Complice il team up Dylan/Batman (ho letto con piacere i due precedenti incontri Sergio Bonelli Editore/DC Comics) e il passaggio di consegne dalla gestione Recchioni a quella di Barbara Baraldi ho letto con continuità 4 albi legati all’Indagatore dell’Incubo e provo a parlarne da vecchio lettore di DYD (e dal 200 in poi in modo più saltuario). Impressioni e pillole.
DYD/BATMAN 1 e 2
Parto proprio dall’incontro (im)probabile tra Dylan e Batman (preannunciato nel 2019 con un numero zero a Lucca Comics di cui ho scritto qui). Il soggetto e la sceneggiatura di Roberto Recchioni rispondono ai due obiettivi base. Far divertire con tanto fan service: omaggi, citazioni, chimiche narrative ben studiate [ah se volete farvi una idea del fan service, ascoltate questa puntata del podcast Il fumetto su Star Wars e questa su Star Trek] per i lettori di lunga data bonelliani e dccomics; sviluppare una vicenda credibile in cui l’incontro dei due mondi (pur in una realtà alternativa: ci sono molti segnali del fatto che è una delle tante Terre dell’universo DC come ad esempio il fatto che Bloch è ancora un ispettore e che Costantine parli di ‘Pixtagraph’ e non di ‘Instagram’) possa funzionare.
Simpatici siparietti e molta azione condiscono il tutto. Credo che l’edizione da volume cartonato prevista per Lucca 2023 renderà ancora più merito al racconto che si fregia dell’ottimo lavoro della coppia Gigi Cavenago e Werther Dell’Edera o meglio Dell’Edera alle matite e Cavenago alle chine poi colorate da Giovanna Niro.
Il tocco in più delle vignette senza contorno dà una sensazione di lettura estera.
Ma nei disegni è davvero difficile trovare dei difetti e anzi ci ho trovato nella impostazione delle scene di azione un bel richiamo a The Dark Knight returns di Miller (bella la scelta fumettistica delle vignette fatte con le onomatopee dei colpi che Batman non lesina di dare ai cattivoni!).
Punto più kitsch e nerd: i dialoghi tra Dylan e John Constantine.
Punto più citazionistico e da multiverso: il Groucho che ride!
Vedremo a fine agosto la conclusione della saga come avvicinerà ulteriormente i due mondi (anche se temo che non sarà così facile una ripetizione di questa joint venture tra Bonelli e DC… perché invece non pensare ad una versione Manga? Gea, il giovane MM, Legs, Dylan… potrebbero funzionare, ovviamente con molte licenze narrative oltre che stilistiche).
Dylan Dog 442 Frammenti
Primo numero da curatrice di Barbara Baraldi (ma ovviamente già in cantiere da tempo e quindi relativamente merito della Baraldi) e numero doppiamente importante perché possiamo ammirare ancora una volta i disegni del compianto Luigi Piccatto al lavoro sui testi di Paola Barbato con cui ha condiviso tante avventure su Dylan e su Darwin.
Un albo davvero ben scritto che gioca su un personaggio dalle personalità multiple che diventa molte volte l’angolo di visuale della vicenda stessa. Se non lo avete letto, non aggiungo altro, se non che la sceneggiatura di Barbato tiene benissimo nei mille passaggi di scena (elemento narrativo decisivo e non semplici orpelli) e i disegni di Piccatto (coi suoi aiutanti) sono sempre così unici e individuabili come se venissero da un amico di lunga data. Curioso come il tema scelta abbia delle assonanza con una serie da libreria che è per me una (se non la) novità importante di casa Bonelli: Mr. Evidence di Guaglione e Barone.
Dylan Dog 442bis L’isola dai due soli
Complice il ‘bis’ estivo ho comprato il mio terzo Dylan nel giro di poche settimane e anche in questo caso sono uscito molto soddisfatto: disegni anche in questo caso al top con il maestro Franco Saudelli e bel soggetto fresco (si fa per dire con due soli a splendere nel cielo) e coinvolgente di Davide La Rosa. Una storia dove il tema di ciò che è reale e di ciò che non lo è si unisce sia nel tema del ‘quando’ sia nel tema del ‘dove’.
Surreale come solo le storie di Dylan sanno esserlo. Uno one-shot che conferma la bontà dell’iniziativa dei Bis estivi. Albi a prezzo più contenuto degli speciali, molto classici se vogliamo come impostazione, ma che si rilevano molto curati come un tempo i primi speciali di fine anni ’80 e inizio ’90.
0 commenti