La doppia storia che inizia con La costa degli scheletri conferma la natura da globetrotters della nostra banda di ammazzavampiri: questa volta viaggiamo in Africa, ma non sono gli spazi romantici (e irrealistici) alla Mia Africa, bensì luoghi di guerra, violenze, contrasti, contraddizioni che contraddistinguono il presente ferito del continente nero. Dalle ferite della guerra nella ex-Jugoslavia, dalla mafia della Russia post-sovietica arriviamo alle lande desertiche ma ricche di risorse e contese da spregiudicate multinazionali e signori della guerra della Namibia.
E guerra e violenza sono il terreno ideale per muoversi e prosperare per i maestri della notte e per la prima volta Harlan si trova a combattere in contemporanea contro due terribili nemici: Omulù, un maestro nomade che si presenta come il Dio Pantera che incarna presunti valori dell’africanità e Vathek, un guardingo e astuto maestro che darà il via ad una lunga sottotrama che durerà per parecchi anni. Vathek è il primo Maestro della Notte che pare sapere come comportarsi con il Dampyr al contrario di Gorka e Vurdalak e quindi sa anche quando scappare per aspettare il momento migliore per colpire.
E poi un’altra conferma. La serie Dampyr viaggerà su due binari preferenziali (ma senza rigidità): da un lato l’horror più tradizionale e gotico e dall’altro l’orrore degli scenari di violenza e guerra che l’uomo del presente e del passato nella sua pazzia genera e ha generato.
La costa degli scheletri – Dampyr n. 6
Data pubblicazione: settembre/ottobre 2000
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Maurizio Dotti
Copertine: Enea Riboldi
Tavole: 188
Personaggi: Harlan, Tesla, Kurjak, Vathek, Omulù, Mujaive, il Maggiore, Kuno, Anton.
Luoghi: Namibia.
Tempo: Il presente
Trama: [D6] Harlan, Tesla e Kurjak si recano in Namibia, nell’Africa del Sud per trovare conferma all’ipotesi che a capo della Consolidated Mine ci sia un Maestro della Notte, Jan Vathek, capo ai tempi della dittatura bianca del temibile corpo speciale degli Scorpioni. Nella loro ricerca si imbattono in tre soldati, il Maggiore, Anton e Kuno (che si innamora di Tesla dando il via a simpatiche e sdrammatizzanti gag) dell’ex esercito di indipendenza (la SWAPO) anche loro sulle tracce di Vathek.
I sei dopo un’iniziale incomprensione fanno gruppo comune e si recano nella ghost town di Brandenmund in mezzo alla zona proibita di proprietà della Consolidated Mine.
Qui si unisce a loro Mujaive, una sorta di stregone africano che stava prima dalla parte della dittatura e questi rivela a Harlan (di cui intuisce subito la doppia natura) che i massacri che li avevano condotti in Namibia non erano solo opera di Vathek m anche di un altro essere soprannaturale, Omulù, una specie di Dio Pantera che si rilevare essere un Maestro della Notte nomade giunto in Namibia per combattere Vathek e scacciarlo in nome di un suo presunto legame con le tradizioni africane. Di fatto Harlan e soci si trovano in mezzo ad una guerra tra Maestri.
Zona proibita – Dampyr n. 7
Mentre si trovano a Brandenmund Harlan e compagni vengono assaliti dagli Scorpioni di Vathek, trasformati nel suo branco di non-morti, e avrebbero la peggio se ad intervenire non arrivasse proprio il terribile Omulù che uccide molti degli Scorpioni di Vathek e poi intima al gruppo di Harlan di andarsene e di non pensare ad ostacolarlo.
