Homo Homini Deus – Le Mur 2 di Charreyron e Alberti

Scritto da Paolo M.G. Maino

15 Ott, 2020

Dopo il primo episodio introduttivo (ma senza alcuna restrizione nel termine visto che di cose ne accadono), è uscito da qualche mese per Glenàt in Francia (e a breve uscirà per Star Comics in italiano – il 28 ottobre -, ma io non ho resistito e ormai questa serie me la godo in originale, in anteprima e con un formato leggermente più grande) il secondo episodio di Le Mur fumetto ambientato in un futuro apocalittico (ma ovviamente come tutta la fantascienza che si rispetti ben legato al nostro presente) ideato da Antoine Charreyron e scritto, disegnato e colorato da Mario Alberti che qui si sta confrontando con un lavoro ampio a 360°.

 

Homo homini deus – Le Mur 2

Soggetto: Antoine Charreyron

Sceneggiatura, disegni, colori: Mario Alberti

Lettering: Marina Sanfelice

 

La storia del primo episodio si è sviluppata in modo lineare: il giovane Solal vuole a tutti i costi salvare la sorella Eva che ha bisogno di farmaci per la sua malattia respiratoria. Ma i farmaci nel mondo devastato dai cambiamenti climatici, dalla carestia e dalla lotta che rende l’homo homini lupus (così si intitolava il primo volume) si trovano solo oltre il Muro all’interno di ED3N (un paradiso terrestre ipertecnologico?). Solal unitosi al gruppo dei B.A.S.T.A.R.D. riesce a penetrare oltre il Muro e qui entra in una realtà che sembra rasentare la perfezione (e lo stacco nell’uso dei colori da quelli sporchi e terrosi del mondo esterno a quelli netti, luminosi, ma di una luce fredda è una scelta perfetta operata da Mario Alberti sul finale del primo volume). Ma la conclusione non fa ben sperare: nel mondo di ED3N l’umanità pare ancora più disumana di quanto non accada all’esterno: orde di strani zombi si aggirano e per ora Solal ha incontrato solo una ragazza sua coetanea in grado di capirlo. Una ragazza che guidava un piccolo velivolo difensivo e che sembra nascondere molti segreti.

E in Homo homini deus qualcosa dei misteri si comincia a svelare, quindi raccontare questo episodio equivale a cadere in spoiler. Ci provo in modo sintetico e soprattutto cerco di dirvi quali sono state le scelte di sceneggiatura di Alberti.

 

 

Dalla linearità all’intreccio complesso

Questo è il titolo sintetico. Le tavole alternano le vicende del presente a racconti del passato che ruotano attorno a 4 figure, Noah, il magnate scienziato ideatore di ED3N, i suoi due figli Jen e Janos e Laura, l’assistente personale di Noah. I flashback occupano a più riprese 19 delle 48 tavole (metà delle quali costituiscono il prologo del volume) e svelano a poco a poco fortune e sfortune, illusioni e inganni del paradiso artificiale di ED3N. Ma anche le vicende del presente seguono almeno quattro linee narrative che hanno come centro Solal e Eva, i due fratelli, il capo del gruppo dei B.A.S.T.A.R.D. e Chandra, splendida figura raccontata nei suoi silenzi.

C’è tanta carne al fuoco, ma la bravura di Alberti è quella di guidarci coi disegni e i colori. Le tavole hanno delle scelte cromatiche che immediatamente ci fanno capire quando e dove ci troviamo e i salti temporali sono sempre inseriti a spiegare e ad anticipare. Non tutto si svela subito (giustamente), ma ogni elemento torna al suo posto nella chiusa intensa dell’episodio (alla tavola 47, mentre la 48 è un pezzo di bravura di elegia e malinconia).

L’arte di Alberti è davvero a livelli altissimi: c’è un mondo dentro a Le Mur (scusate il gioco di parole) e sono proprio i particolari di quel mondo che danno piena credibilità alla narrazione e alimentano il patto tra lettore e autori.

Che cosa mi colpisce? I personaggi sono sia archetipici sia così profondamente umani; i riferimenti alle derive egoistiche e nazionalistiche che scuotono la nostra società perbenistica, schiava del ‘comodo’, pronta a sbattere la porta in faccia a chi ha bisogno (i migranti) sono rappresentate davanti ai nostri occhi con l’acutezza e la simbologia che solo il mito fantascientifico sa spesso riproporre.

 

 

Mito e riferimenti letterari (…e fumettistici)

E non ho usato la parola ‘mito’ a caso. I riferimenti all’Antico Testamento e alla Genesi in particolare, infatti, sono molteplici: il nome del mondo al di là del Muro è ED3N che ovviamente è la storpiatura del giardino dell’Eden (e come un magnifico giardino con una favolosa erba  verde ci appare la prima volta in conclusione del primo volume), ma ED3N è costruito dalle mani dell’uomo e come tutto quello che costruisce l’uomo è destinato alla corruzione; il creatore di ED3N è Noah, ossia il biblico Noè, la sua Arca però è per pochi non per necessità e per elezione divina, ma solo per una presunta superiorità di una oligarchia di ricchi; i figli di Noah discendono da tante coppie famose di fratelli del mito (sì certo anche Caino e Abele, Romolo e Remo, i Dioscuri…).

 

 

Ma oltre ai riferimenti alti e biblici ci sono quelli fumettistici. Vediamoli: Noah è un geniale scienziato, ricchissimo e in grado apparentemente di risolvere tutto con la sua intelligenza, dietro a lui vedo almeno tre figure, il dottor Frankestein, Tony Stark (e se guardate ad un oggetto che è innestato nei figli e in altri uomini non potete che darmi ragione) e Gendo Ikari di Neon Genesis Evangelion (altro racconto di fantascienza pieno di riferimenti biblici e filosofici); Chandra… beh Chandra è una splendida Anna Magnani (la vedo così io…) e poi c’è Laura, un nome che mi riporta a Nathan Never e tutto sommato qualcosa della sua storia mi ricorda le vicende dell’agente Alfa.

Un volume che conferma quanto di buono era presente nel primo e che gode ancora dello splendido lettering di Marina Sanfelice. Ora aspettiamo il terzo volume e poi chissà… la storia pensata da Charreyron, a sua stessa detta, è molto ampia e questa trilogia ne è solo una piccola parte… 

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