Faccia a faccia – Zagor n.655 (febbraio 2020)

Scritto da Francesco Benati

17 Feb, 2020

Con questo numero di Zagor, edito come sempre dalla Sergio Bonelli Editore, intitolato Faccia a faccia, si conclude la breve storia iniziata nel numero scorso e scritta da Jacopo Rauch e disegnata da Joevito Nuccio, mentre inizia la prima parte di un’avventura che si svilupperà fino a primavera inoltrata scritta da Moreno Burattini e disegnata dagli Esposito Bros.

Riassunto dell’episodio precedente: Winter Snake, il fiero capo Kiowa, viene arrestato per aver tentato di assassinare il senatore Blake. Zagor si reca in prigione dall’amico per ascoltare la sua versione, ma l’indiano lo sorprende e riesce a fuggire. Lo Spirito con la Scure, accompagnato da Cico, insegue il sakem e lo ferma al termine di un violento scontro. Nel frattempo, il senatore Blake rievoca il suo incontro con Winter Snake avvenuto molti anni prima.

 

Faccia a faccia – Zagor n.655

Soggetto e sceneggiatura: Jacopo Rauch, Moreno Burattini

Disegni: Joevito Nuccio, Esposito Bros

Copertina: Alessandro Piccinelli

Parlare della parte finale di Sangue Kiowa mi riesce un po’ difficile. Se fosse stata pubblicata in un albo singolo, come era stata pensata in origine, sicuramente ora saremmo qui a osannare al capolavoro. Una storia classicissima come non se ne vedevano veramente da tantissimo tempo, il ritorno in scena di un vecchio amico/nemico rimasto nel cuore di tutti i lettori zagoriani e alcune scene da antologia.

Ce n’era abbastanza da creare un nuovo classico della serie.

Invece, problemi editoriali hanno costretto il curatore Moreno Burattini a spostare la storia, inizialmente pensata per la collana Color Zagor, sulla serie mensile. La cosa ha due aspetti positivi e uno negativo: i due aspetti positivi sono che la serie mensile è da sempre l’ammiraglia, quella più venduta e che tiene in piedi tutto; l’altro motivo è che possiamo ammirare le bellissime tavole di Joevito Nuccio in bianco e nero, così come pensate dall’autore, invece che coperte dal colore (che nella filosofia dei Color finora è “il cielo è azzurro e l’erba è verde”).

 

L’aspetto negativo, purtroppo, risiede nel fatto che la storia è stata scritta e pensata per un albo unico, mentre qui ce la siamo trovata spezzata in due, peraltro spezzata nel punto sbagliato. Chiaro che il problema non si pone se uno si legge tutti e due gli albi uno dietro l’altra, ma la cadenza mensile, inevitabilmente ne risente. Naturalmente questa è stata l’impressione e non ho la pretesa di convincere nessuno, però l’impressione è quella.

Fatto che sta che la conclusione di questa avventura è lievemente sottotono rispetto all’albo precedente: sarà la telefonatissima rivelazione sul passato di Winter Snake, sarà che i disegni di Nuccio sono visibilmente più frettolosi, specialmente nelle pagine conclusive, ma il finale non è al livello di quanto visto prima. 

Poco male, abbiamo comunque una storia bellissima che merita una rilettura, perlopiù alla luce dell’ultimissima pagina del racconto che apre squarci su un seguito che, a quanto pare, è già in lavorazione. Inoltre, i disegni di Nuccio, al netto di qualche sbavatura sul finale, sono ugualmente da pelle d’oca. 

Sull’inizio della prossima storia c’è poco da dire. Si tratta del terzo capitolo della saga del mutante: dopo il primo atto scritto da Marcello Toninelli e disegnato da Franco Bignotti negli anni ’80 e il secondo scritto a metà anni ’00 da Moreno Burattini per i disegni di Marco Verni, ecco arrivare la parte finale della trilogia (almeno fino a quando non ci sarà un quarto capitolo, che si sa che nel fumetto seriale niente è definitivo), sempre scritta da Burattini, ma con i disegni degli Esposito Bros.

Questa volta la protagonista è la figlia di Skull, il mutante. Dopo anni passati in prigionia in seguito all’eccessivo utilizzo dei suoi poteri, la donna riesce a fuggire e a tornare a Darkwood per compiere la vendetta nei confronti di Zagor, reo della morte del padre, il quale appare alla figlia in apparizioni mentali o illusioni.

I disegni degli Esposito Bros sono molto buoni come sempre: tratto chiaro, pulito, in linea con la tradizione zagoriana, anche se qualche volta le figure risultano sproporzionate, soprattutto nelle braccia, ma si tratta di un aspetto tipico dello stile degli Esposito.

Nel complesso, un buon albo che tiene alta la bandiera di Zagor e che prosegue l’inizio positivo del 2020.

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