Ovviamente Harlan non demorde e si reca al rifugio di Vathek pronto ad affrontarlo. Lo scontro nel deserto tra fiamme vere ed apparenti mostra l’estrema forza di Vathek che ha buon gioco ad avere la meglio sul Dampyr che combatte a distanza evitando in tutti i modi il suo sangue venefico. Harlan sta per essere ucciso quando intervengono prima Tesla e poi soprattutto Omulù che ingaggia una battaglia senza esclusioni di colpi con Vathek che apparentemente viene sconfitto dal Maestro nomade. Ancora una volta Omulù risparmia Harlan e i suoi compagni. Il Dampyr però non demorde e decide di organizzare una rischiosa trappola ai danni di Omulù per impedire che la dittatura di Vathek diventi la dittatura di Omulù. Si reca nel territorio della tribù degli Himba, molti dei quali sono diventati non-morti di Omulù, e qui aspetta l’arrivo del Nomade Nero – altro nome con cui viene chiamato Omulù. Questa volta Harlan riesce ad avere la meglio sul Maestro della Notte che attira in una grotta dove è stata preparata una ingegnosa trappola: Omulù viene infilzato zagaglie, delle armi primitive simili a lance, imbevute dal sangue del Dampyr! Ma il finale della vicenda non è rassicurante: Mujaive che li ha accompagnati ha una visione che rivela a Harlan che Vathek è ancora vivo e pronto a lanciare una nuova sfida al Dampyr.
Pagine da ricordare:
[D6] p.74: la trasformazione di Omulù da uomo a uomo-pantera è impressionante e la sua velocità e potenza sono rese da Dotti con un’attenzione alla resa dei movimenti che ricorda le scelte di tanti artisti futuristi come ad esempio Boccioni per la rappresentazione dei corpi in movimento;
[D7] p.18: la potenza della Pantera Omulù è ancora resa in modo impressionante nell’intervento contro gli Scorpioni di Vathek;
[D7] p.34: al termine del dialogo a distanza tra Omulù e Vathek, quest’ultimo così commenta la sfida lanciatagli: «Un maestro nomade!… e dietro il suo delirio c’è una verità banale: vuole il mio territorio!… Ma non l’avrà!». Tutto è gioco di potere per i maestri della notte che difficilmente possono trovare occasioni di reale amicizia reciproca o anche solo di accordi stretti;
[D7] p.48: il movimento di Vathek a disarmare Harlan è reso con grande efficacia. Vathek appare fermo davanti al Dampyr e poi vengono tratteggiati nella stessa vignetta (in posizione 5-6) altri 8 movimenti del maestro della notte tramite il disegno della sola silohuette in movimento;
[D7] pp.93-94: l’arroganza e la superbia dei maestri della notte (in questo caso di Omulù che grida ad Harlan «I tuoi goffi tentativi non bastano a uccidermi, Dampyr!…Io sono un nomade, sono Omulù, superiore agli altri maestri!… Sono un Dio.. preparati incontrare la tua morte, mezzo vampiro») diventano spesso la causa prima delle loro sconfitte. Omulù che sembra trionfante nell’inquadratura contro luce dal basso in alto della fine di pagina 93, voltando pagina fa scattare la trappola che lo uccide con le stesse armi di quella tradizione africana che Omulù pretendeva di difendere.
Le copertine: La copertina del numero 6 ha un piccolo-grande primato: Harlan non è da solo, ma in compagnia di Kurjak e Tesla e questo non sarà un caso isolato a testimonianza di una serie che gioca molto sulla coralità. La copertina del numero 7 ha un’impostazione molto dinamica: Harlan rivolto verso di noi spara tre colpi dalla sua automatica mentre sulle rocce del deserto si proietta l’inquietante ombra di un maestro della notte.
Lessico dampyriano:
Maestro nomade: è un maestro, spesso dal comportamento più folle degli altri, senza un terreno di caccia prestabilito. Una mina vagante per Harlan ma anche per gli altri maestri della notte. L’idea del nomade è molto azzeccata perché ripropone l’atavico scontro tra sedentari e nomadi, tra migranti e ospitanti che percorre da sempre la storia dell’uomo.
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