 4 eroi incappucciati (i 4 Hoods del titolo) che si chiamano semplicemente Verde, Viola, Rosso e Barba. Sono avventurieri iscritti al Club dell’Avventura e vivono imprese tra il serio e il faceto che si ispirano ai classici archetipi delle avventure heroic fantasy: salvare principesse, sconfiggere mostri, combattere contro spettri e stregoni, saltare da una dimensione all’altra…
La genesi dei quattro personaggi fortemente stilizzati è dovuta alla mente e alla mano di Roberto Recchioni che ha cominciato a postare qualche disegno dei quattro eroi ormai qualche anno fa sui social. L’idea apparentemente semplice è stata coltivata con cura e trasformata poi in una miniserie (ne sono previsti per ora 12 numeri) curata e quasi totalmente disegnata da Riccardo Torti e scritta e immaginata da Federico Rossi Edrighi, colleghi di Roberto Recchioni nello Studio in rosso a Roma.
L’edizione si presenta nel formato spillato a colori di 64 pagine diviso in una storia principale (di fatto una saga che continua numero per numero) costituita da un fumetto di circa 40 pagine e in una storiella autoconclusiva affidata anche ad altri artisti (è il caso del pittorico Giulio Rincione nel numero due).
La scelta visiva è quella di rappresentare dei personaggi fortemente stilizzati in un mondo dagli sfondi realistici con un effetto che può ricordare una serie di cartoni animati come Gum Ball: una strada che è sicuramente innovativa nell’orizzonte Bonelli. Sul fronte dei testi mi sembra che gli elementi chiave siano: l’uso di battute argute, tendenti all’assurdo e spesso al metafumetto e un evidente gusto della citazione (anche smaccatamente e volutamente evidente) che strizza l’occhio al lettore che sa coglierla.
Tra un fumetto e l’altro trovano spazio articoli sulla cultura nerd e fantasy che spaziano dai giochi di ruolo (ad esempio il mitico Dungeons&Dragons), ai libri (Tolkien, Howard) e al cinema (Labyrinth) scritti da Recchioni, Torti e Monteleone, e – come visto anche in Dragonero Adventures – degli appunti sul mondo dei 4 Hoods e su come disegnarli (e già nel numero due c’è spazio per il disegno fatto da un giovane fan).
Questo è in sintesi il ‘cosa’.
Quali sono le prime impressioni tratte dal numero zero, uscito a Lucca Comics, e dai primi due numeri in edicola a marzo e aprile?
Il lettore di qualunque età che ama il fantasy e che apprezza anche un sano disincanto e gioco parodistico può trovare in 4 Hoods un divertimento spensierato: non c’è l’impegno e il dramma di tanti serial Bonelli, ma non è forse troppo come target rivolto ai ragazzini (se non bambini) come Dragonero Adventures. Diciamo che l’identikit di questo lettore lo pone in un’età tra i 30 e i 40 anni e comunque molto amante del mondo dorato e analogico degli anni ottanta (avete presente vero Stranger Things?). Ma un ragazzo tra i 10 e i 16 anni che parere potrebbe avere di 4Hoods? Innanzitutto dovrebbe poterlo trovare in edicola e poterlo comprare e quindi speriamo che questo possa ancora accadere e poi potrebbe gustare le immagini che davvero hanno un che di legato ai cartoni animati del momento (quelli occidentali innanzitutto non gli anime) e poi potrebbe essere invogliato a cogliere gli aspetti surreali e metafumettistici, ma non si tratta di un percorso semplice.
4Hoods è per me un esperimento importante e sarei davvero curioso di capire se e come funzionerà. Per ora i miei figli che leggono in massa Dragonero Adventures mi danno questa indicazione: il più grande di 11 anni lo sta leggendo vagamente incuriosito, mentre a quello di 4 anni piacciono molto i disegni e vuole che glielo legga. Vi farò sapere se ne saranno definitivamente conquistati!
Infine belli gli articoli, ma mi resta la perplessità del pubblico a cui si rivolgono realmente: a quarantenni nostalgici (ma non in un’accezione di per sé negativa) o ai giovani che possono conoscere così fenomeni di costume alla base della cultura nerd? Forse ad entrambi! Ai posteri l’ardua sentenza!
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