Mister No Story – Tamburi nella giungla n.7 (dicembre 1975)

Scritto da Paolo M.G. Maino

11 Dic, 2020

Si conclude la prima storia di Diso e si conclude ancora una volta con una sorta di silloge paradigmatica di momenti e situazioni narrative tipiche di tante avventure di Mister No. Meccanismi che per noi vecchi lettori sono diventati negli anni delle piacevoli abitudini, ma che nel 1975 avevano una forza e una vivacità e novità impressionante. Ma quello che mi impressiona è che oggi a 45 anni esatti da quel numero 7, Tamburi nella giungla resta un albo fresco, moderno, godibilissimo e anzi quasi più innovativo di tanti altri fumetti che oggi escono come produzione originale. Mi spiego: Tamburi nella giungla è un fumetto popolare, di avventura, pieno di tensione, ma anche di situazioni leggere con una partitura musicale che alterna sapientemente andanti, veloci, allegri… 

Ma come è tipico di queste Mister No Story non mi dilungo oltre e vi offro i miei appunti personali.

 

 

Tamburi nella giungla – Mister No n.7 

Soggetto e sceneggiatura: Guido Nolitta

Disegni: Roberto Diso e Franco Bignotti

Copertina: Gallieno Ferri

 

La magia di Gallieno Ferri

Ho letto in questi giorni un post su Facebook di Moreno Burattini con cui mi sono trovato in sintonia: la copertina di Gallieno Ferri è di una potenza narrativa incredibile. L’acqua, il ponte della luna nel fiume, Mister No di tre quarti e noi dietro di lui, gli indios che camminano silenziosi sul ponte sospeso, e quei tamburi che non si vedono, ma si sentono e risuonano nella nostra testa. Un tempo sospeso in cui può succedere di tutto. Questa è la summa dell’avventura nel palcoscenico selvaggio dell’Amazzonia.

 

 

Prima l’azione…

Mister No è un fumetto di avventura che sa offrire scene ricche di movimento e azione e così abbiamo una lunga sequenza da p.29 a p.51 in cui la lotta per la vita è costantemente al centro e le parti in causa continuano a passare da una posizione di vantaggio a una di svantaggio e viceversa (e prima c’era stata l’accoglienza non particolarmente amichevole dei Bush-Negroes). Roberto Diso è dinamico e i corpi si inarcano negli scontri e negli sforzi.

 

… e poi la calma

Ma da pagina 51 fino alla fine dell’albo (!!!) di fatto non siamo in mezzo ad un’avventura nel senso classico. Eppure non ci sentiamo presi in giro. Perché? Perché Guido Nolitta inserisce la vita e la comicità. La vita delle feste, del rilassamento, dei baci e delle vedute, delle chiacchiere futili e dei ricordi. E la comicità della situazione da cui Mister No non può che scappare! Quale situazione? Il matrimonio con Anouk!!! E la comicità della ‘bella’ signora nascosta nella cabina della chiatta che con lenta pigrizia risale il Rio delle Amazzoni verso Manaus nell’inizio tutto da ridere della storia disegnata da Franco Bignotti. Mister No è sia Zagor sia Cico! Questo è un colpo di genio di Sergio Bonelli!

 

 

P.81!

Sì, mi ripeto, lo so. Ma le pagine finali delle storie di Mister No sono per me una summa del personaggio e uno dei motivi per cui lo amo. Quelle riflessioni sull’esperienza (Mister No – lo penso davvero – è un eroe anche filosofo), che sono il mezzo per giudicare con ironia quello che è accaduto, sono bellissime e poi quel piper che vola! Poesia!

 

Felpa o giacca?

Eh sì! Diso cambia subito i connotati di Jerry e preferisce una più comoda felpa alla giacca originaria che invece Bignot continua a disegnare. Ma sappiamo che a vincere sarà Diso con l’unica eccezione (non da poco) di Ferri che continuerà a disegnare la giacchetta nelle copertine.

 

 

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